Dragon Trainer è il live-action di cui avevamo bisogno?

È finalmente pronto ad approdare nelle nostre sale il tanto atteso remake live-action di “Dragon Trainer” diretto da Dean DeBlois.
Dragon Trainer di Dean DeBlois

Articolo pubblicato il 7 Giugno 2025 da Andrea Boggione

In un panorama cinematografico dove le idee originali scarseggiano sempre di più o fanno più fatica ad emergere, l’operazione remake live-action, ovvero trasporre sul grande schermo un film d’animazione con personaggi “in carne e ossa” o ambientazioni quanto più reali (computer grafica ed effetti speciali permettendo), ha raggiunto una certa popolarità grazia alla nota Walt Disney Pictures. La casa di produzione dalle grandi orecchie, dopo un paio di tentativi sul finire degli anni ’90, dal 2010 ha, infatti, deciso di realizzare un nuovo ciclo di adattamenti in live-action dei suoi famosi classici. 

Un’operazione divenuta con il tempo quasi una moda, ma legata unicamente alla Disney. Nel 2025, però, oltre al recente remake di “Lilo & Stitch”, un’altra casa di produzione ha deciso di trasporre un suo titolo d’animazione in live-action. Dal 13 giugno, infatti, dopo una serie di anteprime tra fiere e iniziative, arriva nelle sale italiane “Dragon Trainer” di Dean DeBlois, già autore del primo capitolo animato, la versione live-action del famoso titolo DreamWorks del 2010. Di seguito, la trama ed una breve analisi di uno dei film più attesi di quest’anno. 

La trama del remake live-action DreamWorks  

Sulla selvaggia e piccola cittadina di Berk, Hiccup Horrendous Haddock III (Mason Thames), un giovane vichingo, è convinto che per rendere fiero suo padre, Stoick l’Immenso (Gerard Butler), il capo villaggio, dovrà uccidere al più presto un drago, come vuole la tradizione. Durante uno degli ultimi assalti da parte di queste creature, Hiccup tenta di raggiungere il suo obiettivo ed è convinto di essere riuscito, nel marasma generale tra fuoco e fiamme, di aver catturato addirittura una Furia Buia, la specie più pericolosa tra i draghi. 

Il ragazzo è per molti un emarginato, considerato diverso dal classico vichingo, ma nei giorni successivi all’assalto, mentre vaga per la foresta si imbatte inaspettatamente proprio nel drago che era convinto di aver catturato. La Furia Buia è ferita e non riesce più a spiccare il volo, ma Hiccup non sferra il colpo di grazia e scopre, incontro dopo incontro, che queste creature non sono poi così pericolose come viene raccontato e tramandato da tempo, ma possono essere addestrate. Ora, però, il problema o lo scoglio più grande da superare è convincere suo padre e la popolazione di Berk

Dragon Trainer di Dean DeBlois

La recensione di Dragon Trainer diretto da Dean DeBlois 

Negli ultimi anni, sull’onda del successo economico dei vari live-action Disney, più di un rumor confermava che anche in casa DreamWorks c’era l’idea di realizzare una versione di questo tipo per uno dei loro titoli di punta d’animazione. Nel 2023, infatti, arriva un ulteriore conferma con a capo del progetto proprio Dean DeBlois, il quale nel 2010 ha co-diretto con Chris Sanders (“Lilo & Stitch”, 2002 e “Il Robot Selvaggio”, 2024) il primo capitolo del franchise animato. Tra alcuni degli altri ritorni c’è anche il compositore John Powell, mentre tra le fila del cast c’è Gerard Butler che, dopo aver prestato la voce al personaggio di Stoick, questa volta è fisicamente sul set nei panni del padre di Hiccup. 

