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Feud – Capote vs. The Swans: la spiegazione del finale della serie Disney+

La spiegazione del finale di Feud – Capote vs. The Swans, la nuova stagione della serie antologica prodotta da Ryan Murphy: ma qual è il suo significato?
Di seguito la spiegazione del finale di Feud: Capote vs. The Swans, la serie Disney+ prodotta da Ryan Murphy

Dopo una prima stagione incentrata sulla rivalità tra le due attrici hollywoodiane Joan Crawford e Bette Davis, la serie antologica original Disney+ prodotta da Ryan Murphy torna per esplorare un altro dei più celebri duelli della storia con la seconda stagione intitolata Feud: Capote vs. The Swans diretta da Gus van Sant, disponibile per la visione a partire dal 15 maggio 2024. Estremamente intrigante per la sua particolare tecnica narrativa e costellata da simbolismi, la seconda stagione termina in un modo altrettanto inusuale e metaforico. Seguono il finale e la spiegazione del finale di Feud: Capote vs. The Swans, la serie originale Disney+ diretta da Gus van Sant e prodotta da Ryan Murphy.

Il finale di Feud: Capote vs. The Swans, la nuova stagione diretta da Gus van Sant della serie antologica Disney+

Prima di passare alla spiegazione del finale della seconda stagione della serie antologica Feud, occorre rammentare cosa acccade nel suo epilogo. Come mostrato dalla data che compare sullo schermo in sovraimpressione siamo nel 1984, e lo scrittore Truman Capote è morto a Bel Air, presso la casa della sua cara amica Joanne Carson, dopo averlo salvato privo di sensi nella piscina. Non appena lo ritrova a letto senza vita, vediamo Joanne parlare al telefono con Jack, per anni compagno poi manager e poi amico di Truman e le riferisce la sua volontà di essere cremato. Successivamente, con un salto temporale di 32 anni, ci ritroviamo nel 2016 e si inquadra in primo piano uno scrigno contenente le ceneri di Truman rinvenuto nella tenuta di Joanne Carson, ora esposto e messo all’asta per la Julien’s Auction.

Si tratta del primo caso nella storia, che le ceneri di una celebrità vengano messe all’asta per essere vendute. In mezzo agli altri clienti seduti nel parterre, partecipano all’asta anche la figlia di Josh O’Shea, uno degli amanti di Truman Capote, che cerca di lanciare offerte finché può per poter acquistare lo scrigno contenente le ceneri di colui che è stato per la ragazza un secondo padre. Tuttavia, ad aggiudicarsi lo scrigno è un compratore misterioso che chiama da New York per la somma di 45 mila dollari. L’inquadratura ora si sposta sul fondo della sala, e scopriamo che, per tutto il tempo dell’asta, quattro dei cinque cigni hanno assistito insieme alla vendita. Indignate da quanto accaduto e non sapendo chi sia il compratore delle ceneri del loro caro amico, insieme se na vanno dalla stanza e Babe si volta a guardare lo scrigno prima della dissolvenza finale.

La spiegazione del finale di Feud: Capote vs. The Swans o quando la morte del cigno rende immortali

La seconda stagione Feud: Capote vs. The Swans della serie antologica ha costruito dal principio fino al termine di questa sua nuova narrazione, una favola ricca di simbolismi e scene pregne di densità evocativa. In quest’ottica, il finale di questa seconda stagione costituisce dunque l’ennesimo rimando simbolico al parallelismo che si è intessuto per tutta la serie tra le eleganti donne protagoniste e la figura sinuosa dei cigni. Infatti, nella scena finale dell’episodio conclusivo della seconda stagione Feud: Capote vs. The Swans le quattro amiche si ritrovano ancora una volta riunite, ma stavolta nella morte così come lo sono state nella vita. Come scopriamo dalla battuta pronunciata da C.Z. Guest in cui confessa di essere felice di essere morta, anche il titolo stesso dell’episodio “Il perdono del fantasma” già suggeriva questa dimensione ultraterrena ritrovata nel finale di stagione. Di fatto dopo la morte di Babe nel 1978, i rimanenti cigni sono scomparsi rispettivamente: Slim Keith nel 1990, C.Z. Guest nel 2003, Joanne Carson nel 2015 e Lee Radziwill nel 2019, dunque l’unica viva realisticamente al momento dello svolgimento dell’asta.

Nella loro breve ma intensa comparsa, e ritorno sul suolo newyorkese, i Cigni si ritrovano a dover fare i conti con una società svanita, completamente diversa da come la conoscevano loro. Il gruppo di amiche ammette persino che neanche la metropoli di New York è più la stessa, ma che si è trasformata in un posto sgradevole, proprio come il luogo dove si sta svolgendo l’asta per le ceneri del loro caro amico. Ormai volati verso un’altra vita, vediamo i Cigni andarsene dall’asta insieme passando per una porta bagnata da un fascio di luce accecante, come a simboleggiare il loro rientro in un al di là ultraterreno, lo stesso candore emanato dal colore bianco e puro degli uccelli che incarnano. Babe è l’unica che si volta, per guardare un’ultima volta lo scrigno contenente le ceneri del suo migliore amico, l’amore della sua vita, come in segno di perdono e gesto di intesa, come a volergli ricordare ancora una volta quanto siano simili, l’una il riflesso dell’altro, come un cigno che ammira la propria immagine rifrarsi sullo specchio di un lago, pur sempre, come vediamo nell’episodio pilot, sempre insieme nonostante le difficoltà della vita, nonostante la morte.