Cerca
Close this search box.

The Prestige: Osserva attentamente

Ogni numero di magia è composto da tre parti o atti. La prima parte è chiamata "la promessa". L'illusionista vi mostra qualcosa di ordinario: un mazzo di carte, un uccellino o un uomo. Vi mostra questo oggetto. Magari vi chiede di ispezionarlo, di controllare che sia davvero reale... sì, inalterato, normale. Ma ovviamente... è probabile che non lo sia. Il secondo atto è chiamato "la svolta". L'illusionista prende quel qualcosa di ordinario e lo trasforma in qualcosa di straordinario. Ora voi state cercando il segreto... ma non lo troverete, perché in realtà non state davvero guardando. Voi non volete saperlo. Voi volete essere ingannati. Ma ancora non applaudite. Perché far sparire qualcosa non è sufficiente; bisogna anche farla riapparire. Ecco perché ogni numero di magia ha un terzo atto, la parte più ardua, la parte che chiamiamo "il prestigio"

Mentre stava cercando di distribuire il suo “Memento”, a Christopher Nolan fu proposto il manoscritto di un romanzo di Christopher Priest che subito colpi la sua curiosità. Decidendo di volerlo trasporre al cinema, iniziò a scrivere la sceneggiatura assieme al fratello Jonathan, impiegando ben 5 anni per la stesura definitiva. Nel 2006, quindi, fresco del suo recente successo di critica e pubblico per “Batman Begins“, il regista che di lì a poco sarebbe diventato uno degli autori più conosciuti e attesi della Hollywood contemporanea portò in sala “The Prestige”, considerata all’unanimità una delle sue pellicole più riuscite.

Siamo nella Londra di fine ‘800. L’illusionista Alfred Borden (Christian Bale) è detenuto per essere stato accusato dell’uccisione del suo collega e rivale Robert Angier (Hugh Jackman). Attraverso la lettura del diario della vittima, di cui è venuto in possesso, ripercorrerà le vicende che lo hanno portato a quel fatidico giorno.
Ha inizio così, in flashback, la storia della rivalità tra i due maghi, nata da un terribile incidente. Rivalità che porterà entrambi alla follia, nella spasmodica volontà di superare l’avversario, ricercando di volta in volta numeri di magia sempre più spettacolari, perdendo sempre più il contatto con l’etica, la realtà e incuranti del costo da pagare, pronti a spingersi ai limiti delle possibilità umane e forse anche oltre.

La sceneggiatura dei fratelli Nolan è probabilmente una delle più ispirate della loro carriera. Solida, bilanciata, senza eccessi ma comunque carica di tutti gli elementi tipici della loro filmografia. C’è il tempo, grande comun denominatore di tutti i loro lavori. Una struttura complessa ricca di Flashback, Flashforward e cambi di prospettiva, senza mai perdere per questo il filo della narrazione. Non mancano ovviamente i colpi di scena, che, anzi, come in uno spettacolo di illusionismo, si susseguono molteplici, tutti bilanciati e preparati alla perfezione. Non è difficile poi cogliere un diretto parallelismo tra il mondo in cui si muovono i due illusionisti e il mondo del cinema che di lì a poco sarebbe esploso soppiantando gli spettacoli di Magia e non è difficile cogliere una non troppo velata critica allo show business e alle sue deformazioni.
Anche per questo “The prestige” si pone probabilmente come il film più impegnato, socialmente e politicamente, di Nolan, seppur solo nel sottotesto.

A far da cornice a tutto questo c’è, però, una produzione a dir poco di altissimo livello. La regia di Nolan non ha bisogno certo di presentazioni e qui non è da meno. Quadrata e al tempo stesso dinamica, mai troppo appariscente e concentrata sugli attori. Il montaggio, ovviamente, diventa elemento protagonista nell’alternare sapientemente i diversi piani temporali e le diverse ambientazioni senza mai perdere il filo. Il lavoro sul trucco, i costumi e le scenografie è certosino e dona alla pellicola un fascino particolare per cui è chiara l’ambientazione di fine ottocento ma si percepisce un continuo effetto di estraniamento, quasi come se quel mondo non fosse esattamente il nostro mondo e ciò lo rende a conti fatti imprevedibile negli sviluppi e nelle dinamiche.
Veramente ispirato è anche il ricco cast. Ai due protagonisti Bale e Jackman si aggiungono il sempre presente Michael Caine, attore feticcio del regista, nei panni del maestro dei due maghi e una coppia di attrici di livello come Scarlett Johansson e Rebecca Hall assolutamente in parte. Menzione di onore va, però, al grande David Bowie che si presta ad interpretare un affascinante e carismatico Nikola Tesla, affiancato dal suo fedele aiutante interpretato da Andy Serkis. L’eccentrico Bowie sarà protagonista, proprio, di una delle svolte più affascinanti e surreali del film, il punto di rottura definitivo con la realtà, il passo oltre dei nostri protagonisti destinato a marchiarsi definitivamente sulla loro pelle.

The prestige è uno splendore per gli occhi e sopratutto per la mente, che forse trova il suo maggior valore proprio nello splendido discorso metacinematografico che accompagna tutto il film. Quel continuo parallelismo tra cinema e magia, tra regista e illusionista. In fin dei conti quello che Nolan mette in scena altro non è che un grande numero di magia che si compone esattamente degli stessi tre citati atti. Il discorso finale di Robert Angier (che qui non vi spoilero) è in fin dei conti il discorso di Nolan stesso sulla settimana arte, quasi il suo manifesto. D’altro canto cosa è il cinema se non illusione collettiva? D’altro canto le risposte che cercavamo durante il film a ben riguardare non erano sotto i nostri occhi sin dai primi minuti? Ma, in fin dei conti, noi non stavamo guardando davvero, non volevamo sapere, noi volevamo essere… ingannati!