Ballerina è uno spin-off che raccoglie con forza l’eredità di John Wick

La recensione di Ballerina – Dal Mondo Di John Wick, lo spin-off della celebre saga con protagonista Keanu Reeves che stavolta vede come volto principale quello di Ana De Armas.
Ballerina: la recensione del film di John Wick

Articolo pubblicato il 14 Giugno 2025 da Andrea Barone

Dopo il grande successo di John Wick 4, la saga sembra aver appena cominciato le sue potenzialità, perché Ballerina, alternativamente intitolato Ballerina: Dal Mondo Di John Wick, è il primo film in cui il personaggio principale non è l’icona interpretata da Keanu Reeves, perché ha il compito di iniziare ad espandere un mondo cinematografico con molte altre figure capaci di impugnare una pistola ed una lama. Ma l’operazione avrà dato i suoi frutti? A seguire la recensione dell’ambizioso spin-off con protagonista Ana De Armas.

La trama di Ballerina

Gli eventi di Ballerina sono ambientati durante le vicende di John Wick 3: Parabellum e poco prima di quelle di John Wick 4. Nonostante la presenza di personaggi che fanno parte della saga (soprattutto la Direttrice), la protagonista è completamente inedita per i fan ed appare qui per la prima volta. Il film infatti presenta la seguente trama:

Da bambina Eve Macarro è testimone del brutale attacco da parte del Cult alla sua famiglia con il padre Javier che viene ucciso. Dopo l’agguato, Eve viene condotta da Winston al rifugio della Ruska Roma, dove incontra la Direttrice e accetta di intraprendere il lungo percorso verso la vendetta. Eve inizia infatti il suo addestramento presso l’accademia del Tarkovsky Theater di New York, dove si formano ballerine e assassine attraverso una rigida disciplina. Dodici anni più tardi, Eve è ormai una killer addestrata nel combattimento corpo a corpo e con armi da fuoco. Il suo obiettivo è chiaro: trovare e uccidere i responsabili della morte del padre, anche se ciò comporta infrangere antichi equilibri tra organizzazioni criminali.

Recensione: Ballerina, il film di John Wick con Ana De Armas

La recensione di Ballerina

La grandezza della saga di John Wick, considerata da molti fondamentale per descrivere l’action contemporaneo, è quella di prendere i linguaggi dei vari generi legati al cinema d’azione e mischiarli (il quarto film, per esempio, univa i western di Sergio Leone ai film d’arti marziali orientali), rubando persino da altre forme d’arte audiovisive come i videoclip ed i videogiochi. Ballerina invece non fa nulla di tutto ciò, perché il regista non è Chad Stahelski, un autore che si è imposto prepotentemente con la sua firma, bensì Len Wiseman, un mestierante noto unicamente per aver realizzato i primi due capitoli di Underworld. Le premesse di far perdere alla saga un’identità c’erano tutte, specialmente quando dalle prime inquadrature si nota la fotografia di Romain Lacourbas che ricalca palesemente quella di Dan Laustsen nei precedenti capitoli, cosa che può far pensare ad una coerenza estetica per dare familiarità allo spettatore che torna in quel mondo lì, ma anche ad uno scimmiottamento privo di impegno. Tuttavia, per quanto la messinscena debba inevitabilmente molto ai precedenti film, quest’ultima appare molto curata grazie ad ottime coreografie ed inquadrature pulite, accompagnati da piani sequenza notevoli e stacchi di montaggio intelligenti. Inoltre, nonostante non ci sia la ricerca del misto tra generi o medium e si cerchi un’impostazione più classica, non mancano guizzi inaspettati che aumentano il piacere dei combattimenti: per esempio la scena del lanciafiamme, realizzata in modo analogico e con pochissima cgi, è completamente fuori di testa, così come è ottimo un piano sequenza che fa illudere allo spettatore un cambio di ambientazione finché l’azione non torna prepotentemente nella stessa inquadratura facendo quasi ribaltare la telecamera (elemento che verrà ripreso anche narrativamente in una scena di preparazione che di solito ci si aspetta dai personaggi del franchise).

Altro elemento di forza è che tutto ciò che è stato realizzato nei precedenti capitoli non ha impedito a questo spin-off di utilizzare nuovi metodi creativi con i quali la protagonista cerca di salvarsi dai combattimenti (come le granate utilizzate quasi come se fossero dei coltellini), rendendo l’azione ancora più divertente. Se con un nuovo capitolo si toglie dal ruolo principale il volto che ha reso iconica la saga, occorre mantenere l’interesse aggrappandosi ad elementi che hanno contribuito a rendere iconico l’ambiente in cui John Wick ha sempre agito. Partendo da questa base non sfigura l’espansione del mondo al di fuori della Tavola e del Continental (edificio che appare sempre con grande efficacia), poiché la sceneggiatura gioca su una società in cui i membri di quest’ultima sono completamente fissati dalle uccisioni che diventano unico scopo di vita. La morte non è semplicemente il contorno di un sistema come lo erano le regole della Tavola, perché qui diviene elemento di venerazione. Per gli avversari di Eve (interpretata da una bravissima Ana De Armas) non esiste dialogo e tutti sembrano delle marionette mosse dalla volontà di affondare il coltello o sparare il proiettile nella sua carne come unico scopo di vita. Ad un certo punto la stessa protagonista si ferma due secondi per stupirsi di innocui cassieri o cuoche che la assaliscono, ricalcando ironicamente la sorpresa dello stesso spettatore che assiste a stanze semplici che diventano in poco tempo zona di guerra.

