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Recensione – Persepolis: il punkettaro film d’animazione di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud

Momenti drammatici quelli della rivoluzione iraniana alla fine degli anni ’70, con la regista che ripercorre con questo film la sua infanzia e la sua crescita umana inevitabilmente condizionata da quegli accadimenti.
La recensione del film d'animazione Persepolis di Marjane Satrapi

Presentato al Festival di Cannes del 2007, nella quale occasione ha portato a casa il Premio della Giuria, Persepolis è il primo film diretto dalla regista e fumettista di origini iraniane Marjane Satrapi, che divide qui la macchina da presa con il collega Vincent Paronnaud prima di collaborare nuovamente nel 2011 con il film Pollo alle prugne.

Persepolis, la recensione: la trama del film d’animazione di Marjane Satrapi

Con il titolo che si rifà ad una delle capitali storiche dell’Impero achemenide, Persepolis è un film d’animazione che viene basato sull’omonima graphic novel scritta e disegnata dalla stessa regista. Con quest’opera autobiografica del 2007, l’autrice Marjane Satrapi ripercorre infatti le principali tappe della sua vita, inevitabilmente segnata dai moti rivoluzionari del suo Paese alla fine degli anni ’70, con le conseguenze di rigetto sul suo modo di approcciarsi al mondo.

Una bambina particolarmente vivace Marjane che, proprio grazie allo zio, inizia ad interessarsi fin da piccola alle vicende politiche in Iran. Allo scoppio del conflitto con l’Iraq, tuttavia, la famiglia di Marjane decide di trasferirla in Austria per permetterle di iniziare un percorso di studi al liceo in un ambiente che possa essere “protetto”. Il trasferimento però non è dei migliori per la ragazza, facendo i conti con la distanza della sua vecchia vita e dei suoi affetti oltre a continui intoppi più personali, nonostante Marjane sia comunque determinata a fare del suo meglio per integrarsi nel mondo Occidentale.

Recensione film animazione Persepolis di Marjane Satrapi

Persepolis, la recensione: tra gli orrori della guerra un’energica favola di formazione

La sua candidatura ai premi Oscar nel 2008 per il Miglior Film d’Animazione (poi perso in favore di Ratatoille) e, ancora prima, il suo successo al Festival di Cannes hanno lanciato Persepolis sul più alto palcoscenico cinematografico mondiale, per un’opera animata necessaria ed universale quale emblema di integrazione e ruggito di integrità. La storia è quella biografica appunto della stessa regista Marjane Satrapi, che affronta lo stravolgimento socio-politico del suo Paese in prima persona attraverso gli occhi di una bambina, una ragazza, una donna.

Con Persepolis l’Arte, la musica e il cinema continuano a rappresentare mezzi potenti per traghettare fondamentali messaggi attraverso meravigliose ed impattanti immagini, uscendo in questo caso da una “semplice” critica politica (che comunque ha saputo attirare aspre proteste dal governo iraniano) e restituendo un inno alla libertà individuale. Il metal dei britannici Iron Maiden diviene così per una ragazza iraniana una perfetta occasione per sfoggiare con energia la propria chioma indomabile e lasciare da parte un claustrofobico velo, con il film che comunque non tratteggia necessariamente l’Occidente come la “salvezza”, individuando invece altri dolori provenienti proprio da quel mondo ipocrita.

Satrapi ovviamente lancia frecce al veleno alla trasformazione del suo Paese, ma rappresenta infatti il film esclusivamente come la personale favola di formazione che l’ha cresciuta, sostanzialmente un road-movie alla ricerca del proprio posto nel mondo, prima di capire come il punto d’inizio e (forse) d’arrivo sia quello dell’integrità e libertà personale. Un teatro delle ombre che non nasconde gli orrori della guerra tra esecuzioni, scene di suicidio, criminalità, costi della rivoluzione in termini di vite umane e repressione socio-culturale, ma che – attraverso sempre gli occhi della protagonista – mostra anche il difficile ambientamento in “terra straniera”, dove troppo facilmente si finisce a dormire per strada tra valori opportunistici ed animaleschi istinti razziali.

Nonostante i temi e le immagini dal grande impatto drammatico, la forza poetica di Persepolis sta proprio nel voler e saper affrontare il tutto con un commovente spirito libero, sognatore ed ironico. Un’animazione infatti decisamente adulta che riuscirebbe anche a coinvolgere anche un target più giovane ed “innocente”, proprio per il registro giocoso e frizzante del film che non scade mai nel ridicolo ma acquista invece un grande spessore anche per la sua valenza narrativa. Le sequenze infatti più divertenti e “colorate” sono quelle che prendono le distanze dalla guerra e dai cambiamenti politici e sociali, sono quelle in cui Marjane cresce e diventa donna libera, quelle della strada verso l’emancipazione che segna il percorso agli studi, alla sua trasformazione fisica, ai suoi primi amori (anche se amari) e all’idea di matrimonio immediatamente seguita da quella di divorzio.

Mentre infatti i temi e l’ambientazione socio-politica siano particolarmente delicata e sofferta, è proprio l’ottima e “realistica” sceneggiatura ad incastrare comiche gag e momenti spensierati, permettendo di immergersi con maggiore facilità negli occhi della giovane e sognatrice protagonista, sebbene non sia l’unica carta vincente a disposizione dell’autrice. A rendere speciale la visione di Persepolis è infatti anche il suo delicato ed elegante tratto grafico che permette al fumetto di prendere vita, con le magnifiche e delineate tavole in bianco e nero che nell’animazione superano la bidimensionalità del disegno a mano e delle sue armoniose forme, mettendo fiori (di gelsomino) all’interno della canna di un fucile.

Con il loro poetico e sensibile esordio cinematografico, Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud illuminano con luce espressionista e danno rivoluzionaria voce al fondamentale e delicato bisogno d’integrazione tra le varie culture, tra Occidente ed Oriente, orientandosi all’integrità e alla libertà personale.

4,0
Rated 4,0 out of 5
4,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
La locandina del film d'animazione di Marjane Satrapi Persepolis
Persepolis
Persepolis

Attingendo dall'esperienza personale e dai moti rivoluzionari che hanno stravolto il suo Paese, Marjane Satrapi assieme al suo collega Vincent Paronnaud regala una favola di formazione universale orientata all'integrità e alla libertà individuale.

Voto del redattore:

9 / 10

Data di rilascio:

22/02/2008

Regia:

Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud

Cast:

(Doppiatori originali) Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve, Simon Abkarian, Gabrielle Lopes Benites, Danielle Darrieux

Genere:

animazione, biografico, drammatico

PRO

Il tatto e la sensibilità di trattare temi spiccatamente drammatici attraverso un registro ironico e giocoso
Uno stile narrativo che rende onore al tratto fumettistico dal quale è tratta l’opera
Un lavoro grafico a mano che inscena un dinamico teatro delle ombre
Nessuno