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“I Segni del Cuore (CODA)”: un delicato racconto di formazione

Ruby (Emilia Jones) è un ragazza di 17 anni che fa parte di una famiglia sorda, ma lei è l’unico membro della casa udente. Di conseguenza si ritrova a doversi occupare dei suoi genitori e di suo fratello che gestiscono un’attività di pesca. Nel frattempo Ruby vive la sua adolescenza tra amore, sacrifici, obiettivi e rinunce, i classici stereotipi che si ritrova a vivere una ragazza di quell’età. Il suo sogno è quello di potersi iscrivere ad un’università prestigiosa seguendo la sua passione per il canto. La famiglia in un primo momento pare essere un ostacolo insuperabile che le impedisce di raggiungere il suo scopo. Ogni giorno prima e dopo la scuola, Ruby si deve occupare di aiutare a gestire un’attività che permette il sostentamento minimo della sua famiglia. Continua però a seguire il sogno del canto e comincia a prendere lezioni in privato dal professore e mentore Bernardo Villalobos (Eugenio Derbez). Ma più passa il tempo, più la giovane ragazza non riesce a mantenere tutti i suoi impegni, rischiando di deludere sia la sua famiglia, che teme di perdere la propria barca da pesca, sia il suo professore, che non ha tempo da perdere con chi non vuole impegnarsi. Ruby però lotta con tutte le sue forze per trovare il giusto equilibrio che gli permetta di non abbandonare i genitori e suo fratello a loro stessi, senza smettere di provare a realizzare il suo grande sogno. 

I Segni del Cuore (CODA)” è un remake del film francese “La Famiglia Belier” di (2014). In quel caso gli attori selezionati non sono sordi e comunicano all’interno del film mediante la lingua dei segni francese, mentre nella versione di Sian Heder i membri della famiglia sono tutti attori sordi: sia Leo (Daniel Durant), il fratello maggiore di Ruby, sia entrambi i genitori Troy Kotsur nei panni del padre e la ben più nota Marlee Matlin (vincitrice dell’Oscar nel 1987 per “Figli di un Dio Minore”) che interpreta la madre. Il focus del film sottolinea il tema dell’handicap, un tema che viene portato in scena con un’eleganza e una delicatezza straordinaria. Un lavoro non semplice quando si tratta di provare a far interagire personaggi mediante la lingua dei segni riuscendo ad essere comprensibili costruendo qualcosa di coinvolgente per un pubblico sempre più esigente di avere tutto subito senza mezzi termini. 

“Una persona terrorizzata dal canto non si iscrive al coro” – “Mi mettono ansia gli altri ragazzi.”

Cit. dialogo tra il professore Bernardo (Eugenio Derbez) e Ruby (Emilia Jones)

Il passaggio al Sundance, il festival cinematografico sul cinema indipendente per antonomasia, ha permesso l’acquisto dei diritti distribuitivi sul territorio statunitense per 25 milioni di dollari da parte di Apple TV+, grazie anche alla vittoria del U.S. dramatic competition, il gran premio della giuria del festival dello Utah. Il progetto è stato presentato in anteprima anche in Italia mediante la sezione dei “Fuori Concorso” del Torino Film Festival e che, purtroppo, non arriverà nelle sale italiane per via a quanto pare di qualche cavillo legale, ma “solamente” mediante il mezzo dell’home video, da oggi 2 Febbraio, grazie alla Eagle Pictures. Una distribuzione decisamente limitante per un prodotto che si merita ben più visibilità. Aiutano però le sfilze di nomination e candidature soprattutto in territorio statunitense, tra cui le due agli scorsi Golden Globes

Insomma “I Segni del Cuore (CODA)” è in fin dei conti la riproposizione di una favola, una storia di crescita, il percorso interiore di una serie di personaggi che porta sul grande schermo un progetto essenzialmente indipendente. Si tratta del classico coming of age, ma non manca quell’originalità che gli ha permesso di sorprendere critica e pubblico. Quando si porta sullo schermo un tema come quello del raggiungere i propri sogni o obiettivi, spesso si cade nel cosiddetto “già visto” o nella riproposizione assidua delle stesse situazioni e azioni di film dello stesso genere. Non è il caso di questa splendida pellicola capace di scaldare il cuore di ogni singolo spettatore. Il film cerca di rimanere in equilibrio lungo tutta la narrazione cercando di non passare per qualcosa di anonimo, un rischio che si prende e sul quale gioca la regista Sian Heder nel riadattare questo tipo di storia fatta di passione e di grandi emozioni. 

Voto: 9/10

– Andrea Boggione

Andrea Barone:
Christian D’Avanzo: 8
Carlo Iarossi:
Paolo Innocenti:
Paola Perri:
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