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Recensione – Rebel Moon – Parte uno: Figlia del fuoco, il film Netflix di Zack Snyder

Il ritorno di Zack Snyder avviene direttamente su Netflix con Rebel Moon – Parte Uno: Figlia del fuoco, film accolto da pareri piuttosto contrastanti della critica.
La recensione di Rebel Moon - parte uno: figlia del fuoco

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Rebel Moon – Parte uno: Figlia del fuoco
Genere: Fantascienza
Anno: 2023
Durata: 133 minuti
Regia: Zack Snyder
Sceneggiatura: Zack Snyder, Kurt Johnstad e Shay Hatten
Cast:Sofia Boutella, Charlie Hunnam, Michiel Huisman, Djimon Hounsou, Doona Bae, Ray Fisher, Cleopatra Coleman, Jena Malone, Ed Skrein, Fra Fee e Anthony Hopkins
Fotografia:Ā Zack Snyder
Montaggio:Ā Dody Dorn
Colonna Sonora:Ā Tom HolkenborgĀ 
Paese di produzione:Ā USA

Esce in esclusiva su Netflix in data 22 dicembre 2023 Rebel Moon – Parte uno: Figlia del fuoco,Ā l’ultimo film del regista statunitense Zack Snyder, prima parte di un dittico di pellicole che traggono, alla lontana, la loro ispirazione dallo schema narrativo di 7 Samurai, il capolavoro di Akira Kurosawa.Ā Di seguito la trama e la recensione di Rebel Moon – Parte uno: Figlia del fuoco.

La trama di Rebel Moon – Parte uno: Figlia del fuoco, diretto da Zack Snyder

Di seguito la trama ufficiale di Rebel Moon – Parte uno: Figlia del fuoco,Ā diretto da Zack Snyder:Ā 

L’epopea stellare Rebel Moon parla di Kora (Sofia Boutella), un soldato lupo solitario che ha trovato una comunitĆ  sulla tranquilla luna agricola di Veldt. ƈ molto lontana dalla sua vita precedente in cui combatteva per l’Imperium, il brutale impero reale interstellare deciso a controllare la galassia. Ma il passato violento di Kora viene riesumato quando il sadico ammiraglio Atticus Noble (Ed Skrein) arriva a Veldt tramite un incrociatore da battaglia di classe Dreadnought e crea problemi mortali per ordine del tirannico reggente dell’Imperium, Balisarius (Fra Fee).

La recensione di Rebel Moon, film con Sofia Boutella

La recensione di Rebel Moon ā€“ Parte Uno: Figlia Del Fuoco, l’ennesimo tentativo di mitopoiesi snyderiana

Alcuni autori sono capaci di lasciare un inconfondibile marchio sulle opere che dirigono, facendo del continuo ritorno nei loro universi narrativi un piacevole rito da perpetuare ogni qual volta la loro ultima fatica viene proiettata sul grande schermo. Lo stile tuttavia non ĆØ immutabile ma anzi, perlomeno nelle filmografie dei grandi cineasti, viene adattato a seconda del genere che si affronta o piĆ¹ semplicemente del periodo della vita nel quale ci si trova. Il mutare dei tratti distintivi che hanno reso grande un regista non deve essere preso come un sintomo di perdita della sua cifra stilistica ma anzi come una necessaria evoluzione tesa a non farlo scadere nel manierismo. Vi sono tuttavia degli artisti che invece si inerpicano su dei sentieri a loro poco congeniali e, anzichĆ© ammettere onestamente che forse la strada intrapresa non ĆØ quella a loro piĆ¹ adatta, con stimabile pervicacia seguitano nel proporre lo stesso schema sottoposto a impercettibili variazioni. In questa ultima categoria rientra Zack Snyder, ormai da anni ossessionato dai meccanismi di mitopoiesi che tuttavia rielabora in modo profondamente rozzo.

In Rebel Moon – Parte uno: Figlia del fuoco,Ā il regista statunitense tenta per l’ennesima volta di rendere memorabili le vicende di un gruppo di personaggi che dovrebbero assurgere allo status di figure mitiche. Snyder ĆØ, come molto spesso gli accade, a tal punto focalizzato su questo singolo aspetto da rendere la sua pellicola a tratti persino parodistica. Anche eliminando dall’equazione la solita smisurata ambizione di questo autore (questo dovrebbe essere un film che si ispira ai 7 Samurai, del quale per fortuna riprende soltanto e a malapena la struttura narrativa), l’opera risulta essere veramente una fiacca riproposizione dei suoi soliti stilemi. Il fallimento del processo di creazione di figure iconiche alla base della pellicola avviene su un duplice livello: da una parte i personaggi mancano completamente di approfondimento psicologico e affidano tutta la loro caratterizzazione a interminabili flashback e a una sequela di frasi a effetto, mentre dall’altro il gruppo che essi vanno a formare non risulta mai essere affiatato e, contrariamente a quanto accade nel capolavoro di Akira Kurosawa, non interagiscono mai tra di loro in modo anche vagamente significativo, dando il proprio contributo soltanto nelle scene di lotta o in quelle di reclutamento a loro dedicate.

Nonostante poi l’ispirazione dichiarata del film sia per l’appunto i 7 Samurai, la sua malcelata aspirazione sarebbe quella di proporsi come una variazione di Star Wars, che giĆ  di per se ĆØ una volgarizzazione di molto grande cinema del passato. Tuttavia nemmeno di questo ĆØ capace la pellicola che, contrariamente a quanto avviene nelle pellicole relative all’universo di Guerre Stellari, invece che essere ironica e leggera, si prende dannatamente sul serio, confermando ancora una volta come l’unica idea cinematografica di Snyder sia quella di rendereadulti” dei prodotti che annoverano invece tra le loro carte vincenti una spensieratezza d’animo che li rende vero cinema popolare. Al di lĆ  di questi evidenti e ripetuti limiti di scrittura, il regista ĆØ anche esteticamente incapace di rendere accattivanti queste figure. Come sempre Snyder fa uno spaventoso abuso di scene rallentate che alla lunga, invece che enfatizzare i momenti decisivi di uno scontro, finiscono per risultare ridicole e controproducenti ai fini della costruzione della tensione scenica, cosƬ come gli insopportabili lens flare rischiano di accecare lo spettatore in almeno un paio di istanze. A tutto questo va poi sommata la solita rozzezza metaforica e simbolica di questo regista, il cui impero in questo film non rielabora visivamente ma anzi ripropone l’estetica nazista in una maniera cosƬ sfacciata da risultare inefficace. Mentre in Star Wars queste suggestioni venivano filtrate attraverso il registro cinematografico della space opera qui il tutto ĆØ a carte scoperte e di conseguenza scarsamente interessante.Ā 

La buona notizia ĆØ che questo film almeno ha una durata tutto sommato contenuta, la brutta ĆØ che ĆØ soltanto il primo tempo di un’opera di 4 ore.

Voto:
1.5/5
Andrea Barone
0/5
Andrea Boggione
0/5
Arianna Casaburi
0/5
Christian D'Avanzo
0/5
Emanuela Di Pinto
0/5
Matteo Farina
0/5
Gabriele Maccauro
0/5
Matteo Pelli
0/5
Vittorio Pigini
0/5
Bruno Santini
0/5
Giovanni Urgnani
0/5
1,0
Rated 1,0 out of 5
1,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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