La stanza accanto: come finisce? La spiegazione del finale del film di Pedro Almodóvar

La spiegazione del finale di La stanza accanto, il film vincitore del Leone d’Oro a Venezia81 di Pedro Almodóvar con Tilda Swinton e Julianne Moore: come finisce?
La spiegazione del finale del film La stanza accanto di Pedro Almodóvar

Articolo pubblicato il 9 Settembre 2024 da Arianna Casaburi

Premiato all’81esima edizione del Festival del Cinema di Venezia aggiudicandosi il maggiore nonché più ambito riconoscimento quale il Leone d’Oro, La stanza accanto (The Room Next Door) è un film del 2024 di Pedro Almodóvar, il primo lungometraggio del regista spagnolo a essere stato completamente girato in lingua inglese, con protagoniste Tilda Swinton e Julianne Moore. Si tratta di un adattamento cinematografico dal romanzo What Are You Going Through dell’autrice americana Sigrid Nunez pubblicato nel 2020. La stanza accanto è un film incentrato sull’amicizia profonda tra i due personaggi femminili, toccando tematiche delicate quali quelle della vita e della morte offrendo una riflessione filosofica grazie ai continui rimandi letterari e artistici come vediamo anche nel finale. Seguono il finale e la spiegazione del finale di La stanza accanto, il film di Pedro Almodóvar vincitore del Leone d’Oro a Venezia81 con Tilda Swinton e Julianne Moore.

Il finale di La stanza accanto: come finisce il film di Pedro Almodóvar?

Prima di passare alla spiegazione, occorre riportare come finisce e dunque il finale di La stanza accanto, il film di Pedro Almodóvar con Tilda Swinton e Julianne Moore protagoniste. Nel finale del film, Ingrid (Julianne Moore), dopo la morte della sua cara amica Martha (Tilda Swinton) che ha lottato a lungo con il tumore, riceve in visita, presso la casa dove le due amiche hanno trascorso insieme gli ultimi giorni di vita di Martha fino al momento della sua decisione di togliersi la vita con l’eutanasia, la figlia di quest’ultima. La donna, interpretata da una Tilda Swinton con un look totalmente differente, assomiglia terribilmente sia di aspetto che nei modi a Martha tanto che Ingrid pensa davvero che ci sia qualcosa in lei che riviva della sua cara amica. Nelle ultime sequenze finali, Ingrid si trova in casa con la figlia di Martha e fuori dalla finestra si accorge che sta nevicando e recita una citazione da I morti, tratto da Gente di Dublino di James Joyce, che insieme a Martha erano solite rammentare insieme.

La spiegazione del finale di La stanza accanto

Non si può di certo definire La stanza accanto come tra i film più riusciti di Pedro Almodóvar, in quanto si nota una debolezza di scrittura dei dialoghi della sceneggiatura che va a intaccare la credibilità e il processo di empatizzazione con le due protagoniste. Tuttavia, la minima ed essenziale carica espressiva e poetica che il film riesce a costruire è grazie ai continui rimandi letterari e artistici che esorcizzano il concetto e l’esperienza della morte. Oltre al momento stesso della scomparsa di Martha in cui vediamo la sua figura letteralmente dissolversi mentre si trova sdraiata al sole su una sdraio sul balcone che riprende il dipinto People in The Sun di Edward Hopper, nel finale Ingrid si ritrova a dover elaborare la morte della sua cara amica e a metabolizzare dunque il lutto e la perdita insieme alla figlia di Martha, omaggiando la sua memoria con una citazione letteraria che sta molto a cuore alle due amiche. Si tratta di un passo del racconto finale I morti tratto da Gente di Dublino dello scrittore irlandese James Joyce:

La neve cadeva su ogni punto dell’oscura pianura centrale, sulle colline senza alberi, cadeva lenta sulla palude di Allen e, più a ovest, sulle onde scure e tumultuose dello Shannon. Cadeva anche sopra ogni punto del solitario cimitero sulla collina, dove era sepolto Michael Furey. Si ammucchiava fitta sulle croci contorte e sulle lapidi, sulle punte del cancelletto, sui roveti spogli. La sua anima si dissolse lentamente nel sonno, mentre ascoltava la neve cadere lieve su tutto l’universo, come la discesa della loro ultima fine, su tutti i vivi e su tutti i morti.

Così come Joyce realizza all’interno della sua opera, anche nel finale di La stanza accanto l’anima di Martha si dissolse lentamente nel sonno, mentre ascoltava la neve cadere lieve su tutto l’universo mentre Ingrid sta a osservare la neve scendere proprio come aveva annunciato la sua amica. Si tratta di una rappresentazione del dolore che da profondo e interiorizzato assume le tonalità di felice presagio in quanto a Ingrid la neve ricorda inevitabilmente la sua amica Martha, andando così a esorcizzare la morte di lei con qualcosa di catartico, puro e candido come la neve. La neve in quanto materia che ricopre ogni cosa, i vivi così come i morti, come se il solo pensiero potesse dare un’idea di protezione e tranquillità e la rassicurasse di stare sempre e comunque insieme a lei, in quanto entrambe sotto al manto della neve, da dove possono scorgerla e toccarla e sentirsi di nuovo vicine.

Edward Hopper, People In The Sun (1960)