Articolo pubblicato il 16 Maggio 2025 da Bruno Santini
Per la quarta volta dietro la macchina da presa dopo il grandissimo successo di Hereditary e Midsommar, ma anche dopo il flop – commerciale e per la critica – di Beau ha paura, Ari Aster è sicuramente uno dei registi più interessanti del cinema contemporaneo; che piaccia o meno il suo stile di regia, l’autore ha già dimostrato di avere un’ideologia molto chiara e un pensiero che (nell’ambito della settima arte) si esprime talvolta anche ricercando delle chiavi di significato e delle visioni simboliche tutt’altro che chiare e definite. Un esempio è caratterizzato dalla lunghissima sequenza animata di Beau ha paura, che richiama molto il già complesso cinema di Charlie Kaufman; per Eddington, in anteprima al Festival di Cannes 2025, uno dei poster promozionali scelti mostra un’opera di David Wojnarowicz: tre bisonti che precipitano da una parete rocciosa. Ma qual è il significato di questo poster e perché è stato scelto per Eddington?
L’opera di David Wojnarowicz e il legame con la fobia da AIDS
Per tentare di definire quale sia il significato del poster di Eddington, che anticipa la presentazione in anteprima del film di Ari Aster al Festival di Cannes 2025, dobbiamo rifarci all’opera presente proprio in uno degli ultimi materiali promozionali del film che vede Joaquin Phoenix nuovamente nei panni del protagonista, accanto ad Austin Butler ed Emma Stone, che vengono per la prima volta diretti da Ari Aster così Pedro Pascal nel film. L’opera in questione, ufficialmente senza titolo, è conosciuta convenzionalmente come Buffalos ed è un mixed media (parti fotografiche ed elementi dipinti) di David Wojarowicz, artista, critico e regista che ha tentato di sensibilizzare molto sul fenomeno dell’AIDS nel corso della sua carriera. A seguito di una visita al National Museum of American History di Washington, l’uomo è venuto a conoscenza di una delle pratiche di caccia ai bisonti che venivano realizzate da parte dei nativi americani, la quale si basava sulla caduta degli animali dalle pareti rocciose di un dirupo.
L’immagine della caduta dei bisonti scosse particolarmente David Wojnarowicz, che aveva appena perso il suo compagno Peter Hujar in virtù dell’AIDS e che aveva di recente ottenuto una diagnosi di HIV; questo senso di profonda crudeltà e indifferenza, che rivedeva negli animali e che portava al senso di vicinanza con tutti coloro che si ammalavano dell’imperversante condizione del secolo scorso, ispirò la sua opera, in cui rifletteva sul senso di fobia per l’AIDS che ha scosso l’opinione pubblica. Ostracismo, divinizzazione della malattia (parafrasando le ricerche di Susan Sontag in materia), trattamento di indifferenza nei confronti della persona che soffriva di patologia e anche senso di profonda repulsione politica e sociale si riflettono nella caduta dei bisonti verso il dirupo.
Nelle sue memorie del 1990 David Wojnarowicz scriveva: “È estenuante vivere in una popolazione in cui le persone non parlano se ciò a cui assistono non le minaccia direttamente”, in riferimento ad una condizione di profonda lontananza rispetto al senso stesso della malattia che – in un momento di profonda ignoranza, quando si credeva che la trasmissione dell’HIV potesse avvenire in forma virale – portava chi ne era affetto ad essere profondamente isolato dal punto di vista sociale.

Il significato dell’opera di Wojnarowicz nel poster di Eddington
La scelta dell’opera di David Wojnarowicz è perfettamente chiara, e permette di definire non soltanto il significato del poster di Eddington, ma anche quello che vuole essere il messaggio principale del film di Ari Aster. Nel corso della sua carriera, il regista statunitense ha spesso messo in discussione i nuclei sociali, a partire da quello della famiglia che viene raccontata sempre in modo disfunzionale e problematico nel corso delle sue opere, che si tratti di horror puro come Hereditary o di racconto maggiormente soprannaturale e disturbante, come in Midsommar e Beau ha paura. La rappresentazione di Eddington è probabilmente meno orrorifica dei due precedenti film, in cui il senso del terrore non imperversa allo stesso modo, ma gli elementi della dissoluzione umana e sociale ritornano comunque nella rappresentazione della società americana raccontata.
Il tema è quello del lockdown e della pandemia da Coronavirus, che sono protagonisti del quarto film di Ari Aster che continua a riflettere sulla società e sul micro-mondo che vuole rappresentare all’interno della sua opera, a questo punto della carriera ampliando decisamente la pletora dei soggetti rappresentati e la forma del gruppo sociale. L’isteria del lockdown, il clima di costante tensione che si osserva nella cittadina e l’inquietudine crescente rappresentano temi che incontrano proprio quel senso di indifferenza, di isolamento e di terrore che Wojnarowicz raccontava nella sua opera, che così si connette profondamente al messaggio e al significato di Eddington.