Recensione – Decision To Leave, Il Nuovo Film Di Park Chan Wook Premiato A Cannes

Decision To Leave, il nuovo film di Park Chan Wook in uscita in Italia il 2 febbraio

Articolo pubblicato il 5 Giugno 2023 da Gabriele Maccauro

Dopo essere stato presentato in anteprima alla 75° Edizione Del Festival Di Cannes ed aver vinto il premio per la Miglior Regia, arriva in Italia distribuito da Lucky Red – che, per l’occasione, ha dedicato alla carriera del regista una meravigliosa rassegna – il nuovo film di Park Chan-Wook, Decision To Leave, nelle sale a partire dal 2 febbraio.  A metà tra Noir e Poliziesco il film, recentemente candidato ai Golden Globes per il miglior film non in lingua inglese ma snobbato dall’Academy per gli Oscar del 12 marzo, ha ricevuto un’ottima risposta di pubblico e critica ma, a differenza magari di opere passate del regista coreano, non è stato esente da critiche. Di seguito la trama e la recensione di un film che, a prescindere dal sacrosanto gusto soggettivo, merita assolutamente la visione.

La Trama Di Decision To Leave, Il Nuovo Film Di Park Chan-Wook

Un detective che soffre d’insonnia, Hae-Jun (Park Hae-Il), si trova alle prese con la misteriosa morte di un uomo avvenuta, sembrerebbe, durante una scalata in montagna. Mentre indaga però, Hae-Jun entra in contatto con Seo-Rae (Tang Wei), misteriosa e sensuale moglie della vittima e di origini cinesi che non sembra particolarmente scossa dalla morte del marito e che presenta sul corpo segni di colluttazione come graffi e lividi che la rendono immediatamente la principale sospettataInterrogatorio dopo interrogatorio il detective, che è sposato con una donna che vede una sola volta la settimana ed il cui matrimonio è evidentemente ad un punto morto, inizia però a provare qualcosa per la donna, un’attrazione a cui non sa porre freno e che lo porterà a commettere degli errori di giudizio ed a mettere in dubbio il suo lavoro e le intere indagini.

Decision To Leave, il nuovo film di Park Chan-Wook in uscita in Italia il 2 febbraio

La Recensione Di Decision To Leave: Tra Hitchcock E Pirandello, Il Fardello Dell’Incomunicabilità

Come detto un po’ da tutti, il paragone con Alfred Hitchcock è inevitabile: ci sono tutti gli elementi tipici di quel tipo di cinema che, alla fin fine, il regista inglese ha inventato, reinventato e stravolto praticamente per tutta la sua decennale carriera. D’altronde, come si evince anche dalla brevità della trama, cos’è la morte dell’uomo all’inizio del film se non un MacGuffin necessario per dare il via alla storia e ad un domino di eventi che deve condurre lo spettatore ad un finale sorprendente. Questa però non è altro che la superficie, quello che giustamente viene fatto notare ma che necessita di un ulteriore approfondimento per comprendere appieno le intenzioni di un autore che indubbiamente deve molto ad Hitchcock – d’altronde, non è forse così per tutti? – ma che riesce in ogni suo singolo film a raccontare la storia che desidera con il proprio tratto distintivo e senza scadere nel mero citazionismo.


Il punto cruciale del film infatti, quello che sembra richiede una maggiore analisi da parte dello spettatore, non riguarda tanto le indagini o lo scoprire se ed eventualmente chi sia l’assassino, ma l’incomunicabilità, tema che è in realtà sempre stato presente nei suoi film, a partire dalla famosissima Trilogia Della Vendetta e dal suo più grande successo, Oldboy e che forse vede come suo massimo esempio proprio il meno citato dei suoi film, la sua prima opera internazionale con Nicole Kidman e Mia Wasikowska, Stoker.

Pirandello sosteneva che l’incomunicabilità fosse data dalla frammentazione della realtà in tante altre realtà, ciascuna posseduta da una persona diversa, cosa che rende quindi impossibile l’incontro tra di esse. L’uomo ha una maschera e senza non è, non può e non sa vivere.  


I dubbi del detective Hae-Jun e la sua incapacità di comunicare con la moglie che vede una sola volta alla settimana ma anche l’incapacità di comunicare con Seo-Rae, incapacità che ottiene un altro strato e livello d’interpretazione per via del continuo uso di telefoni e traduttori dovuti alle origini cinesi della donna che, per esprimere appieno alcuni concetti, non sa usare altro se non la propria lingua, incomprensibile per il detective ma che forse, a prescindere dalla lingua nativa, non è mai stato in grado di comprendere davvero ciò che lei gli comunicava.  Incomunicabilità che, inoltre, ci viene mostrata anche con la stessa assenza di dialoghi e parole, sostituiti dalle immagini e dalla sovrapposizione d’immagini, che lasciano parlare il cinema stesso e lasciano l’interpretazione, su più livelli, allo spettatore, senza dare risposte, senza fare morali. 


Incomunicabilità che sembra anche la parola chiave del periodo storico che stiamo vivendo e che ritroviamo in tanti altri film, dal famosissimo Lost In Translation di Sofia Coppola fino al recente gioiello di Charlotte Wells, Aftersun, che comunica più per immagini che per parole. Park Chan-Wook questo lo ha capito perchè lui stesso è un regista incompreso, inevitabilmente ricordato per il suo capolavoro Oldboy ma che troppe poche volte viene citato o ricordato per altri suoi film, come Mr.Vendetta o il più recente Mademoiselle. Si dice sia cambiato ma questo non può essere un difetto: prima di un regista, stiamo parlando di un uomo ed un uomo che non cambia e che non si mette in gioco, non esplora, non ha dubbi, sarà sempre limitato.  Park Chan-Wook questo lo ha capito eccome e non pretende di potercelo spiegare perchè è forse impossibile, ma ci racconta una storia dalla quale ognuno di noi è invitato a trarre le proprie conclusioni e riflessioni.  Una storia, neanche a dirlo, raccontata in maniera sontuosa, con un comparto tecnico di fattura assoluta ed una regia che, al Festival Di Cannes, non poteva non essere premiata.


Il 12 marzo, ai 95° Academy Awards, questo film non sarà presente nella categoria dedicata al miglior film internazionale dove, con tutta probabilità, a trionfare sarà il tedesco Niente Di Nuovo Sul Fronte Occidentale, un film che invece vorrebbe spiegare molte cose ma che, purtroppo, non riesce in nessuno dei suoi intenti. In ogni caso, Decision To Leave sarà nelle sale italiane dal 2 febbraio ed è un film che merita assolutamente d’esser visto da tutti.

Il Trailer Di Decision To Leave, Il Nuovo Film Di Park Chan-Wook

Di seguito, il trailer di Decision To Leave, il nuovo film di Park Chan-Wook premiato al Festival Di Cannes e distribuito da Lucky Red, nelle sale italiane a partire dal 2 febbario.

Voto:
4.5/5
Andrea Boggione
4.5/5
Christian D'Avanzo
0/5
Alessio Minorenti
4/5
Vittorio Pigini
5/5
Bruno Santini
4.5/5
0,0
0,0 out of 5 stars (based on 0 reviews)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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