Articolo pubblicato il 21 Maggio 2025 da Bruno Santini
A trent’anni dalla nascita del Dogma 95, che ha portato alla nascita di alcuni capolavori come Festen di Vinterberg, ispirando anche registi come Harmony Korine, il Festival di Cannes 2025 ha visto la presentazione di Dogma 25, un nuovo manifesto cinematografico che si propone di rinnovare i principi del movimento originale, adattandoli alle sfide del cinema contemporaneo. Guidato da un collettivo di cinque cineasti nordici, Dogma 25 si presenta come una risposta alle derive tecnologiche e commerciali dell’industria cinematografica odierna, in un contesto che è ancor più fortemente influenzato da Internet e dalle sue componenti: ma che cosa c’è da sapere a proposito di Dogma 25? Di seguito, tentiamo di indicare tutto ciò che c’è da sapere a proposito di che cos’è e come funziona il nuovo movimento, relativamente anche a membri, regole e il “voto di castità”.
Chi sono i membri del nuovo Dogma 25?
La presentazione al Festival di Cannes 2025 del nuovo Dogma 25 è sicuramente un aspetto che fornisce grande rilevanza al movimento cinematografico, oltre che al Festival della Croisette che si fa portavoce di una nuova possibile rivoluzione per la settima arte. Il movimento è stato fondato da cinque registi e artisti danesi e svedesi: May el-Toukhy, Milad Alami, Annika Berg, Isabella Eklöf e Jesper Just. Questi autori, già noti per le loro opere precedenti e per un approccio essenziale nell’ambito della storia del cinema, hanno deciso di unire le forze per lanciare un’iniziativa che mira a riportare l’autenticità e l’integrità artistica al centro della creazione cinematografica, ispirandosi al celebre Dogma 95 che costituì una sfida altrettanto considerevole per Thomas Vinterberg e Lars Von Trier. Il progetto ha ricevuto il sostegno di importanti istituzioni come Zentropa, il Danish Film Institute e TrustNordisk, oltre all’approvazione dei fondatori del Dogma 95, Lars von Trier e Thomas Vinterberg, che hanno commentato positivamente l’iniziativa.
Le regole del Dogma 25: un nuovo voto di castità e il manifesto del movimento
Il manifesto di Dogma 25 introduce diverse nuove regole, definite “voto di castità”, che i cineasti aderenti si impegnano a rispettare e che riportano sia all’essenzialità del Dogma 95, a cui evidentemente si ispirano, sia ad un momento storico fortemente differente per le sfide che il cinema si trova ad affrontare. Tra le regole del Dogma 95 osserviamo:
- La sceneggiatura deve essere originale e scritta a mano dal regista
- Almeno metà del film deve essere senza dialoghi
- Internet è off-limits in tutti i processi creativi
- Accetteremo solo finanziamenti senza condizioni che alterino i contenuti
- Non più di 10 persone dietro la telecamera
- Il film deve essere girato nel luogo in cui si svolge la narrazione
- Non è consentito usare il trucco o manipolare volti e corpi a meno che non facciano parte della narrazione
- Tutto ciò che riguarda la produzione del film deve essere noleggiato, preso in prestito, trovato o utilizzato
- Il film non deve essere realizzato in più di un anno
Tutte queste regole mettono in prima linea alcuni elementi fondamentali: da un lato, la difesa delle idee affinché queste non siano alterate da alcuna componente esogena alla realizzazione dell’opera; dall’altro, l’essenzialità del film privo di effetti speciali, CGI per ricostruire gli spazi o trucco; in ultimo, la riduzione sostanziale del budget affinché tutto sia realizzato nei tempi più brevi possibili.
Per consultare l’intero manifesto, suggeriamo di cliccare qui.
I progetti futuri del Dogma 25 e i film in arrivo
Il collettivo di Dogma 25 si è impegnato a realizzare cinque film entro un anno, seguendo le regole del manifesto. Questi progetti saranno prodotti con il supporto di Zentropa e altre istituzioni cinematografiche nordiche. L’obiettivo è dimostrare che è possibile creare opere cinematografiche di qualità anche con risorse limitate e senza ricorrere alle convenzioni dell’industria mainstream: naturalmente, sarà interessante osservare quale sarà il futuro del movimento e, soprattutto, se questo potrà dimostrarsi sostenibile nel corso degli anni, soprattutto in virtù di tutti i cambiamenti nel cinema che interessano l’intelligenza artificiale nei processi creativi e non solo.