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Recensione – Spider-Man: Far From Home, la gita fuori porta dell’Uomo Ragno

Recensione - Spider-Man: Far From Home

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Spider-Man: Far From Home
Genere: Azione, Supereroistico, Commedia
Anno: 2019
Durata: 129′
Regia: Jon Watts
Sceneggiatura: Chris McKenna, Erik Sommers
Cast: Tom Holland, Jake Gyllenhaal, Zendaya, Jacob Batalon, Jon Favreau, Samuel L. Jackson, Cobie Smulders, Marisa Tomei, Tony Revolori
Fotografia: Matthew J. Lloyd
Montaggio: Dan Lebental, Leigh Folsom Boyd
Colonna Sonora: Michael Giacchino
Paese di produzione: Stati Uniti d’America

Come cantavano i Queen, “The show must go on”: la giostra del Marvel Cinematic Universe non si ferma nemmeno dopo i catastrofici eventi di Avengers: Endgame. Ed è subito dopo la drammatica conclusione della Saga dell’Infinito che il nuovo capitolo delle gesta di Spider-Man si colloca, in un sequel spettacolare ma non privo di difetti. Ecco la recensione di Spider-Man: Far From Home, diretto nuovamente da Jon Watts.

La trama di Spider-Man: Far From Home, diretto da Jon Watts

Otto mesi dopo la risoluzione della guerra contro Thanos, Peter Parker (Tom Holland) torna a scuola nel tentativo di dare una parvenza di normalità alla sua vita. Il ragazzo, ancora turbato per la perdita del suo mentore Tony Stark, decide di sfruttare l’imminente gita in Europa per dichiarare il suo interesse amoroso nei confronti di Michelle “MJ” Jones (Zendaya); tuttavia mentre la classe si trova a Venezia, prima tappa del tour, la città viene assaltata un misterioso essere acquatico. Peter, completamente inerme di fronte al colosso, cerca di fare il possibile per fermare l’attacco e proprio quando tutto sembrava perduto, una figura volante interviene sconfiggendo il mostro salvando la situazione. La sera stessa il giovane Parker riceve la visita di Nick Fury (Samuel L. Jackson), l’ex direttore dello S.H.I.E.L.D. conduce Spider-Man in un covo segreto dove ad attenderli c’è Quentin Beck (Jake Gyllenhaal), alias Mysterio, un viaggiatore multiversale intento a sconfiggere gli Elementali: quattro giganti decisi a distruggere il pianeta. Peter, che rivede in Beck lo stesso magnetismo di Tony, decide di aiutare Mysterio a sconfiggere questa nuova minaccia.

Recensione - Spider-Man: Far From Home

La recensione di Spider-Man: Far From Home, un ragnetto cavato dal suo buco

Il Blip, ovvero il genocidio di massa compiuto da Thanos schioccando le dita con il Guanto dell’Infinito, ha causato la dissolvenza dalla realtà del 50% della popolazione dell’universo. Il “contro-blip” di Bruce Banner, unito al ritorno degli eroi, è servito agli Avengers per sconfiggere definitivamente il Titano Pazzo, non senza gravi perdite. Il sacrificio finale di Iron Man, immolatosi per la causa, ha segnato un punto di svolta nella mentalità di Peter Parker che in un colpo solo ha perso un amico, un insegnante ed una figura paterna. Il ritorno ad una parvenza di normalità per l’Arrampicamuri del Marvel Cinematic Universe era quindi doveroso e, da un certo punto di vista, quasi necessario: Spider-Man: Far From Home, sequel di Homecoming uscito nel 2017, cerca nella sua semplicità di riportare Peter Parker ad un livello più terrestre usando lo stratagemma del road movie per allontanare Spider-Man dalla sua comfort zone newyorkese.


