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The Whale – La spiegazione del finale del film di Darren Aronofsky

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The Whale è il nuovo film di Darren Aronofsky (Requiem For A Dream, Il Cigno Nero) con protagonista Brendan Fraser (La Mummia, Viaggio Al Centro Della Terra), basato su uno spettacolo teatrale. Un film drammatico sui conflitti familiari e sull’elaborazione del lutto, candidato agli Oscar 2023 in tre categorie: Miglior Attore, Migliore Attrice Non Protagonista e Miglior Trucco e Acconciatura. Di seguito, la trama e un approfondimento sul finale metaforico della pellicola.

La trama di The Whale, diretto da Darren Aronofsky

Charlie (Brendan Fraser) è un professore universitario che soffre di “super-obesità”, condizione che lo costringe da tempo a vivere recluso in casa. Egli ha perso completamente il contatto con il mondo esterno; i suoi studenti conoscono soltanto la sua voce, in quando l’uomo gestisce le sue lezioni in modalità a distanza e online, senza utilizzo di videocamera per paura del giudizio altrui sulla sua malattia.


L’unico contatto umano che sembra coltivare è il rapporto con la sua amica e infermiera Liz, da cui si lascia di tanto in tanto medicare, nonostante non accetti di buon grado le cure. In poco tempo la sua diagnosi peggiora gravemente, e dopo un malore Charlie intuisce di essere in fin di vita. Questa presa di coscienza lo spinge a riallacciare i rapporti con sua figlia Ellie (Sadie Sink), un’adolescente complicata che non vede da quando era piccola, dopo la separazione da sua madre.

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La spiegazione del finale di The Whale, film con Brendan Fraser

Come già evidenziato in precedenza, l’obiettivo finale di Charlie è di riallacciare i rapporti con sua figlia Ellie. Inoltre desidera essere onesto con tutte le persone che conosce, un’ultima volta. Dopo aver elaborato il lutto del suo fidanzato, che lo ha portato alla depressione e di conseguenza alla sue grave condizione fisica, Charlie non accetta più di scusarsi per la sua omosessualità.

 

Inoltre, si rende conto che anche se Ellie sembra avere un carattere cinico e ribelle all’apparenza, è in realtà solo alla ricerca di una figura guida e dell’approvazione di quest’ultima, mancata durante la sua infanzia. Dopo aver mostrato finalmente il suo volto agli studenti, Charlie si complimenta con loro per il lavoro svolto, soprattutto per l’onestà che questi hanno inserito nei messaggi richiesti dal professore.

 

Ormai a un passo dalla morte, il protagonista si rifiuta ancora una volta di andare in ospedale, davanti agli occhi tristi di una Liz rassegnata all’inevitabile. Charlie, incapace di reggersi all’inpiedi, tenta ostinatamente di alzarsi davanti ad una Ellie sbigottita. L’ultimo simbolo di affetto e di amore da parte di un padre che desidera fare ammenda per gli errori commessi in passato.

 

Così muore e ascende in cielo, sollevandosi metaforicamente da terra nelle ultime inquadrature. A tal proposito, non è la prima volta che il regista Aronosfsky inserisce nelle sue pellicole immagini idealizzate di matrice religiosa. Ricordando un tenero momento in spiaggia con la sua bambina, Charlie può lasciare il mondo terreno senza alcun sentimento di vergogna, finalmente libero e leggero. Così come nel citato romanzo “Moby Dick”, l’ultima scena davanti al mare simboleggia l’eterna dicotomia vita-morte che opprimeva il personaggio, svincolato da questa crisi esistenziale per sempre.