Articolo pubblicato il 12 Giugno 2025 da Gabriele Maccauro
Il 2025 è un anno d’oro per Alexander Payne. Il regista premio Oscar non solo sarà presidente di giuria dell’82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ma, come da poco annunciato, riceverà il Pardo d’onore in occasione del 78esimo Locarno Film Festival. Un riconoscimento prestigioso da parte di una delle manifestazioni cinematografiche più antiche ed importanti al mondo, che gli verrà consegnato la sera di venerdì 15 agosto. Inoltre, il regista presenterà le proiezioni di Paradiso Amaro (2011) e Nebraska (2015), oltre a tenere un incontro aperto con il pubblico. Locarno 78 si terrà dal 6 al 16 agosto di quest’anno.
Le parole di Giona A. Nazzaro, Direttore artistico del Locarno Film Festival
Il Pardo d’onore 2025 del 78esimo Locarno Film Festival sarà attribuito al regista statunitense Alexander Payne. Riguardo questa scelta si è espresso il Direttore artistico Giona A. Nazzaro con le seguenti parole:
“Alexander Payne è un autore colto, dalla cinefilia enciclopedica. Dotato di un infallibile senso della commedia umana, è un cineasta dalla sensibilità squisitamente classica e moderna al tempo stesso. Regista impeccabile, ha lavorato con nomi come Jack Nicholson, George Clooney, Reese Witherspoon, Laura Dern, Matt Damon, Bruce Dern e Paul Giamatti. In Payne si uniscono la conoscenza del saper fare del cinema hollywoodiano e l’unicità della sua poesia. È autore di una filmografia unica, nella quale ha affrontato sempre le complessità della condizione umana con il sorriso e in un dialogo instancabile con il pubblico.”
La carriera di Alexander Payne: dall’Oscar al Pardo d’onore
Nato a Omaha, Nebraska il 10 febbraio 1961, Alexander Payne è uno dei registi più importanti del cinema statunitense, nonostante il suo nome non sia poi così noto alla massa. Il suo debutto su grande schermo arriva nel 1996 con La Storia di Ruth, Donna Americana, opera di buon successo che gli permette, nel 1999, di realizzare il suo primo grande successo, ovvero Election. Il film ottiene una candidatura al premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale ma vince tre Independent Spirit Awards di peso: miglior film, regia e sceneggiatura. Payne viene così lanciato tra i maggiori autori indipendenti americani e, con il lungometraggio seguente, alza ulteriormente l’asticella.
Nel 2002 presenta infatti al 55esimo Festival di Cannes A Proposito di Schmidt, una commedia drammatica con protagonista Jack Nicholson. Pioggia di nomination un po’ per tutta l’America ma sostanzialmente nessuna vittoria di peso. Il primo vero grande riconoscimento arriva invece nel 2004 quando, con Sideways, Alexander Payne vince il premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale insieme a Jim Taylor (su 5 candidature totali). Si tratta di un successo straordinario capace di ottenere anche due Golden Globe, un BAFTA ma soprattutto, per un autore come lui, sei Independent Spirit Awards.
Dopo aver diretto nel 2005 un episodio del film collettivo Paris, Je t’aime, Alexander Payne riesce in una doppietta più unica che rara: vincere il secondo premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale consecutivo (su 5 nomination). Il suo lungometraggio seguente infatti, nonostante arrivi solamente nel 2011, è Paradiso Amaro, con protagonista George Clooney. Payne è così all’apice della sua carriera e con l’apprezzamento condiviso da parte di pubblico e critica. Questa popolarità non lo distrae dal proprio obiettivo e Payne continua a perseverare ed a realizzare il proprio cinema. Nel 2013 esce nelle sale Nebraska, altro titolo di enorme rilevanza che, nonostante ottenga candidature ovunque – sei agli 86esimi Academy Awards – rimane a bocca asciutta. Poco male perché il film è generalmente amato da tutti, soprattutto per la straordinaria interpretazione di Bruce Dern.
Nel 2017 arriva l’unico passo falso – se parliamo meramente di ricezione critica e riconoscimenti ricevuti – nella carriera di Alexander Payne, ovvero Downsizing, con Matt Damon e Christoph Waltz. Il film viene presentato in anteprima alla 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Al momento, il suo ultimo lungometraggio resta The Holdovers (2023), film follemente vietato ai minori di 17 anni negli Stati Uniti per “linguaggio scurrile, uso di droghe e materiale sessuale” che ottiene un buon successo e lo porta a vincere un premio Oscar per la miglior attrice non protagonista con Da’Vine Joy Randolph, ma che può contare anche sul veterano e straordinario Paul Giamatti e su Dominic Sessa, qui al suo debutto su grande schermo e che, ne siamo certi, rivedremo molto presto, magari proprio in un film di Alexander Payne.
Fonte: locarnofestival