Articolo pubblicato il 23 Maggio 2024 da Arianna Casaburi
Presentato in anteprima alla 74esima edizione del Festival del Cinema di Berlino, Gloria! è un film della cantautrice italiana Margherita Vicario che si diletta per la prima volta dietro la camera, distribuito a partire dall’11 aprile 2024 nelle sale italiane grazie a 01 Distribution. Seguono la trama e la recensione di Gloria!, il film che segna l’esordio alla regia della cantautrice Margherita Vicario.
La trama di Gloria!: di che parla il film d’esordio di Margherita Vicario
Scritto a quattro mani dalla regista Margherita Vicario insieme ad Anita Rivaroli, segue la trama di Gloria!, il film che segna l’esordio alla regia della cantautrice italiana:
Nella Venezia di fine Settecento, Teresa lavora come domestica in un istituto musicale per educande. L’imminente visita del Papa Pio VII, getta l’istituto in fermento e, mentre il maestro del coro fatica a comporre qualcosa per l’occasione, Teresa scopre uno strumento musicale di nuova invenzione: il pianoforte. Insieme a un gruppo di musiciste, crea una musica che scavalca i secoli. Ribelle, leggera e moderna, la musica di questo straordinario gruppo è pop!

La recensione di Gloria!: un grido di libertà che risuona dal Settecento a oggi
Quello scelto come titolo dell’opera prima di Margherita Vicario non è soltanto un’esclamazione, o semplicemente una parola nota e spesso citata nei testi delle canzoni religiose. No, Gloria! esplode con un grande fragore come un grido di libertà, come una voce per troppo tempo soffocata e costretta al silenzio come accade a Teresa, una delle giovani donne protagoniste del film. Guardando Gloria! non si viene di certo colpiti da qualche aspetto legato alla qualità della regia, che rimane comunque discreta considerando l’esordio, ma piuttosto da una maestria da parte di Margherita Vicario di aver saputo scrivere lo spartito del suo film per poi dirigere il tutto come se fosse un’orchestra, con un risultato finale, nient’affatto scontato, armonioso.
Gloria!, infatti, si pone come obiettivo quello di voler riportare a galla non sono una storia, ma anche la Storia con la “s” maiuscola, componendo una variazione su tema di un fatto storico realmente accaduto. Si tratta del caso della chiusura degli orfanotrofi dove vivevano le donne musiciste vissute tra il Cinquecento e il Settecento, come svelato nel testo in sovrimpressione prima dei titoli di coda, che impedì a molte giovani donne di divenire delle professioniste come da loro desiderato. L’ennesimo tentativo da parte della società di zittire, di mettere a tacere il talento delle donne, educate al silenzio da un mondo fatto di uomini. Nonostante alcune scene sembrano essere incomplete o non abbastanza approfondite, Gloria! riesce lo stesso a trasmettere agli occhi, ma soprattutto alle orecchie, dello spettatore il suo paziente messaggio.
Fatta eccezione per il finale, fin troppo semplicistico e purtroppo riduttivo, per tutta la sua durata la vera forza del film sgorga invece dalla carica visiva di alcune immagini che rimagono impresse vivide nella mente, e dal rumore delle voci delle giovani donne che dopo tanto smettono di essere accondiscendenti e schiave del silenzio, e finalmente riescono a dire di no. Inoltre, si deve riconoscere al film di aver trovato delle buone strategie per la rappresentazione delle scene delicate, evitando di rendere gli eventi rappresentati melodrammatici o strappalacrime, con il rischio di ridicolizzarsi da solo. Infine, oltre a quella della colonna sonora con le canzoni originali composte da Margherita Vicario stessa insieme a Davide Pavanello in arte Dade, la vera musica resta però quella delle voci delle giovani donne, che, all’ordine di zittirsi del loro maestro Perlina, non solo non obbediscono, ma gridano ancora più forte.