STRAW – Senza uscita e l’apoteosi di un violento e insopportabile pietismo

Sulla piattaforma di streaming Netflix è giunto un nuovo thriller diretto da Tyler Perry, dal titolo STRAW – Senza uscita: ma qual è il risultato del film?
STRAW - Senza uscita e l'apoteosi di un violento e insopportabile pietismo

Articolo pubblicato il 8 Giugno 2025 da Bruno Santini

Il 6 giugno 2025 ha fatto il suo esordio, sulla piattaforma di streaming Netflix, il nuovo film di Tyler Perry, STRAW – Senza uscita. Regista, sceneggiatore, commediografo e volto particolarmente riconoscibile per il suo contributo umanitario, per il quale è stato insignito anche di un Oscar onorario, Perry torna dietro la macchina da presa per un film che, a tratti, racconta di black enpowerment, solidarietà femminile e difficoltà sociali nella società raccontata. Ma qual è il risultato di questo lungometraggio? Tentiamo di comprendere maggiormente tutto su questo film, soprattutto per quanto riguarda la trama e la recensione di STRAW – Senza uscita.

STRAW – Senza uscita è esattamente come Sandro Curzi

Fa della retorica insopportabile. È celebre il litigio tra Sgarbi e Squitieri, con il primo che si disse pentito di aver votato il secondo dopo una sua dichiarazione (sui calciatori che inspiegabilmente guadagnano più di un poliziotto a fine mese) particolarmente demagogica e strappa-applausi; il resto, con il paragone a Sandro Curzi, è storia. A chi scrive è venuta in mente proprio questa celebre massima nell’osservare STRAW – Senza uscita, il nuovo film di Tyler Perry distribuito (naturalmente) sulla piattaforma di streaming Netflix, che muove i suoi passi in un terreno totalmente immaginario, posticcio, addirittura modellato al fine di favorire e corroborare quell’insopportabile retorica del regista. La rappresentazione è quella di Janiyah, una donna che – nell’ordine di pochissimi minuti sullo schermo – perde il lavoro, la custodia della figlia, la casa, le bollette e il denaro che le spetterebbe, per poi ritrovarsi in una banca dopo tenta solo di incassare un assegno, ma viene scambiata per una rapinatrice in virtù di una serie di fortuiti eventi.

Dicevamo della retorica, di quel sovrabbondante e patetico pietismo di cui STRAW – Senza uscita si avvale, e occorre fare necessariamente un passo indietro per capire maggiormente ciò a cui ci stiamo riferendo; la storia del cinema è piena di rappresentanti che hanno saputo incarnare un desiderio comune, intercettando determinate scuole di pensiero e, soprattutto, venendo incontro ad un sentimento di massa e di rappresentatività, tanto che la cultura black è, ad oggi, una delle più feconde nel mondo della settima arte, anche grazie a registi come Spike Lee, che a Cannes 2025 ha presentato il suo Highest 2 Lowest. C’è però un appunto da fare, a proposito di film come quelli di cui stiamo parlando, che non sembrano più essere in grado di centrare davvero il problema, ridotto a numerosi slogan faciloni, pensati per arrancare consenso e per strappare l’applauso, ma lontani dalla vera rappresentazione sociale, poiché totalmente falsi nella propria forma e nel proprio contenuto. La storia di Janiyah, di cui parlavamo precedentemente, vorrebbe mettere in campo temi legati a razzismo, difficoltà economiche, solidarietà femminile, misoginia, ma tutto si riduce a uno sterile elenco di termini e di espressioni, totalmente anonimi nella propria forma e pietistici nella messa in scena, che satura di emozioni (finte) lo spettatore e annulla qualsiasi espressione (vera) di queste stesse.

È una retorica insopportabile, allora, quella del film: lo è nei suoi primi minuti, che presentano una marea di situazioni e di informazioni inverosimili, sfidando e distruggendo qualsiasi regola di messa in scena e accontentandosi di aumentare sempre più la portata negativizzante del film (anche in elementi ambientali, come la pioggia battente e improvvisa in una situazione spiacevole, come nel più classico dei “potrebbe piovere” di Frankensteinjriana memoria); non c’è equilibrio, non c’è regia che possa dirsi tale, non c’è direzione degli attori che si lasciano andare a lacrime, urla e schiamazzi. È tutto un costante eccesso, come in una litania costante che non ha nulla a che vedere con il cinema e che, anche qualora volesse avere un solo valore sociale, finirebbe per essere esattamente contraria rispetto al suo scopo: espressioni tematiche di questo genere non avvicinano, non convincono, non sensibilizzano, ma allontanano dalla realtà, inaspriscono il dibattito, ridicolizzano la rappresentazione.

Un’immagine di STRAW – Senza uscita, il nuovo thriller Netflix diretto da Tyler Perry

La recensione di STRAW – Senza uscita: apoteosi Tyler Perry

C’è un ulteriore elemento da tenere a mente, però, nell’ambito della recensione di STRAW – Senza uscita, ovvero il nome del suo regista: Tyler Perry. Un’infinita produzione di titoli, un accordo praticamente inscalfibile con la piattaforma di streaming Netflix (che lo rende, di fatto, uno dei più ricchi di sempre nel settore), un personaggio iconico creato e anche un Oscar onorario ottenuto per contributi umanitari. Tutto ciò, uniamoci anche il suo essere un buon cristiano, non cancella il fatto che Tyler Perry sia un regista assolutamente scarso, che anche in questo film dimostra la sua totale incapacità di costruire un racconto che abbia delle logiche che possano rendere un lungometraggio tale. Nonostante qualche riferimento – da Un giorno di ordinaria follia a Un giorno sbagliato – il regista tenta di annaspare con qualche appiglio in grande stile, ma è tutto vuoto e tutto inutile, poiché il risultato è davvero pietoso quanto pietistico.

È però davvero l’apoteosi di Tyler Perry, quanto osserviamo: personaggi-macchietta, sviluppi inverosimili, ricorso all’esagerazione emotiva per la costruzione della narrazione, didascalismi estremi per fornire condotta sensoriale al film; così come il classico finale che sembra rispettare le logiche dell’estremizzazione tipica, ed elementare, di un adolescente che vuole convincere il suo interlocutore di millantati doti narrative, semplicemente aggiungendo temi su temi senza che nessuno sia davvero valido. Lo ribadiamo, poiché il punto è fondamentale: STRAW – Senza uscita non è soltanto un orribile film, che arricchisce la già scarsa qualità dell’offerta di questo mese di giugno 2025 su Netflix (K.O. altro esempio in tal senso), ma anche un prodotto moralmente vergognoso, insopportabile nella sua retorica e, potenzialmente, lesivo per la comunità, il popolo, la gente di cui parla.

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STRAW
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STRAW - Senza uscita è un nuovo film Netflix che vede la regia di Tyler Perry e il racconto di una donna che si ritrova in una situazione tragica per una serie di eventi fortuiti.

Voto del redattore:

3 / 10

Data di rilascio:

06/06/2025

Regia:

Tyler Perry

Cast:
Genere:

Thriller

PRO

Nessuno
L’insopportabile retorica del film
La totale assenza di un qualsiasi elemento tecnico rilevante
Le interpretazioni esagerate e macchiettistiche