Articolo pubblicato il 10 Settembre 2023 da Alessio Minorenti
Presentato in anteprima allā80esima Mostra Internazionale Dāarte Cinematografica di Venezia In Concorso, Memory ĆØ il nuovo film di Michel Franco, dramma che vede protagonisti tra i suoi interpreti principali: Jessica Chastain, Peter Sarsgaard, Brooke Timber, Merritt Wever, Elsie Fisher, Jessica Harper, Josh Charles. Di seguito, ecco trama e recensione del film.
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La trama di Memory, diretto da Michel Franco
Di seguito la trama ufficiale di Memory:”Sylvia eĢ unāassistente sociale, con una vita semplice e organizzata tra la figlia, il lavoro, le riunioni degli Alcolisti Anonimi. Tutto va in pezzi quando Saul lāaccompagna a casa dopo una riunione tra ex compagni di scuola: lāincontro inaspettato sconvolgeraĢ entrambi, percheĢ apriranno la porta al passato.”
La recensione di Memory: un dramma dozzinaleĀ
Michel Franco ĆØ un regista che il Festival di Venezia pare avere adottato come uno degli autori su cui puntare per il futuro. Questo lo dimostra il fatto che il suo esordio Nuevo Orden del 2020 non solo fu accolto in concorso ma fu anche premiato con un prestigioso Gran Premio della giuria. Con Memory questāanno il cineasta messicano riesce a trionfare nuovamente, infatti Peter Sarsgaard ha finito per essere insignito della Coppa Volpi per la miglior performance maschile. Se da un lato dunque il regista sembra aver riscosso solo consensi, dallāaltro va sottolineato come invece una buona parte della critica abbia rigettato di netto tutti i suoi lavori fino a ora. Memory ĆØ infatti un film profondamente imperfetto e tratti assolutamente incapace di raggiungere gli obiettivi che si pone. Va premesso, per fornire un quadro il piĆ¹ completo possibile dellāopera, che Memory si proporrebbe (come suggerito dal titolo) di trattare il tema della demenza e di come essa finisca per condizionare irrimediabilmente la vita di chi ne soffre, alterandone la percezione della realtĆ e minando alla base la possibilitĆ di condurre una normale vita sociale e sentimentale. A corollario tuttavia il film intende anche, per mezzo del personaggio interpretato da Jessica Chastain, affrontare le conseguenze che gli abusi sessuali subiti in giovane etĆ possono provocare nella vita di una donna ormai adulta. Sfortunatamente lāopera si rivela una debacle sotto entrambi i punti di vista.
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Per quanto concerne la trattazione della demenza infatti, nel contesto di un film che si proporrebbe di essere un ritratto realistico della problematica, ci si trova di fronte a delle incongruenze fastidiosamente studiate per favorire la costruzione drammaturgica. Il protagonista infatti sembra a tratti rispettare per filo e per segno tutte le caratteristiche che si assocerebbero a un malato di tale patologia, mentre in altri casi pare che il suo cervello funzioni in modo sostanzialmente normale. Altri film, come per esempio Amour di Haneke, sono stati capaci di mettere in scena questa devastante patologia in modo ben piĆ¹ accurato. Nello specifico la storia dāamore tra i due, che dovrebbe peraltro essere il crocevia in cui questi due filoni si incrociano, ĆØ pessimamente scritta e a (a tratti) interpretata, specialmente da una Jessica Chastain decisamente fuori parte. Il protagonista infatti ricorda perfettamente i passaggi della propria storia dāamore con una donna da lui incontrata appena due settimane prima, mentre pare continuamente obliare ogni altra circostanza che si trova a vivere. Ad aggravare ulteriormente la situazione vi ĆØ la completa implausibilitĆ e mancanza di tatto con cui viene affrontato il trauma subito dalla protagonista in giovane etĆ . Il triangolo costituito dalla madre e le due figlie infatti non fa altro che affossare ulteriormente una pellicola giĆ gravemente deficitaria, i dialoghi tra di loro non possono non suscitare qualche risata di sdegno per la superficialitĆ con cui si confrontano riguardo alcuni avvenimenti cruciali, senza contare poi lāatteggiamento remissivo degli uomini in scena che, invece che sostenere una giusta causa, cercano di calmare i toni, quasi infastiditi che si possa parlare in modo cosƬ esplicito di abusi minorili. A infastidire ulteriormente ĆØ poi il modo scaltro in cui Franco posiziona una rivelazione verso il termine della pellicola circa lāidentitĆ di chi avrebbe perpetrato questi soprusi, senza alcuna motivazione che non sia lāartificiosa creazione di tensione drammatica. Il regista messicano ha insomma realizzato un film estremamente superficiale e sensazionalista, affatto in grado di reggere il peso di tematiche cosƬ importanti.
A margine poi va appuntato come il film soffra di un ritmo claudicante, che dĆ l’impressione che la narrazione non inizi mai e anche una regia che sembra non assumere mai un punto di vista significativo su ciĆ² che viene inquadrato.