Recensione: Ballerina dal mondo di John Wick

La forza di Ballerina nel mondo di John Wick

Se il lato visivo soddisfa, sorprende la cura della scrittura (realizzata da Shay Hatten, la stessa penna dietro gli script degli ultimi due film): Eve viene fin da subito presentata come una ragazza traumatizzata dall’infanzia rubata, essendo stata trascinata in una realtà da lei non voluta finché non ha deciso di accogliere quel poco che le rimane per inseguire chi le ha fatto del male. Eve è una killer con maggiori difficoltà rispetto a John Wick (non essendo esperta quanto lui), ma riesce ad adattarsi in fretta: se una donna trova davanti a sé strade apparentemente insormontabili come uomini più alti e forzuti, basta trovare il punto debole per adattare quelle stesse strade alle proprie possibilità. Questo concetto viene reiterato più volte quando la protagonista è costretta a combattere una setta che segue una tradizione che va avanti da secoli, con bambini che vengono spinti a prendere una pistola fin da piccoli (il dettaglio dei punti di tiro nelle scuole è cruciale) semplicemente perché la setta lo ritiene giusto. La tradizione però, ovviamente, non è giusta ed Eve, prima persona a ribellarsi completamente a quel sistema religioso, usa tutto ciò che ha dentro di sé per spezzare una maledizione che disumanizza chi è nato nei posti governati da uomini che strumentalizzano convinzioni morali per creare burattini. L’unica cosa che sembra fermare, almeno per pochi momenti, questa follia, è il legame che Eve ha con altre persone, un legame che rischia di essere spezzato ogni volta perché la setta non accetta qualcosa di più umano: solo la supremazia governa. Nella storia molte donne sono state costrette a seguire le regole degli uomini con la scusa di ciò che c’è scritto nei testi sacri… e nel mondo di John Wick è Eve la prima a rompere il sigillo di una setta terroristica. Il legame di sangue del villain per quest’ultimo è solo una facciata, esattamente come per molti padri che hanno ucciso le loro figlie soltanto perché queste ultime volevano un percorso più libero rispetto a quello di stare zitte indossando il velo.

Alla decisione di Eve si aggiunge il riflesso negli occhi di un’altra bambina che sta scappando da una setta: nella sua innocenza, non ancora sporcata dall’annullamento di coscienza della setta, la protagonista vede sé stessa prima che le venisse rovinata la vita e si impegna affinché questo non accada più. Lo stesso John Wick, che compare in poche ma impattanti scene, presenta delle analogie con Eve, essendo lui stesso un uomo che si è ribellato al sistema (in quel caso alla Tavola) in favore della ricerca di giustizia e di umanità. Pur non presentando quindi alcun apparente legame con una protagonista fino ad ora inedita nella saga, la poetica del personaggio di Keanu Reeves viene comunque raccolta e rimodellata in un’altra salsa, perché tutti, ad un certo punto, hanno bisogno di lottare contro le imposizioni della società. L’eredità viene quindi raccolta, che sia quella che John Wick passa ad Eve o quella che Eve passa alla bambina. Contro ogni previsione, Ballerina è uno spin-off che probabilmente non raggiunge i picchi più alti della saga, ma raccoglie bene l’anima di quest’ultima ed è girato con un’impostazione sopra la media, se non addirittura egregia in alcuni momenti. Tutto ciò dimostra che anche chi non è un autore può realizzare un ottimo film, perché, al di là della profondità del personaggio, ciò che viene regalato è uno spettacolo qualitativamente più che valido e non bisogna essere per forza giganti come James Cameron, John Woo o Denis Villeneuve per fornirlo. Se questa è la squadra che sta dietro ai capitoli collaterali di John Wick, allora c’è forte aspettativa per i prossimi progetti.

4,0
4,0 out of 5 stars (based on 1 review)
Ballerina: la recensione dello spin-off
Ballerina
Ballerina

Ballerina è lo spin-off della saga di John Wick che vede una giovane assassina vendicarsi della morte della sua famiglia.

Voto del redattore:

8 / 10

Data di rilascio:

12/06/2025

Regia:

Len Wiseman

Cast:

Ana De Armas, Keanu Reeves, Anjelica Huston, Gabriel Byrne, Catalina Sandino Moreno, Norman Reedus, Victoria Comte, Ian McShane e Lance Reddick

Genere:

Action, thriller

PRO

L’ottima regia
La caratterizzazione della protagonista
L’espansione della mitologia di John Wick
Le interpretazioni del cast
L’assenza del miscuglio tra generi e medium tipica della saga
Alcune sequenze d’azione troppo reiterate