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Feud: Capote vs. The Swans è una serie sinuosa e intrigante

Feud: Capote vs. The Swans è la nuova stagione diretta da Gus van Sant della serie antologica prodotta da Ryan Murphy disponibile su Disney+: ma qual è il risultato?
Di seguito la recensione di Feud: Capote vs. The Swans, la serie antologica originale Disney+

Feud: Capote vs. The Swans è la seconda stagione diretta da Gus van Sant della serie antologica original Disney+ prodotta da Ryan Murphy che esplora uno dei più celebri duelli della storia, disponibile per la visione a partire dal 15 maggio 2024. Seguono la trama e la recensione di Feud: Capote vs. The Swans, la serie originale Disney+ diretta da Gus van Sant e prodotta da Ryan Murphy.

La trama di Feud: Capote vs. The Swans, la nuova stagione della serie antologica di Disney+

Dopo una prima stagione incentrata sulla rivalità tra le due attrici hollywoodiane Joan Crawford e Bette Davis, in questa seconda stagione la serie antologica Feud passa al lato sociale e letterario legato alla cerchia di amicizie femminili di cui si era circondato il celebre scrittore Truman Capote durante l’arco temporale di vent’anni che va dagli anni Sessanta in poi nell’alta società newyorkese. Di seguito si riporta la trama della serie antologica prodotta da Ryan Murphy Feud: Capote vs. The Swans, adattata dal libro di Laurence Leamer Capote’s Women per il piccolo schermo grazie a Jon Robin e diretta da Gus van Sant:

Feud: Capote vs. The Swans racconta le vicende della pubblicazione di un capitolo dell’ultimo libro di Truman Capote, in cui il romanziere metteva a nudo i comportamenti più scandalosi della sua scintillante cerchia di amici mondani. Sono in particolare le donne più elitarie della società e molto legate a lui a essere chiamate “Cigni”, le Capote’s Swans appunto, che hanno visto i loro dettagli più intimi spiattellati pubblicamente in La Côte Basque, il racconto che Capote scrisse nel 1965 per Esquire. Lo scrittore stava tentando di realizzare il romanzo incompiuto Answered Prayers e usò i pettegolezzi e i segreti delle sue amiche a proprio favore. Questo atto di tradimento distrusse di fatto quelle relazioni confidenziali, lo bandì dall’alta società e lo fece precipitare in una spirale di autodistruzione dalla quale non si sarebbe più ripreso.
Di seguito la trama di Feud Capote vs. The Swans: la nuova stagione della serie antologica di Disney+

La recensione di Feud – Capote vs. The Swans: una favola luci e ombre sul potere mortale della fama

Feud: Capote vs. The Swans non è una serie come le altre e lo dimostra fin dalla sua prima impressione che ne dà allo spettatore, così come il suo finale di stagione. Il racconto di Feud: Capote vs. The Swans innanzitutto non comincia dal principio, ossia illustrando gli eventi in successione cronologica così come sono accaduti realmente, salti temporali segnalati dalle date che compaiono sullo schermo in sovraimpressione. Sì perché la storia dell’evoluzione della profonda amicizia tra lo scrittore Truman Capote e i suoi sei “Cigni”, ossia le sei donne con cui ha maggiormente legato durante l’apice della sua carriera letteraria, divenuta successivamente un’intestina rivalità, il regista Gus van Sant decide di rappresentarla tramite il procedimento narrativo dell’analessi, ossia a fatti già accaduti, proseguendo poi coerentemente per tutti gli otto episodi tramite medias res e salti temporali avanti e indietro tramite continui flashforward e flashback. Questo approccio alla narrazione fa sì che lo spettatore sia continuamente stimolato e interpellato nei confronti di ciò che sta guardando, oltre a creare un alone di mistero e suspense per ciò che accadrà.

