Fortemente attesa dagli amanti di Rick and Morty e dal pubblico della piattaforma di streaming Netflix, Rick and Morty 6 è stata distribuita sul servizio a partire dal 1° dicembre 2022, a seguito del rinvio rispetto al 5 settembre 2022, data inizialmente prevista. La serie di Adult Swim, definita di genere cosmic horror, creata da Justin Roiland e Dan Harmon, si rinnova attraverso la trama che era stata fatta proseguire fino alla fine della quinta stagione, per mezzo di una serie di caratteri che hanno portato il livello generale della serie ad aumentare, coinvolgendo anche – in termini di citazione – i prodotti cinematografici degli ultimi anni, con particolare riferimento ai cinecomic e alla questione multiverso. Di seguito, viene indicata la trama e la recensione di Rick and Morty 6.
La trama di Rick and Morty 6, serie Netflix distribuita a dicembre 2022
La sesta stagione di Rick and Morty prosegue quella narrazione che aveva avuto un’impennata, in termini di trama orizzontale, in Rick and Morty 5: i due protagonisti sono vicini alla morte nella Cittadella ormai distrutta dall’azione di Evil Morty, ma la Beth dello spazio interviene salvando entrambi. Rick, allora, tenta di riparare la spara-porte ma, nel farlo, rispedisce se stesso e Morty nei rispettivi universi originari (Rick in quello in cui ha ucciso sua moglie e sua figlia, Morty nell’universo dei Cronenberg che aveva abbandonato lasciando il mondo in uno scenario post-apocalittico): mentre Summer, Beth e la Beth spaziale tentano di ripristinare la situazione, i due protagonisti fanno i conti con le realtà che hanno abbandonato.
Dopo aver riconquistato il mondo d’origine, in cui ritrovano Jerry, la famiglia Smith è costretta ad abbandonarlo dal momento che l’uomo libera per sbaglio Mr. Frundles, un essere alieno che infetta velocemente tutta la materia terrestre conquistando il mondo in qualche secondo. Nel mondo alternativo, la famiglia Smith è costretta a seppellire le copie di se stessa, nel frattempo morte, mentre Rick Prime torna al mondo d’origine per uccidere Jerry dopo che quest’ultimo riaiuta l’offerta di collaborare per dare la caccia a Rick and Morty.
La recensione della sesta stagione di Rick and Morty
“Solo tu e io, Morty! Il mondo esterno è il nostro nemico, Morty! Siamo gli unici amici che abbiamo, Morty! Solo Rick e Morty! Rick e Morty e le loro avventure! Rick e Morty sempre, per sempre, per cent’anni Rick e Morty! Io, Rick e Morty in giro nello spazio! Il momento di Rick e Morty! Per tutto il giorno, per sempre, per cento giorni Rick e Morty, per sempre, per cento volte! Ancora e ancora! Le avventure di Rick e Morty punto com! Vuvuvù punto Rick e Morty, punto com! Vuvuvù le avventure di Rick e Morty! Per cent’anni! Ogni minuto Rick e Morty punto com! Vuvuvù cento volte Rick e Morty punto com!”
Sono queste le parole che Rick pronuncia alla fine del primo episodio di Rick an Morty, in un contesto generale della serie che – a distanza di anni – appare diametralmente opposto rispetto a quanto mostrato nei suoi inizi, pur con uno spirito provocatore che è mai variato nella sua forma. La sesta stagione di Rick and Morty alza particolarmente il tiro sulla base di tutti quegli aspetti che avevano funzionato perfettamente nelle precedenti stagioni: la narrazione frenetica, l’ampio ricorso alla citazione, l’uso smodato di un’ironia ragionata, che richiamano alla mente percorsi logici e ispirazioni al cinema e alla televisione che hanno fatto la storia; l’intera costruzione di Justin Roiland e Dan Harmon continua nel suo percorso di messa in discussione di temi, così come già in Rick and Morty 5 era stato possibile osservare.
La quinta stagione della serie aveva – per mezzo dell’espediente del funerale, e non solo – presentato un’idea di rottura con la tradizione di Rick and Morty, che viene fatta proseguire nella sesta stagione della serie; in quel caso erano stati i temi del rapporto con la famiglia, dell’oscuro passato di Rick – il vero villian della serie -, della questione ambientale e dell’enorme satira al governo americano, oltre che alla sua ipocrisia manifesta. In Rick and Morty 6 l’universo tematico si allarga, includendo anche la rappresentazione narcisistica di Beth (in un improbabile ma efficace rapporto sessuale con se stessa), contrapposto alla ormai percepita pochezza del personaggio di Jerry, oltre che temi riguardanti la superficiale tronfiezza umana, il capitalismo dei bisogni e dei desideri (che si materializza per mezzo di una modifica del destino) e la delega, sempre più intima, di ogni attività al mezzo tecnologico. Il tutto in un ritmo che si fa sempre più convulso, restituendo sequenze incredibili e meritevoli di una seconda, probabilmente anche di una terza, osservazione.
Le citazioni di Rick and Morty 6 e l’esagerazione stilistica della serie
Rick and Morty 6 trova, ancora una volta nel suo insieme di citazioni, il pregio fondamentale di una messa in scena fortemente post-moderna; fin dai suoi primi episodi, la serie creata da Justin Roiland e Dan Harmon ha dimostrato di poter giocare con lo spettatore e con le sue convinzioni, per mezzo di una serie di riferimenti (a partire dal titolo dei semplici episodi) che fossero in grado di stimolare il livello di percezione di chi osserva ogni singolo episodio. Contemporaneamente, l’espediente di una trama orizzontale che prosegue molto lentamente rende ogni episodio semi-antologico nella sua forma e nel suo contenuto: il risultato, osservato in modo estremizzato in Rick and Morty 6, è la costruzione di tanti piccoli mondi rappresentativi in cui film, serie TV e narrazioni vivono e si succedono in modo costantemente geniale.
A partire dal primo episodio di Rick and Morty 6, che si assume la vicenda di parodizzare a proposito della concezione di Multiverso inaugurata, tra le altre realtà, dalla Marvel negli ultimi anni, fino al riferimento alla Zack Snyder’s Justice League nel secondo episodio (“L’8% di Zack Snyder è Batman che sogna”), passando per Die Hard, Final Destination, Basic Istinct, Black Mirror, Jurassic Park e tanti altri ancora. Rick and Morty 6 è un universo che va riscoperto costantemente, attraverso continui rewatch, per entrare nelle logiche della serie con una prospettiva sempre differente e rinnovata.
