Articolo pubblicato il 19 Agosto 2023 da Bruno Santini
Blue Beetle, il nuovo film a marchio DC diretto da Angel Manuel Soto, non aggiunge nulla di nuovo al genere supereroistico ma riesce comunque a dire la sua con una componente umana non indifferente. Le fasi conclusive del film sono dense di emotività, ecco la spiegazione del finale di Blue Beetle con protagonista la star di Cobra Kai, Xolo Mariduena.
Il finale di Blue Beetle
Preso dalla collera a causa della morte del padre Alberto, Jaime (Xolo Mariduena) è in procinto di uccidere il tenente Carapax (Raoul Trujillo) che, poco prima, era stato potenziato dallo scarabeo e trasformato egli stesso in un’estensione malvagia di Blue Beetle. A fermare la mano del rancoroso Jaime ci pensa Khaji Da, l’intelligenza artificiale senziente che governa lo scarabeo: “non siamo assassini”, ricorda la voce a Jaime, imparando a sua volta gli insegnamenti del ragazzo che, durante il primo scontro con Carapax, aveva ripetuto le stesse identiche parole allo scarabeo. Khaji Da, grazie alla coscienza condivisa con il tenente, mostra a Jaime il passato di Carapax: quest’ultimo è stato addestrato fin da bambino ad essere un guerrigliero in Guatemala, una vita di rinunce e sacrifici aggravata dalla perdita della madre per mano di Victoria Kord (Susan Sarandon), che ha sempre sfruttato il tenente per i suoi loschi scopi. Giunta sul posto, la Kord ordina a Carapax di uccidere Jenny (Bruna Marquezine) ma il tenente rifiuta l’ordine sovraccaricando la sua armatura e trascinando Victoria verso morte certa, facendosi detonare insieme all’isola e ai prototipi dell’OMAC, le armi che la Kord voleva mettere in funzione grazie al potere dello scarabeo. Poco prima dell’esplosione, Jaime e la sua famiglia (inclusa Jenny) volano via in elicottero verso la salvezza.
Dopo il funerale di papà Alberto, Jaime e i Reyes si recano presso la loro abitazione ormai completamente distrutta dal precedente attacco della Kord Industries. Devastati dal dolore della perdita del capofamiglia e della loro casa, i Reyes si stringono in un abbraccio collettivo ricordando a loro stessi che il senso di appartenenza non è un sintomo di debolezza, bensì è sinonimo di forza ed è da quel preciso istante che bisogna ricominciare a vivere. Durante il momento di cordoglio, i vicini di casa dei Reyes si palesano con del cibo a dimostrare tutta la loro vicinanza alla famiglia in un momento così difficile, a dimostrazione del fatto che la comunità latinoamericana di Palmera City è forte e presente. Si presenta anche Jenny Kord, con la promessa che la casa verrà ricostruita a spese della Kord Industries: il momento è benevolo per Jaime che riesce ad esprimere i suoi sentimenti verso la stessa Jenny, indossando l’armatura di Blue Beetle (con Khaji Da che sottolinea un esponenziale aumento del flusso sanguigno verso il “centro”), Jaime vola via con Jenny verso la vecchia casa di quest’ultima.

La spiegazione del finale di Blue Beetle
Il finale di Blue Beetle sottolinea in maniera prepotente un concetto fondamentale che fa da leitmotiv a tutto il film: il senso di appartenenza e l’enorme empatia che si viene a creare con i personaggi. La sceneggiatura di Gareth Dunner-Alcocer mette in risalto l’aspetto umano delle forze in campo, tanto nei protagonisti quanto negli antagonisti. A farla da padrone, nelle fasi finali della pellicola, è il tenente Carapax: sebbene il villain portato in scena da Raoul Trujillo inizialmente sembrebbe il classico cattivo tutto d’un pezzo e monodimensionale, la scelta di mostrare il suo travagliato e sofferente passato fa sì che Carapax si umanizzi all’occhio dello spettatore trasformandosi da villain a vittima del sistema, un meccanismo malato in cui Victoria Kord è una burattinaia a tutti gli effetti, manipolando Carapax fin dalla tenera età dopo avergli ucciso la madre. D’altro canto la bieca Kord, interpretata dal premio Oscar Susan Sarandon, finisce per morire tra le mani del suo burattino che, una volta liberatosi dai fili, si ribella al suo padrone aiutando la fuga di Jaime e la sua famiglia. Un’evoluzione non da poco per un cinecomic dallo stampo classico nella struttura, ma meravigliosamente profondo per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi.
La reunion della famiglia Reyes dopo il funerale di Alberto è l’ennesima prova che il film di Angel Manuel Soto preferisce i rapporti umani alle becere esplosioni in slow motion computerizzata. Il dolore di Jaime e dei suoi familiari per la perdita del padre Alberto e il raccoglimento alle soglie della loro casa distrutta è un’altra prova di forza dello script: “ora è il tempo di piangere” dice nonna Reyes dimostrandosi ancora una volta il faro della famiglia latinoamericana. Soto, portoricano di nascita, evidenzia anche l’empatia che si viene a creare col vicinato giunto in soccorso dei Reyes, pronti a dare una mano per ricostruire. La dichiarazione finale di Jaime a Jenny lascia sperare in uno sviluppo amoroso tra i due, già bruscamente interrotti dallo sbadato zio Rudy (George Lopez) durante la visita a villa Kord. Ancora non è chiaro quale sarà il futuro di Blue Beetle nell’imminente rilancio del DC Universe: James Gunn, direttore dello studio, ha dichiarato che lo scarabeo blu fa parte ufficialmente del nuovo universo, anche se non è chiaro quando rivedremo Jaime Reyes in azione. Difficilmente verrà proposto un sequel di questo film, diverso il discorso per quanto riguarda le serie televisive dove Blue Beetle potrebbe potenzialmente fare coppia col suo amico fumettistico Booster Gold nell’omonimo telefilm. Insomma, il destino di Reyes è nelle mani di Gunn e del pubblico, se Blue Beetle riscuoterà un discreto successo allora è probabile che rivedremo il supereroe ben presto sui soliti schermi. In caso contrario il film di Angel Manuel Soto rimarrà una piacevole sopresa finale in un universo condiviso nato problematico e morto senza aver lasciato il segno.