Tuttavia, si tratta di un metodo espositivo che non influisce negativamente sulla visione, al contrario contribuisce a evidenziare per contrasto quanto ogni episodio si configuri come una sorta di minifilm a sé stante, ciascuno composto da un suo inizio e una sua fine che insieme vanno ad allacciarsi perfettamente l’uno con l’altro. La visione è inoltre accompagnata da un’atmosfera che punta su un continuo gioco di luci e ombre nelle scene più simboliche e profonde, come a richiamare il bianco e nero dei cigni, e si ha l’impressione che ci sia una sorta di lampadina che viene fatta oscillare sopra la camera e che illumina o riporta il buio su i personaggi come se si trovassero sotto a un riflettore. Questa peculiare tecnica di rappresentazione scenica accentua quanto il concetto di spettacolarizzazione scorra languido e silenzioso su uno specchio d’acqua come un cigno, andando ad alludere la sua presenza costante e minacciosa per le vite private dei suoi protagonisti, puntualmente messe in bella vista alla luce del sole.

Il punto di forza della serie è senza dubbio l’originale e scrupoloso montaggio, che alterna scene incentrate sulla figura di Truman Capote a quelle sui suoi Cigni, o singolarmente sul suo preferito, Babe, andando a rappresentare visivamente il parallelismo che nella storia vera si era creato tra le vite di questi. Di fatto, nella serie si insinua lentamente la consapevolezza che Truman Capote e i suoi Cigni instaurano questo legame di amore e odio senza riuscire mai ad allontanarsi l’uno dalle altre proprio per la loro spaventosa somiglianza nelle loro diversità tramite un procedimento di inversione dei traumi che diventano però complementari. Da un lato abbiamo sei donne abbandonate, continuamente ferite dai rispettivi mariti che cercano di riempire il vuoto con un perfetto sostituto “maschile”, paradossalmente proprio grazie alla sua sensibilità ed empatia femminile. Viceversa, Truman, segnato dal trauma infantile di essere cresciuto con una madre assente e di cui soffre ancora per la perdita, si ritrova accerchiato da una molteplicità di potenziali surrogati di “mamme”. Significative per questo aspetto psicologico sono infatti le scene in cui vediamo Truman prima ballare sulle note del celebre balletto Il lago dei cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij con il fantasma di sua madre vestita come una sorta di cigno nero, animale precedentemente mostrato nell’episodio pilot della serie, e quella del ballo in maschera da lui organizzato in cui il dress code prevede abiti di colore bianco o nero.

Feud: Capote vs. The Swans è dunque una serie sinuosa e intrigante, che trae ispirazione per la sua ossimorica essenza di terribile bellezza dai suoi personaggi protagonisti, la figura ammaliante di Truman Capote per la sua penna elegante e i suoi sei Cigni, creature per antonomasia simbolo di fascino per il loro sublime aspetto. Si tratta di una serie abilmente realizzata perché, a differenza di molti adattamenti in circolazione sulle piattaforme streaming, non punta tutto sul contenuto, ossia sul mero racconto biografico, ma al contrario lascia sottindere che c’è stata una riflessione sul come rappresentarlo osando tramite l’uso di un linguaggio su pellicola cadenzato da simbolismi e antinomie, con un risultato finale a dir poco sublime.

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Di seguito la locandina di Feud: Capote vs. The Swans, la seconda stagione della serie antologica Disney+
Feud: Capote vs. The Swans
Feud: Capote vs. The Swans

Feud è una serie antologica prodotta da Ryan Murphy che esplora gli scontri più celebri che hanno segnato la storia. La seconda stagione è incentrata sulla figura dello scrittore americano Truman Capote coinvolto negli scandali delle donne facoltose dell'alta società newyorkese da lui chiamate "I cigni".

Voto del redattore:

9 / 10

Data di rilascio:

15/05/2024

Regia:

Gus van Sant

Cast:

Tom Hollander, Naomi Watts, Diane Lane, Chloë Sevigny, Calista Flockhart, Demi Moore, Molly Ringwald, Treat Williams, Russell Tovey, Jessica Lange

Genere:

Drammatico, biografico

PRO

L’originalità del montaggio narrativo
Le strabilianti interpretazioni del cast femminile e quella di Tom Hollander in Truman Capote
Il simbolismo dei cigni e il parallelismo delle donne con Truman Capote
Il linguaggio che gioca con simbolismi a antinomie
Nessuno