L’idea della gita scolastica concepita dagli sceneggiatori Erik Sommers e Chris McKenna risulta utile per alleggerire i toni dopo gli eventi drammatici del duo Infinity War-Endgame, dando alla pellicola del ritornante Jon Watts un tono da commedia teen che ben si sposa con la facce pulite di Tom Holland, Jacob Batalon (nel ruolo dell’amico di sempre Ned) e Zendaya, con quest’ultima ancora più al centro dell’attenzione in quanto interesse amoroso di Peter. La leggerezza con cui viene raccontato questo sequel, specialmente nel primo atto, è congeniale al piano Ragnesco che Marvel Studios e Sony hanno iniziato ad attuare nel 2016, l’anno in cui il Tessiragnatele più iconico dei fumetti è apparso per la prima volta nel MCU all’interno del vasto roster di Captain America: Civil War; tuttavia il voler per forza allontanare Spider-Man dai grattacieli della Grande Mela si è rivelata un’arma a doppio taglio. Le location scelte per questo sequel (Venezia, Praga e Londra) sono contestualizzate a dovere per quanto riguarda il tema della vacanza scolastica della classe di Parker, ma risultano decisamente fuori luogo come setting di un’azione inizialmente troppo blanda, esattamente come il protagonista dell’opera: ovvero un pesce fuor d’acqua che non sa come destreggiarsi in un ambiente a lui non congeniale. Una scelta stilistica e narrativa che poteva funzionare a dovere se al timone di comando ci fosse stato un regista ben più capace del mestierante Jon Watts, un regista anch’esso bipolare: buono nel gestire le interazioni umane dei personaggi, pessimo nel dirigere momenti di puro intrattenimento supereroistico.


Uno dei difetti maggiori di Far From Home, inoltre, è il voler a tutti i costi affiancare una spalla adulta all’inesperto Peter Parker. Se nel primo film Tony Stark era inserito a dovere in un film che era la naturale prosecuzione di Civil War, in questo sequel la figura di Nick Fury funge esclusivamente da collante per l’iniziale rapporto collaborativo tra Spidey e Mysterio. Quest’ultimo, con un plot twist intuibile e piuttosto scontato (specialmente se si conosce la controparte cartacea del personaggio in questione) è il classico villain macchietta tanto vendicativo quanto prevedibile nell’assurdità del suo piano malvagio. Nemmeno il carisma del talentuoso Jake Gyllenhaal salva un personaggio scritto decisamente male che non riesce ad essere una minaccia credibile per l’amichevole Uomo Ragno di quartiere, ne sul piano fisico tantomeno su quello intellettivo. C’è di buono che la rivelazione della vera natura di Mysterio serve a Jon Watts per alzare l’asticella dell’azione, con sequenze ben congegnate (una in particolare con una versione zombesca di Iron Man) il quarantaduenne regista americano mostra finalmente i muscoli sfruttando i poteri ragneschi del protagonista in modo fedele e genuino, facendo esplodere le abilità di Spidey in un tripudio di ragnatele durante l’ottima sequenza finale ambientata sulle sponde del London Bridge in un terzo atto che aumenta i giri di un motore tenuto al minimo per gran parte della pellicola.

Recensione - Spider-Man: Far From Home

Dove trovare Spider-Man: Far From Home in streaming

Il clamoroso colpo di scena nella post-credit, con il ritorno del burbero J.Jonah Jameson interpretato nuovamente dal sempre bravo J.K. Simmons, chiude un film che fa del dualismo bipolare il suo marchio di fabbrica. Spider-Man: Far From Home (attualmente disponibile nel catalogo di Netflix), esattamente come il predecessore Homecoming, soffre di un ritmo altalenante dove la catarsi dell’eroe tarda ad arrivare a causa del ritmo scanzonato di gag troppo abusate, figlie di una scrittura decisamente leggera. Non basta un terzo atto indubbiamente scoppiettante per sollevare Far From Home dalla mediocrità, il film di Jon Watts ha tanto da mostrare ma innegabilmente poco da raccontare chiudendo la Fase Tre del Marvel Cinematic Universe con una grande e grossa supercazzola: un nonsense inizialmente spiritoso ma che alla lunga diventa ripetitivo e poco divertente.

Voto:
2/5
Andrea Barone
4/5
Andrea Boggione
3/5
Christian D'Avanzo
3/5
Emanuela Di Pinto
3.5/5
Matteo Farina
3.5/5
Gabriele Maccauro
3/5
Vittorio Pigini
3/5
Bruno Santini
3/5
Giovanni Urgnani
3/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
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