Articolo pubblicato il 16 Aprile 2025 da Bruno Santini
Il fermento per The Beginning After The End è particolarmente elevato, e purtroppo, non esattamente non per motivi positivi. L’anime che adatta il celebre manwha e web novel di grandissimo successo è stato accompagnato, fin dal suo primo episodio che ha introdotto le rappresentazioni tipiche dell’isekai, da una serie di polemiche relative soprattutto alla messa in scena e alle diverse problematiche, relative soprattutto alla qualità delle animazioni. Un possibile cambiamento era stato anticipato e ambito per il terzo episodio della serie, che prende il titolo di L’incontro del Re: ma è davvero avvenuto e qual è lo stato generale dell’anime, in questo momento? Per comprenderlo, proseguiamo con la recensione di The Beginning After The End 1×03: L’incontro del Re.
La trama di The Beginning After The End 1×03: L’incontro del Re
Prima di procedere con la recensione di The Beginning After The End 1×03, indichiamo innanzitutto la trama del terzo episodio dell’anime, che prende il titolo di L’incontro del Re. Come abbiamo visto alla fine della seconda puntata, Arthur tenta di salvarsi facendo ricorso al mana e sconfiggendo, allo stesso tempo, anche uno dei banditi che lo minaccia: a seguito della sua caduta, però, riesce a salvarsi e viene accudito da una strana creatura. Nel terzo episodio dell’anime scopriamo che il mostro è inaspettatamente gentile: si fa chiamare Sylvia ed è disposta a parlare con Arthur soltanto se il bambino mangia, per riprendersi dalle sue ferite. Ben presto, Sylvia sarà fondamentale per due motivi: permetterà ad Arthur di padroneggiare meglio il mana e anche di liberarsi dal suo oscuro passato come Re Grey, fino al momento in cui c’è lo scontro con un nemico di Sylvia (con le sue stesse sembianze) che la sconfigge. Prima di morire, Sylvia si rifugia in una realtà dove tiene Arthur con sé, prima di salvarlo definitivamente.

La recensione del terzo episodio di The Beginning After The End
The End After The Beginning, si affrettavano a dire tutti gli spettatori dell’anime fin dal primo episodio che era stato adattato e messo in scena a seguito del celebre successo del manwha. Portare sullo schermo prodotti di così tanto grande impatto, nella cultura mediatica, è sempre una sfida e le polemiche sono dietro l’angolo: tuttavia, è compito di chi analizza ripararsi da queste tendenze per tentare di comprendere il prodotto nella sua essenza, prima di fornire un giudizio a proposito. Ci troviamo ancora al terzo episodio dell’anime, ne mancano 9 alla fine della prima parte, prima di una seconda che esordirà in estate, ma purtroppo la valutazione è ad oggi impietosa: quel cambiamento che era stato promesso, o comunque auspicato a partire da The Beginning After The End 1×03, non arriva e l’anime in questione si trova in uno stato di sviluppo assolutamente, almeno in questo momento, irrecuperabile.
Comprendiamo benissimo che l’aspetto della messa in scena e delle animazioni non possono essere gli unici fattori da prendere in considerazione, ma quando gli orrori visivi sono così tanto reiterati ed estesi è impossibile non notarli, soprattutto perché si contrappongono ad una narrazione che avrebbe bisogno (invece) di una cura molto più marcata della maggior parte delle componenti. Basterà guardare soltanto ad alcuni momenti di L’incontro del Re per rendersene conto: il momento in cui Sylvia si mostra nella sua natura di drago, l’aura di Arthur che contorna la sua figura in maniera quasi stilizzata, così come i numerosi effetti di luce e colore che riguardano lo scontro tra i due mostri. Tutte queste, e tante altre sequenze – se lo si nota – sono animate nella maniera più classica ed esigua possibile, con le scene d’azione che sono ridotte all’osso e con le figure che si limitano ad essere semplicemente appiattite (a tratti addirittura incollate) sullo sfondo. Le problematiche continuano soprattutto nei momenti che dovrebbero essere più saturi di elementi, per una tipologia di racconto che avrebbe bisogno di ben altra cura per essere portata sullo schermo.
The Beginning After The End è un isekai che dichiaratamente si colloca entro i confini del mitologico, e i tre soli episodi dell’anime hanno introdotto un quantitativo enorme di personaggi, creature e ambienti differenti: non è francamente tollerabile una cura così tanto blanda dell’intero prodotto, che meriterebbe ben altro approccio. Tematicamente parlando, continuiamo a sostenere quanto interessante sia l’impianto della storia, specie per quanto riguarda il confronto tra l’efferatezza del passato di Re Grey e la genuinità fanciullesca del presente di Arthur: una dicotomia che talvolta si fonde, con le due voci sovrapposte e con le visioni che si inquinano e influenzano l’una con l’altra: The Beginning After The End vuole e può essere anche un interessante racconto morale, che affronta sì i temi del bene e del male, ma anche del loro esercizio. Il futuro può dire (almeno se tentiamo di dimenticare per un attimo tutto ciò che di grave aleggia negli episodi) ancora molto soprattutto per quanto riguarda i rapporti di forza e le modalità di accesso al mana e al potere da parte del protagonista, che continua a crescere in maniera esponenziale. Restiamo, anche se flebilmente, speranzosi circa un miglioramento necessario per un anime che meriterebbe molto di più ma che, adesso, si ritrova in uno stato impietoso.