La natura del progetto è chiara fin dal primo momento, una grande operazione di marketing che punta a rimpolpare ulteriormente le casse di una major grazie uno dei loro brand più importanti e riconosciuti dal grande pubblico. Fin dall’uscita del primo film d’animazione, la DreamWorks è riuscita a colpire un numero immenso di spettatori con questa storia che si rifà alle leggende vichinghe, tra folklore e avventura, un genere che si sposa alla perfezione con l’animazione. Proprio grazie a questa tecnica si riesce a sperimentare e giocare spesso con la sospensione dell’incredulità rispetto alla visione di creature magiche o frutto di fantasia, proprio come i draghi. Inaspettatamente, però, il film d’animazione risultò all’epoca un grande successo perché, oltre ad una componente tecnica di ottimo livello, riusciva ad unire a tutto questo anche un’introspezione emotiva non indifferente

Il racconto gira tutto intorno ad una profonda storia di amicizia, una tra le più improbabili visto che si sviluppa tra un essere umano ed un creatura alata, considerata pericolosa da generazioni. Se poi si aggiungono una serie di approfondimenti legati a tante altre tematiche come il rapporto padre-figlio, il considerarsi o essere a tutti gli effetti un emarginato e diverso rispetto alla massa, senza sbavature o cadute di stile, il gioco è fatto. Ecco che sul grande schermo prende forma una storia di formazione, fatta di legami, amore, amicizia, coraggio e spirito d’avventura, che riesce a passare velocemente dai toni più accessi ai più oscuri, senza perdere il suo spirito, quell’anima che ha reso grande una storia così semplice. 

Una volta terminata la trilogia d’animazione, senza contare i vari cortometraggi e le serie tv, nel 2025 si arriva al live-action, un remake che tenta in tutti i modi riproporre quelle stesse identiche dinamiche del capitolo animato. In questa nuova versione tutto prende davvero vita, una seconda volta, ma ora diventa tutto più tangibile, più vero e ancora più credibile nel suo restare comunque un fantasy. Hiccup è un ragazzo “in carne e ossa”, o meglio “pelle e ossa”, che passo dopo passo ripercorre il viaggio della sua copia animata e il giovane Mason Thames risulta una scelta di casting ai limiti della perfezione, riuscendo ad incanalare in sé tutte le sfaccettature di un personaggio di finzione, facendole sue e regalando un’ottima interpretazione. 

Dragon Trainer di Dean DeBlois

Dai personaggi alla CGI, quali sono gli elementi che funziono di più e di meno? 

Ottimo è anche il resto del cast, soprattutto un mai così in parte Gerard Butler, spesso abituato sicuramente ad un cinema più muscolare, mentre qui si trova di fronte ad un personaggio di sicuro imponente e spavaldo, ma dall’animo fragile e che fino ad un certo punto non riesce a rapportarsi con suo figlio. Tra gli altri protagonisti ci sono anche Skaracchio, interpretato dall’ormai sempre più caratterista Nick Frost, e anche gli altri ragazzi, i giovani allievi del corso d’addestramento per diventare ammazza-draghi: Astrid Hofferson, Gambedipesce Ingerman, Moccicoso Jorgenson, Testabruta e Testaditufo Thorston, interpretati rispettivamente da Nico Parker, Julian Dennison, Gabriel Howell, Bronwyn James e Harry Trevaldwyn. Certo, qui ci sono evidenti cambiamenti legati alla fisionomia dei volti ed a livello culturale, ma nulla che possa realmente inficiare la riuscita dell’opera, anzi molti di loro subiscono anche un leggero quanto gradito approfondimento. 

Loro sono i veri protagonisti, un gruppo di ragazzi che finisce per essere capitanato da Hiccup, il quale passa da emarginato a leader inaspettato della compagnia. Una crescita che si sviluppa di pari passo anche con il suo nuovo amico Sdentato (Toothless), la Furia Buia, quel drago che per puro caso a catturato, poi liberato e attraverso il quale tenta di far cambiare idea a suo padre e all’intera Berk sul retaggio di queste creature alate. Anche nella versione live-action è presente un certo carico emotivo che prende forma durante la crescita del rapporto tra il ragazzo e il drago, nonostante la scelta di trasporre ogni singola sequenza animata nel minimo dettaglio. Una scelta che finisce, però, per avere sia dei pro sia dei contro: da un lato, come già sottolineato, restituisce le medesime emozioni e sensazioni attraverso qualcosa che il pubblico percepisce come più vero, ma dall’altro viene a mancare quella scintilla che rendeva davvero unico il film del 2010. 

