I migliori film sulle gare automobilistiche

Di seguito viene riportata una lista con i migliori film sulle gare automobilistiche

Articolo pubblicato il 27 Settembre 2023 da Christian D'Avanzo

Il cinema è da sempre contenitore di emozioni umane trasposte in maniere differenti, dinamiche e travolgenti. Lo sport è uno dei temi utilizzati dai registi per parlare dell’importanza della costruzione dei rapporti, o dell’inseguimento compulsivo dei propri sogni. Le passioni, d’altronde, sono il vero motore d’azione degli esseri umani, senza le quali non si riuscirebbe a godersi al meglio la vita. In particolar modo, le gare automobilistiche al cinema sono state scelte come soggetto da numerosi registi per trasporre le parabole dei rispettivi protagonisti, segnando una crescita personale e professionale. Data l’uscita imminente di Gran Turismo al cinema: ecco la lista dei migliori film sulle gare automobilistiche.

La lista dei migliori film sulle gare automobilistiche: ecco quali sono

Al cinema sono state trasposte moltissime storie epiche che narrano del coraggio, della passione e della rivalità vissute durante le gare automobilistiche. L’adrenalina inserita in film appartenenti a questa categoria, merita senz’altro di essere messa in risalto, poiché alcuni lungometraggi sono davvero memorabili. Di seguito viene proposta una lista dei migliori film dedicati al mondo delle corse, in cui la velocità non è solo simbolo dello sport in questione, ma si eleva a elemento veicolante la determinazione umana, nonché l’importanza dei sogni.

Di seguito viene riportata una lista con i migliori film sulle gare automobilistiche

Cars – Motori ruggenti (2006), di John Lasseter

“Elegante come una berlina, scattante come un go-kart!”, si potrebbe riassumere così Cars – Motori ruggenti, settimo lungometraggio della Pixar Animation Studios e diretto da John Lasseter. Ambientato nel mondo della Nascar, le auto antropomorfe di Cars viaggiano a cento all’ora in un road movie nel quale il protagonista Saetta McQueen (doppiato in originale da Owen Wilson) deve ritrovare se stesso per acquisire la consapevolezza necessaria per diventare un vero campione. Impreziosito da citazioni dal mondo delle corse, personaggi buffi (su tutti il carro attrezzi Cricchetto), Cars è un omaggio divertente al mondo delle quattro ruote ma è riuscito anche in quanto trasposizione pedagogica, perché con la sua leggerezza e la sua dinamicità, plasma il concetto stesso di sport: in un team bisogna giocare di squadra se si vuol vincere.

Speed Racer (2008), di Lana e Lilly Wachowski

Le sorelle Wachowski intingono il loro cinema di una costante ricerca e creazione delle immagini, trasponendo con Speed Racer la vitalità derivata dagli anime, in particolare di Mach GoGoGo, da cui il film prende vistosamente spunto. Si tratta di un primissimo esempio di commistione tra il linguaggio prettamente cinematografico e quello ‘cartoonesco’ legato al mondo giapponese degli anni ’60, motivo per il quale Speed Racer risulta essere un’esperienza visiva inebriante e stimolante, contraddistinte da quel senso d’avventura adatto a tutta la famiglia. Questo approccio unico e sperimentale viene ancor di più avvalorato dalle musiche composte per l’occasione da Michael Giacchino.

Rush (2013), di Ron Howard

Niki Lauda e James Hunt, due caratteri agli antipodi che si incrociano nello stesso ideale comune: la vittoria. Ma che senso ha una vittoria se non si è vivi per gioirne? Ron Howard dirige una delle rivalità più iconiche del mondo della Formula 1 in un biopic dal sapore nostalgico, che esalta la figura dei due piloti interpretati in modo sublime da Chris Hemsworth (Hunt) a Daniel Bruhl (Lauda). Velocità, adrenalina, timori e paure ma anche redenzione, determinazione ed eccessi del mondo a quattro ruote, Howard descrive l’ossessione per la vittoria in un ritratto ‘vigoressico’ ma umano, impreziosito dalla splendida performance di due attori perfettamente oliati tra di loro.

Veloce come il vento (2016), di Matteo Rovere

Il film di Matteo Rovere accosta i bisogni fisici ricorrenti nello sport automobilistico con le cariche emotive che sono necessarie per affrontare la vita. La gara si eleva a nucleo portante della pellicola, veicolando sentimenti e sviluppi puramente umani, evidenziando come anche un tossicodipendente possa trovare la luce in fondo del tunnel, grazie alla forza di volontà costruitasi con le relazioni. La splendida performance di Stefano Accorsi, accompagnata da un’ottima Matilda De Angelis, e le sequenze di corse automobilistiche molto suggestive, fanno di Veloce come il vento una delle operazioni più interessanti provenienti dal cinema italiano negli ultimi anni.

La truffa dei Logan (2017), di Steven Soderbergh

Con il suo 26° lungometraggio, il regista Steven Soderbergh continua a seguire la via criminale dei suoi Ocean’s discostandosi dalla saga ma non perdendo lucentezza e divertimento dietro l’heist-movie. La storia è quella di Jimmy (Channing Tatum), operaio licenziato dalla Charlotte Motore Speedway, che decide di vendicarsi contro la sua ex azienda di lavoro montando su un grande colpo da compiere in vista della prossima grande gara su pista. Ma Jimmy non sarà da solo nell’impresa, aiutato dal fratello Clyde (Adam Driver) – reduce dall’Iraq dove ha perso il suo braccio – e dal criminale Joe (Daniel Craig). Uno scenario drammatico di vicende familiari e socio-politiche, sul goffo e pericoloso riscatto di chi ha visto perdere tutto e a cui rimane la strada della criminalità, messo in scena con black-humor, effervescente ilarità ed inaspettata tenerezza, con l’action che tiene alto il ritmo dell’heist-movie.

Ford v Ferrari (2019), di James Mangold

Andando oltre le bellissime interpretazioni di due attori di assoluto livello quali sono Christian Bale e Matt Damon, il film Ford v Ferrari si ricorda soprattutto per la narrazione classica – dal tema universale – ben congegnata, risultando coinvolgente e dinamica. La struttura ritmata parte da un punto A, ovvero le condizioni complicate in cui verte il protagonista, per arrivare al punto B, il successo raggiunto tramite determinazione e tanta passione. Il finale però non ha il solito happy end da cinema puramente classico, e lascia il giusto spazio al dramma vissuto dai personaggi. Le sequenze della gara automobilistica a Le Mans nel 1966 sono un vero pezzo di bravura (soprattutto per combinazione di montaggio, inquadrature, colonna sonora e fotografia), poiché risaltano le difficoltà fisiche e psicologiche del pilota, ma soprattutto evidenziano l’adrenalina e l’importanza della lunghissima corsa in atto.