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Recensione- Memory, il terzo film di Michel Franco a #Venezia80

Foto di Memory di Michel Franco

Presentato in anteprima all’80esima Mostra Internazionale D’arte Cinematografica di Venezia In Concorso, Memory è il nuovo film di Michel Franco, dramma che vede protagonisti tra i suoi interpreti principali: Jessica Chastain, Peter Sarsgaard, Brooke Timber, Merritt Wever, Elsie Fisher, Jessica Harper, Josh Charles. Di seguito, ecco trama e recensione del film.

 

La trama di Memory, diretto da Michel Franco

Di seguito la trama ufficiale di Memory:”Sylvia è un’assistente sociale, con una vita semplice e organizzata tra la figlia, il lavoro, le riunioni degli Alcolisti Anonimi. Tutto va in pezzi quando Saul l’accompagna a casa dopo una riunione tra ex compagni di scuola: l’incontro inaspettato sconvolgerà entrambi, perché apriranno la porta al passato.”

La recensione di Memory: un dramma dozzinale 

Michel Franco è un regista che il Festival di Venezia pare avere adottato come uno degli autori su cui puntare per il futuro. Questo lo dimostra il fatto che il suo esordio Nuevo Orden del 2020 non solo fu accolto in concorso ma fu anche premiato con un prestigioso Gran Premio della giuria. Con Memory quest’anno il cineasta messicano riesce a trionfare nuovamente, infatti Peter Sarsgaard ha finito per essere insignito della Coppa Volpi per la miglior performance maschile. Se da un lato dunque il regista sembra aver riscosso solo consensi, dall’altro va sottolineato come invece una buona parte della critica abbia rigettato di netto tutti i suoi lavori fino a ora. Memory è infatti un film profondamente imperfetto e tratti assolutamente incapace di raggiungere gli obiettivi che si pone. Va premesso, per fornire un quadro il più completo possibile dell’opera, che Memory si proporrebbe (come suggerito dal titolo) di trattare il tema della demenza e di come essa finisca per condizionare irrimediabilmente la vita di chi ne soffre, alterandone la percezione della realtà e minando alla base la possibilità di condurre una normale vita sociale e sentimentale. A corollario tuttavia il film intende anche, per mezzo del personaggio interpretato da Jessica Chastain, affrontare le conseguenze che gli abusi sessuali subiti in giovane età possono provocare nella vita di una donna ormai adulta. Sfortunatamente l’opera si rivela una debacle sotto entrambi i punti di vista.

 

Per quanto concerne la trattazione della demenza infatti, nel contesto di un film che si proporrebbe di essere un ritratto realistico della problematica, ci si trova di fronte a delle incongruenze fastidiosamente studiate per favorire la costruzione drammaturgica. Il protagonista infatti sembra a tratti rispettare per filo e per segno tutte le caratteristiche che si assocerebbero a un malato di tale patologia, mentre in altri casi pare che il suo cervello funzioni in modo sostanzialmente normale. Altri film, come per esempio Amour di Haneke, sono stati capaci di mettere in scena questa devastante patologia in modo ben più accurato. Nello specifico la storia d’amore tra i due, che dovrebbe peraltro essere il crocevia in cui questi due filoni si incrociano, è pessimamente scritta e a (a tratti) interpretata, specialmente da una Jessica Chastain decisamente fuori parte. Il protagonista infatti ricorda perfettamente i passaggi della propria storia d’amore con una donna da lui incontrata appena due settimane prima, mentre pare continuamente obliare ogni altra circostanza che si trova a vivere. Ad aggravare ulteriormente la situazione vi è la completa implausibilità e mancanza di tatto con cui viene affrontato il trauma subito dalla protagonista in giovane età. Il triangolo costituito dalla madre e le due figlie infatti non fa altro che affossare ulteriormente una pellicola già gravemente deficitaria, i dialoghi tra di loro non possono non suscitare qualche risata di sdegno per la superficialità con cui si confrontano riguardo alcuni avvenimenti cruciali, senza contare poi l’atteggiamento remissivo degli uomini in scena che, invece che sostenere una giusta causa, cercano di calmare i toni, quasi infastiditi che si possa parlare in modo così esplicito di abusi minorili. A infastidire ulteriormente è poi il modo scaltro in cui Franco posiziona una rivelazione verso il termine della pellicola circa l’identità di chi avrebbe perpetrato questi soprusi, senza alcuna motivazione che non sia l’artificiosa creazione di tensione drammatica. Il regista messicano ha insomma realizzato un film estremamente superficiale e sensazionalista, affatto in grado di reggere il peso di tematiche così importanti.

A margine poi va appuntato come il film soffra di un ritmo claudicante, che dà l’impressione che la narrazione non inizi mai e anche una regia che sembra non assumere mai un punto di vista significativo su ciò che viene inquadrato.

Voto:
1.5/5
Andrea Barone
2/5
Christian D'Avanzo
1.5/5
Gabriele Maccauro
1.5/5
Paola Perri
2/5
Vittorio Pigini
2/5
Bruno Santini
1.5/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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