Un ultimo aspetto per nulla banale, anzi, tra i più suscettibili alle critiche è senz’altro la computer grafica o CGI: i cosiddetti effetti speciali della pellicola live-action realizzati dalla Framestore sono incredibili, una cosa non del tutto scontata al giorno d’oggi, nonostante l’avanzamento tecnologico. La realizzazione dei draghi e delle ambientazioni è curata nei dettagli riuscendo a restituire una grande credibilità all’intera opera. Da Sdentato fino ai diversi altri draghi che vengono mostrati in questo remake, tutti questi elementi realizzati mediante CGI sono perfettamente integrati con gli ambienti ed i personaggi reali che li circondano. Incredibili sono anche le scenografie, l’isola di Berk è prevalentemente costruita mediante set fisici e l’utilizzo di pupazzi e attrezzature specifiche  che hanno aiutato gli attori e la post produzione nella realizzazione dei vari esemplari di drago. 

Infine, tra tanti pregi e alcuni difetti, è forse scontato, ma per nulla banale, concentrarsi anche sul lavoro di messa in scena effettuato da DeBlois che, conoscendo già la materia di partenza, riesce a muoversi agilmente anche con le sequenze in live-action, un risultato più semplice a dirsi che a farsi. Certamente hanno aiutato parecchio la stupenda fotografia di Bill Pope, assunto su consiglio di Roger Deakins, leggenda tra i direttori della fotografia e consulente della trilogia animata di “Dragon Trainer”, e la splendida colonna sonora che riprende le tracce del film d’animazione, ma il risultato in relazione alle scene in live-action resta di altissimo livello. 

Dragon Trainer di Dean DeBlois

Dragon Trainer è il live-action di cui avevamo bisogno?

Quindi “Dragon Trainer” è il live-action di cui avevamo bisogno? Una domanda a cui non è così semplice ed automatico rispondere: da un lato resta la classica operazione di marketing che punta ad un incasso facile, per quanto oggi l’industria può vivere ancora di facili grandi risultati al box office, che ripropone una dinamica o una storia già vista, dove manca quell’originalità; mentre dall’altro è difficile ribadire che, dal punto di vista qualitativo, è così che si può realizzare un remake live-action, riproponendo fotogramma per fotogramma il film animato, aggiungendo quel pizzico di approfondimenti in più e, soprattutto, senza troncare gli elementi più importanti del titolo originale, se quello già di suo funziona. 

Non si tratta comunque di un semplice remake, la forza di questa versione di “Dragon Trainer” sta nel tentare di ridefinire o riscrivere un certo tipo di linguaggio e, nonostante quel pizzico di originalità in meno visto che si parte da un’opera pre-esistente, riesce comunque a catturare l’attenzione del pubblico, trasportandolo all’interno di una storia ricca di vita, malinconia, ironia e felicità, tutto all’interno di un grande percorso di crescita che intraprendono tutti i personaggi, chi più chi meno, senza dimenticare gli stessi draghi. In più, come sottolineato dall’autore, non manca un grande confronto tra generazioni, una continua ricerca d’identità, una grande storia che, come dice ancora una volta lo stesso DeBlois: “su chi osa guardare oltre ciò che gli è stato insegnato” e allora al pubblico non resta che cavalcare e volare ancora una volta a bordo di queste fantastiche creature. 

4,0
4,0 out of 5 stars (based on 1 review)
Dragon Trainer di Dean DeBlois
Dragon Trainer
Dragon Trainer

Hiccup, un giovane vichingo, è il figlio di un importante capo villaggio e cerca in ogni modo di onorare la tradizione diventando un eroico domatore di draghi.

Voto del redattore:

8 / 10

Data di rilascio:

13/06/2025

Regia:

Dean DeBlois

Cast:

Mason Thames, Nico Parker, Gerard Butler, Nick Frost e Julian Dennison

Genere:

Fantastico, Commedia, Drammatico, Avventura

PRO

Il rispetto verso l’opera originale
Quelle piccole aggiunte ben integrate all’interno della narrazione
L’approfondimento di alcuni personaggi di contorno
Una CGI di altissimo livello
La presenza del film d’animazione originale non aiuta
Manca quella scintilla che rendeva davvero unico il film del 2010