Articolo pubblicato il 16 Maggio 2025 da Bruno Santini
In anteprima al Festival di Cannes 2025, dove era tra i film più attesi presenti In Concorso, Eddington è il quarto film dietro la macchina da presa di Ari Aster, che torna a dirigere un film dai tempi di Beau ha paura, che non ha ottenuto un grandissimo successo né in termini di botteghino, né per quanto riguarda la valutazione della critica. Joaquin Phoenix, Austin Butler, Emma Stone e Pedro Pascal sono protagonisti all’interno di un film che riflette sul senso della pandemia, del lockdown da Coronavirus e di tutte le implicazioni sociali che si riflettono all’interno della città presentata nel film. Il lungometraggio, come è stato possibile vedere soprattutto per quanto riguarda il poster che mostra un’opera di David Wojnarowicz, presenta un insieme di riferimenti che potrebbero non essere immediati ma che – allo stesso tempo – offrono una chiave di lettura molto interessanti circa lo sguardo complessivo del regista. Tra questi c’è uno strano nome, SolidGoldMagikarp, che viene utilizzato per definire l’impresa tech di cui si parla nel film. Ma che cosa significa questo nome?
Che cos’è il SolidGoldMagikarp e che cosa c’entra con Eddington?
Difficile pensare che Ari Aster abbia scelto casualmente questa espressione per Eddington, il suo film che riflette molto sul presente e che, soprattutto, presenta dei punti di contatto molto importanti con la contemporaneità, soprattutto per quanto riguarda tutti quei cambiamenti sociali e ideologici osservati fin dal momento in cui c’è stata la pandemia da Coronavirus. SolidGoldMagikarp, il nome che viene utilizzato per definire la società tech di cui si parla all’interno del lungometraggio, è tutt’altro che casuale e coloro che sono interessati al tema dell’intelligenza artificiale generativa e, soprattutto, di ChatGPT ne avranno sentito sicuramente già parlare.
Ma che cos’è il SolidGoldMagikarp? Senza scendere troppo nel dettaglio in termini di tecnicismi e spiegazioni complicate a proposito dei processi di tokenizzazione, basti indicare che si tratta di un token particolare (una singola unità linguistica) che viene generata casualmente da ChatGPT e che attualmente non ha alcuna spiegazione. Nell’ambito delle ricerche condotte circa i token che vengono generati più spesso da ChatGPT c’è proprio SolidGoldMagikarp, che però effettivamente non ha una spiegazione e di cui non si parla neanche sul web: esso, in effetti, viene generato casualmente come errore da parte dell’intelligenza artificiale generativa, e le recenti ricerche dimostrano che se si chiede a ChatGPT che cosa sia un SolidGoldMagikarp, questi potrebbe rispondere indicando la parola come “distribuzione”, a quanto pare mostrando che la specifica stringa SolidGoldMagikarp sia in realtà un errore di formulazione di singole lettere all’interno dell’espressione. A questo punto la domanda resta la stessa: che cosa c’entra quest’espressione con Eddington?
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Il significato di SolidGoldMagikarp in Eddington di Ari Aster
Per quanto la storia di SolidGoldMagikarp sia poco più di un semplice divertissment che entusiasma gli amanti dell’intelligenza artificiale e degli addetti ai lavori nell’ambito del processo di tokenizzazione, rappresenta comunque un contenuto molto interessante e, per un regista come Ari Aster che mostra così tanto attenzione nei confronti del presente, immaginiamo che nulla sia lasciato al caso. Ma che cosa significa, dunque, SolidGoldMagikarp in riferimento a Eddington? Dal momento che nel film si parla di un’azienda tech che però – nonostante le incredibili premesse – si rivela essere nient’altro che fuffa, probabilmente nella scelta di Ari Aster c’è una forma di giudizio dissacrante nei confronti delle AI, soprattutto per quanto riguarda il loro ruolo nell’ambito della società contemporanea. Evidenziare un errore di sistema, un bug della generazione da parte di quel software a cui tutti si affidano al giorno d’oggi, potrebbe essere allora interpretabile come un giudizio del regista. In alternativa, possiamo considerare questa scelta come nient’altro che un piacevolissimo easter-egg, che porta il regista a sfidare la nostra attenzione rispetto alla visione complessiva di un’opera.