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Recensione – Poor Things: il ritorno di Lanthimos a #Venezia80

Foto di Poor things di Yorgos Lanthimos

Presentato in anteprima all’80esima Mostra Internazionale D’arte Cinematografica di VeneziaPoor things è il nuovo film di Yorgos Lanthimos, commedia grottesca a tinte fantasy che vede protagonisti Emma StoneWillem Dafoe, Mark Ruffalo e Ramy Youssef. Di seguito, ecco trama e recensione del film.

La trama di Poor Things, diretto da Yorgos Lanthimos

Prima di passare alla recensione di Poor Things ecco la sinossi ufficiale del film: “La storia incredibile della fantastica trasformazione di Bella Baxter, una giovane donna riportata in vita dal dottor Godwin Baxter, scienziato brillante e poco ortodosso. Bella vive sotto la protezione di Baxter ma è desiderosa di imparare. Attratta dalla mondanità che le manca, fugge con Duncan Wedderburn, un avvocato scaltro e dissoluto, in una travolgente avventura che si svolge su più continenti. Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella cresce salda nel suo proposito di battersi per l’uguaglianza e l’emancipazione.”

La recensione di Poor Things: la commedia gotica di Yorgos Lanthimos

Il cinema di Yorgos Lanthimos non può lasciare indifferenti. Mentre molti autori della contemporaneità tendono ad appiattire i propri percorsi estetici uniformandoli al sentire artistico attuale, il regista greco è riuscito e continua a mantenere una propria cifra stilistica assolutamente riconoscibile e identitaria. In tal senso la sua collaborazione a progetti a più alto budget e che vedono coinvolte star hollywoddiane ha generato degli interessanti cortocircuiti nel suo operato. In quest’ultimo Poor things a risaltare all’occhio sono innanzitutto l’uso che fa dei corpi dei suoi attori e del linguaggio che viene adottato. Mai come nelle sue pellicole infatti un’attrice premio Oscar come Emma Stone ha messo a disposizione in tutto e per tutto la sua corporalità, con il regista greco che è stato in grado di sfruttare questa opportunità a pieno. L’attrice statunitense è istrionica, la sua presenza e i particolari del suo fisico sono al centro di continue riletture e suggestioni visive. Si passa da scene puramente slapstick ad altre erotiche passando per un campionario variopinto di gesti che oscillano tra la tenerezza spontanea e la violenza cieca. 

 

 

Questi sono elementi essenziali per la lettura di un’opera che è nella sua struttura una favola per adulti e un racconto di emancipazione e autorealizzazione a tinte fantasy. Nel fare questo tuttavia Lanthimos non si censura, non arretra nemmeno di un millimetro e fa esprimere i suoi personaggi attraverso un lessico diretto, addirittura scorretto. Lanthimos infatti svela in quest’opera una nuova qualità che può annoverare tra quelle del suo bagaglio artistico: quella di costruttore di mondi. Nonostante le location si riferiscano a capitali europee esistenti, sono il comparto scenografico e la messa in scena a stregare. Atene, Londra, Parigi sono (non) luoghi ricostruiti in studio che non sono realizzati per aderire alla realtà ma anzi vogliono destabilizzare lo spettatore, privandolo delle coordinate estetiche per orientarsi in esse.

 

Ogni immagine a schermo è una fusione di elementi di stampo barocco, gotico e surreale. Questa fusione riesce a creare dei panorami profondamente suggestivi, tutte le inquadrature sono ricche di particolari finemente realizzati, posizionati e calibrati, il caos è sempre domato. Questo mondo immaginifico è popolato da personaggi che saranno costretti a fare i conti con una scheggia impazzita, una presenza destabilizzante persino per questi canoni, la Bella di Emma Stone. La sua purezza di sguardo e la sua immacolata visione del mondo, scevra da preconcetti, demolisce il moloch di luoghi comuni, convenzioni sociali e rapporti di potere pre-costituito. Il suo incedere nel mondo e la curiosità della sua scoperta sono percepite dagli altri personaggi in scena come profondamente destabilizzanti. La strada della sua emancipazione è anti-convenzionale e condotta in modo personalistico, in quanto la protagonista esplora il mondo per conoscere sé stessa. Questa visione femminista rifugge il conformismo e fa dell’empowerment un elemento organico alla trama e non avulso da essa. A margine è impossibile non segnalare una performance inaudita di Willem Defoe, uno dei più grandi attori in circolazione.

Voto:
4/5
Andrea Barone
2.5/5
Christian D'Avanzo
3/5
Gabriele Maccauro
4.5/5
Paola Perri
4.5/5
Vittorio Pigini
5/5
Bruno Santini
4.5/5
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Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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