Orion e il buio è un nuovo film d’animazione della Dreamworks, diretto da Sean Charmatz e sceneggiato da Charlie Kaufman. L’opera è disponibile su Netflix a partire dal 2 febbraio 2024 in tutti i paesi in cui è attualmente attivo il servizio. Ma quale sarà stato il risultato del film di animazione? A seguire, la trama e la recensione di Orion e il Buio.
La trama di Orion e il Buio, il nuovo film Dreamworks di Netflix
Prima di passare alla recensione del film, è bene spendere due parole sulla sua trama. Orion e il Buio segue le vicende di Orion, un giovane ragazzo che va alle elementari, molto timido e pieno di ansie e fobie, che è segretamente innamorato di una sua compagna di scuola. La sua più grande paura è però quella del buio ed una sera, dopo aver dato la buonanotte ai genitori, il Buio stesso si manifesta nella sua cameretta, per spiegargli come non debba aver paura di lui. Inizierà così un’avventura che si comporrà di altri personaggi fino ad un finale pieno di buoni sentimenti.
La recensione di Orion e il Buio: non basta Charlie Kaufman
Era il settembre del 2020 quando su Netflix debuttava Sto Pensando di Finirla Qui e, dopo quattro anni, le strade della popolare piattaforma streaming e di Charlie Kaufman si incrociano nuovamente. Il progetto è insolito, perché si tratta dell’ultimo lungometraggio Dreamworks, eppure Netflix ha dimostrato molta attenzione per i progetti d’animazione in questi ultimi anni e Kaufman, nel 2015, un film d’animazione lo aveva scritto e diretto (Anomalisa). In questo caso però, il Newyorkese decide di occuparsi solamente della scrittura e dietro la macchina da presa ci finisce un esordiente, Sean Charmatz. I presupposti per un ottimo film ci sono tutti però ed è proprio per questo che fa male constatare che, invece, Orion e il Buio è un enorme buco nell’acqua.
Inutile girarci intorno, Orion e il Buio è una copia carbone di Inside Out, il capolavoro Pixar che, nel 2015, vinse il premio Oscar per il miglior film d’animazione. Non si può neanche parlare di ispirazione o di elementi rubati all’opera di Pete Docter e Ronnie del Carmen, perché vi attinge a piene mani copiando spudoratamente l’idea di fondo, limitandosi a modificarne l’ambientazione ed i co-protagonisti: Buio, Luce, Sonno, Rumori Misteriosi e Dolci Sogni sono infatti il brutto e triste tentativo di ripetere il successo di Gioia, Tristezza e le varie emozioni del film di ormai 9 anni fa, senza che ci sia però neanche la voglia di rendere questi personaggi accattivanti, con un pessimo character design – quasi respingente – che rende impossibile innamorarsi o empatizzare con loro.
E Charlie Kaufman? Stiamo parlando di uno degli autori più influenti degli ultimi decenni, autore – sia come regista che come sceneggiatore – di alcuni capolavori della settima arte e che, anche quando il botteghino piangeva o le più svariate testate giornalistiche del mondo lo criticavano, era in grado invece di tirar fuori emozioni dalla propria penna, sparuti sprazzi di bellezza in grado di meravigliare qualsiasi spettatore, che poi è tutto ciò che il cinema dovrebbe fare. Nonostante un ottimo incipit, in questo caso anche Kaufman perisce sotto le macerie di Orion e il Buio, che non è un film così brutto ma che disattende ogni aspettativa e ferisce tutti coloro che amano questo meraviglioso autore. Per il resto infatti, si tratta di una pellicola che, pur non eccellendo in nulla – e tralasciando il non piccolo problema riguardante Inside Out sopracitato – si lascia vedere e certamente potrà rendere felici gli spettatori più piccoli, un’opera piena di buoni sentimenti e che di certo non si può definire deleteria. Però non basta, c’è bisogno di più coraggio, c’era probabilmente bisogno di un Kaufman libero di esprimersi piuttosto che incastrarlo in un progetto che, piuttosto che cercare di essere originale, ha tentato da subito di andare sul sicuro, ed è proprio per questo che dispiace così tanto.