Articolo pubblicato il 30 Maggio 2025 da Vittorio Pigini
Distribuito nelle sale italiane dal 29 maggio 2025 grazie a Midnight Factory, L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual è il nuovo film scritto e diretto da David Midell. Ad un anno esatto dal film di Joshua John Miller con protagonista Russell Crowe, ed attendendo il prossimo Bring Her Back dei fratelli Philippou, ecco il nuovo film horror a tema possessioni demoniache, che porta sullo schermo non una storia qualsiasi. Il terzo lungometraggio diretto da David Midell, che vede come protagonista Al Pacino, racconta infatti la storia di esorcismo sulla ragazza Emma Schimdt, considerato uno dei casi di possessione più ampiamente documentati nella storia della Chiesa. Ecco di seguito la recensione del film The Ritual con Al Pacino.
La trama di L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual, il film horror con Al Pacino
Distribuito da Midnight Factory, L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual si basa sulle vicende tratte dalla storia vera di Hulda Emma Schmidt, ampiamente documentate nel corso degli anni. Siamo nel 1928 ed il film narra di Padre Joseph Steiger, giovane parroco della chiesa di St. Joseph, il quale riceve dal suo superiore un incarico molto delicato. Una ragazza di nome Emma, infatti, soffrirebbe di qualcosa estraneo al mondo della scienza, portando a considerare fenomeni sovrannaturali. Occorrerà infatti praticare un esorcismo e, per provare a sconfiggere le forze del Male, occorrerà l’aiuto dell’anziano Padre Theophilus Riesinger.

La recensione di L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual: la semplice lotta tra Bene e Male
Fin dal capolavoro di William Friedkin del 1973, il rituale d’esorcismo si è aggrappato con le unghie e con i denti alla storia del cinema horror. Nel corso dei decenni, infatti, è stata prodotta una vera e propria progenie di film incentrati sulle possessioni demoniache, a volte mantenendo la visione sui binari più “classici” e più vicini al film capostipite, altre volte svicolando in operazioni più originali. Rimanendo solo nell’ultimo periodo, successivamente all’ottimo Talk to me, alle due apparizioni in toga di Russell Crowe, i due fallimentari ritorni alle grandi saghe del passato e molto altro, ecco arrivare al cinema un nuovo film d’esorcismo vecchio stampo.
In tali termini non si fa riferimento ovviamente a qualsivoglia elemento tecnico-qualitativo, quanto e semplicemente a livello di struttura del film. Vicende immancabilmente tratte da “una storia vera”, prete novizio e tormentato affiancato dalla sua integerrima controparte anziana, ragazza indemoniata e scontro a suon di preghiere ed acqua santa con le forze del Male. La natura “convenzionale” di L’esorcismo di Emma Schmidt non deve rappresentare necessariamente un fattore detrattivo, vivendo una fase storica che necessariamente deve svecchiare il format con trovate più originali possibili, come ad esempio lo splendido Late Night with the Devil.
Ma proprio questa tendenza a cercare la novità, nel film di possessioni demoniache, ha portato inevitabilmente ad un allontanamento dalla “vecchia scuola Friedkin”, con il film di David Midell pronto a tornare su quella strada. La sostanza stessa dell’opera, tuttavia, viene ancor più semplificata, non riuscendo mai ad andare oltre la “semplice” lotta del Bene contro il Male, mancando altre convenevoli vie come quella del rimorso e della colpa. L’esorcismo di Emma Schimdt, dunque, è e vuole essere una semplice trasposizione su schermo di una celebre storia nel mondo della Chiesa, con il protagonista che combatte il Diavolo nelle consuete fasi del rituale e cercando di terrorizzare il più possibile. Ci sarà riuscito?
Tremare di paura o paura di tremare?
Addentrandosi più nello specifico, nella visione di L’esorcismo di Emma Schmidt – The Ritual, non si può non spendere due parole riguardo all’elefante nella stanza, ovvero la sua regia (specificatamente riferito qui alla conduzione della macchina da presa). Dal primo all’ultimo dei suoi 98′ il film è decisamente “nauseante”, nel senso stretto nel provocare nausea per colpa di un caos immotivato ed appunto incontrollato della messa in scena su schermo. Continui scavalcamenti di campo senza un nesso coerente, zoom-in e zoom-out improvvisati, tremolio evidente e continuo della macchina a mano ed altro.
La direzione della macchina da presa non fa altro quindi che enfatizzare un caos che regna sovrano sullo schermo, con il montaggio spezzatino che non offre sicuramente una mano, anzi. Dato il materiale di partenza (ovvero il “tratto da una storia vera” ampiamente documentata), l’idea sembrerebbe infatti quella di restituire una visione simil-documentaristica, o comunque vicina all’idea concettuale del mockumentary, senza che ciò sia effettivamente presente. La nauseante regia di David Midell, da questo punto di vista, arriva quasi a cancellare completamente il buon lavoro effettuato invece sul resto della messa in scena. La commistione, tra la spenta resa foto-scenografica ed il conturbante sonoro, confluisce in un’esperienza dalla morbosità palpabile su schermo, dove l’orrore viene dosato in modo semplice ed intelligente.
Più che sulla tensione o facili spaventi (se ne contano giusto un paio), il film spinge tutto sul cercare di rendere il più sgradevole possibile la presenza demoniaca di ed in Emma. In questo è sicuramente da lodare la prova dell’attrice e modella statunitense Abigail Cowen, con la “faccia giusta” (una certa somiglianza con la Carrie di Sissy Spacek) e che si lascia “maltrattare” dal trucco per poi incidere sullo schermo. Se l’indemoniata Cowen rappresenta la miglior espressione del cast del film, il resto è quello dal quale si poteva aspettare sicuramente qualcosa di più. Oltre a comparsate evitabili, come quelle di Ashley Greene (Twilight), Patrick Fabian (Better Call Saul) e Patricia Heaton (The Middle), il britannico Dan Stevens non riesce mai ad entrare nel film.
Non aiutato sicuramente da una scrittura non ottimale (che continua a cercare una ragione scientifica agli eventi, nonostante il paranormale sia più che evidente davanti ai suoi occhi), l’attore di Abigail e Cuckoo dovrebbe essere protagonista della storia ma viene schiacciato dal suo illustre collega in “vacanza premio”. Dopo essere stato il Diavolo in persona, e successivamente a nomi come Max von Sydow, Anthony Hopkins e molti altri, anche Al Pacino veste la toga del prete esorcista. Passato alla storia del cinema principalmente per il suo esplosivo temperamento, la star di Scarface e Il padrino è costretto a fare i conti con gli anni che passano. Una prova decisamente insapore quella per il personaggio di Theophilus, eccessivamente in privazione rispetto alle condizioni che lo stesso deve affrontare.