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Stranger Things 4 Vol. 2: Il finale di stagione

Il 1° Luglio si è conclusa ufficialmente la quarta stagione di Stranger Things, con l’arrivo sulla piattaforma streaming Netflix del Volume 2, costituito dai due episodi finali. O dovremmo forse dire “film” finali…

Ebbene si, non è un segreto che la durata delle puntate di questa nuova stagione sia stata molto più ampia rispetto al minutaggio delle precedenti.

Abbiamo già recensito a suo tempo (in anteprima) il Volume 1, composto dai primi sette episodi. Per recuperare l’articolo dedicato cliccate qui.

Stranger Things è da sempre considerato uno dei prodotti di punta, se non il vero prodotto di punta, della piattaforma Netflix. E dopo aver finalmente completato la visione di questa quarta stagione (che ricordiamo non essere l’ultima, in quanto la trama vedrà conclusione con una quinta stagione) sappiamo sicuramente il perché.

I Duffer Brothers, creatori della celebre serie televisiva, non deludono neanche questa volta, e ci regalano nove episodi ben curati, seppure “distesi”. Reduci da una terza stagione estrememante dinamica e concitata, la quarta stagione di Stranger Things decide sapientemente di tirare il freno a mano, ma senza annoiare mai lo spettatore. La tensione è costante, la componente horror imprescindibile. Diminuiscono in parte le scene emotivamente impattanti, ma una buona dose dei generi continua a rendere piacevole e avvincente la visione.

Gli ultimi due episodi appagano in maniera più che dignitosa l’hype “mozzato” dei fan, dimostrando che una pausa di qualche settimana fra prima e seconda parte aumenta efficacemente l’interesse del pubblico.

La trama riesce a toccare in maniera intelligente e velata dinamiche socio-culturali attuali quantomai critiche, quali il conflitto russo-ucraino (attraverso un dialogo fra due compatrioti russi) e lo sproporzionato utilizzo delle armi negli Stati Uniti, riservandosi un momento di interessante auto-denuncia.

Questa stagione si è concentrata particolarmente sulle psicologie dei personaggi, enfatizzandone i percorsi di crescita e di formazione: emblematiche in tal senso le storyline di Undici, Max e Will. I nostri giovani adulti affrontano i complicati anni adolescenziali, convivono con il lutto, lottano contro la depressione e i traumi infantili, alla scoperta della propria identità verso l’accettazione del vero io.

L’importanza dell’amicizia e degli affetti stabili è al centro di una narrazione matura, all’interno di cui ognuno trova la forza di agire grazie al supporto dell’altro. Commovente in tal senso è il sacrificio di uno dei personaggi in nome del gruppo, mosso da un coraggioso slancio di riscatto morale. Ma non sveliamo il suo nome.

Quanto descritto risulta convincente grazie alla perfetta sintonia creatasi sul set. Tutti gli attori (nessuno escluso) condividono un’alchimia a tratti impareggiabile in ambito televisivo e addirittura cinematografico, il che è ammirabile considerando la giovane età e la poca esperienza delle leve più giovani, che sanno tuttavia fronteggiare senza sforzo la bravura dei colleghi più esperti.


Si conferma ancora una volta l’invidiabile bellezza per quanto concerne il lavoro del comparto tecnico, che ci regala una regia, una sceneggiatura e un montaggio in grado di “fare scuola” a tante serie minori. Assistiamo, osiamo dire, ad un vero e proprio “kolossal” televisivo, a una produzione di levatura mastodontica, accompagnata da una colonna sonora già iconica dopo appena due mesi. Basti pensare a come la serie abbia riportato in auge il brano musicale Running Up That Hill di Kate Bush, in una sequenza meravigliosa che ha fatto parlare della serie per settimane intere.


Non ci giriamo ulteriormente intorno… Nel finale assistiamo a delle morti? Certo. Tuttavia, potrebbero non essere così scontate come abbiamo ipotizzato in queste ultime settimane. Lasciamo a voi la sentenza. In ogni caso, preparate i fazzoletti!


Con il finale troncato della nona puntata, capiamo che l’intera stagione appena conclusa era solo una godibile fase di transito, un enorme prologo, “L’Inizio della Fine” che arriverà solo con la quinta e ultima stagione. Il terreno è preparato.

Ora tutto è più chiaro. Tutto è al suo posto, come i pezzi di un puzzle. Le spiegazioni fornite rispondono a tante domande sul passato della serie, tornando sino all’esordio della prima stagione. La più importante di tutte, chi ha creato il Sottosopra?


A tal proposito non era facile presentare un nuovo villain sci-fi con del carisma, perché ne abbiamo incontrati fin troppi negli ultimi decenni, specialmente all’interno di questo genere. Eppure possiamo aggiungere il “mostro” di Stranger Things alla lista con disinvoltura. Già solo per il grandioso trucco prostetico che ricorda nostalgicamente i personaggi dei film anni ’80, da cui la serie prende senza nasconderlo molti spunti. L’antagonista affascina e allo stesso tempo incute timore, come un moderno Dracula di Bram Stoker, o un Darth Vader di ultima generazione. Anche se a prima vista ricorda innanzitutto il videoclip di Thriller di Michael Jackson e il Freddy Krueger di Nightmare.

La citazione a Star Wars non casuale, in quanto negli ultimi due episodi ricorrono diversi momenti di richiamo alla trilogia originale di George Lucas.


Per concludere, nulla appare forzato all’interno della sceneggiatura, nessun personaggio è fuori posto. Si va solo a completare quanto già conoscevamo.

Soddisfatti da quanto visto, non ci resta che aspettare il Gran Finale.


Possiamo definire Stranger Things una serie cult dopo questa quarta stagione? Sicuramente. Se non fosse… che lo era già diventata dal primo episodio della prima stagione, sei anni fa.


La qualità resta alta.

Una piacevole conferma.

Voto:
4/5
Andrea Barone
0/5
Andrea Boggione
4.5/5
Christian D'Avanzo
4/5
Carlo Iarossi
0/5
Paolo Innocenti
3.5/5
Carmine Marzano
0/5
Alessio Minorenti
0/5
Giovanni Urgnani
0/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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