Articolo pubblicato il 25 Dicembre 2023 da Giovanni Urgnani
Distribuito nelle sale cinematografiche britanniche, statunitensi e italiane il 19 novembre 2010. Tratto dall’omonimo romanzo di J.K. Rowling, diretto da David Yates, scritto da Steve Kloves, prodotto da David Heyman mentre la colonna sonora è composta da Alexander Desplat. Il cast comprende: Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Helena Bonham Carter, Bill Nighy, Brendan Gleeson, Imelda Staunton, Toby Jones, Robbie Coltrane, Alan Rickman, David Thewlis, Julie Walters, Mark Williams, Jason Isaacs, Helen McCrory, Tom Felton, John Hurt, Evanna Lynch, Rhys Ifans, Clemence Poesy, Peter Mullan, James Phelps, Oliver Phelps, Domhnall Gleeson, Richard Griffiths, Fiona Shaw, Timothy Spall e Ralph Fiennes. Candidato a due premi Oscar nelle categorie: Miglior scenografia e Migliori effetti visivi.
La trama di Harry Potter e i doni della morte parte 1, diretto da David Yates
Di seguito la trama ufficiale di Harry Potter e i doni della morte parte 1:
“Dopo la scomparsa di Albus Silente, Harry Potter decide di non tornare alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, per continuare la ricerca degli horcrux. Harry scopre che il defunto preside ha lasciato in eredità a lui, Ron ed Hermione degli oggetti cruciali che rappresentano un valido aiuto per l’immane compito che li attende. Nel frattempo, anche l’Oscuro Signore, essendosi accorto che la sua bacchetta non è in grado di uccidere il suo rivale, è alla disperata ricerca di un altro oggetto: la Bacchetta di Sambuco, ossia la più potente mai creata, nonché uno dei doni della morte. Dopo numerose peripezie, risolvono parte dei misteri relativi agli oggetti ricevuti in dono da Silente, arrivando a scoprire come distruggere gli horcrux. La situazione precipiterà quando i tre ragazzi verranno catturati e condotti nei sotterranei di Villa Malfoy, dove li attenderanno nuovi ostacoli da affrontare…”

La recensione di Harry Potter e i doni della morte parte 1, con Bill Nighy
“La notte è sempre più buia appena prima dell’alba”, erano passati solamente due anni da quando Harvey Dent pronunciò l’iconica frase in una delle più amate trasposizioni cinematografiche del “Crociato di Gotham”. Non c’è metafora migliore per descrivere il momento in cui il mondo magico è costretto a trovarsi: il male si è istituzionalizzato, il terrore può muoversi legalmente alla luce del sole, mentre il bene è costretto a nascondersi e operare nella clandestinità; i riferimenti alla Storia si sprecano e sono evidenti: i tre protagonisti, così come tutti i personaggi schierati dalla parte giusta, intraprendono una vera e propria lotta partigiana (non è casuale che assuma importanza l’ascolto della radio), contrastando lo Stato che applica politiche di odio e segregazioni facendo muovere fin da subito la macchina della propaganda; il pericolo è sempre dietro l’angolo, non si può stare nello stesso posto per troppo tempo e non ci si può permettere di fidarsi di nessuno. La posta in gioco è più alta che mai, direttamente proporzionale è la carica emotiva distribuita in diversi momenti, infatti, arrivati alla settima pellicola, il legame instaurato tra personaggi e spettatori è intenso, quest’ultimi sono resi partecipi in prima persona di momenti chiave quali: la morte di Dobby, Harry in lacrime davanti alla tomba dei suoi genitori o la tortura subita da Hermione.

I pregi e difetti di Harry Potter e i doni della morte parte 1, candidato a due premi Oscar
Uno spazio di primo piano riesce a ritagliarselo anche Ron, provato più degli altri dall’influenza dell’horcrux. Esso non trasforma le persone da buone a malvage ma amplifica esponenzialmente ciò che ognuno ha dentro di sé. Si trova faccia a faccia coi suoi traumi, con le sue paure e i suoi complessi, che sembrano prendere vita, paiono reali, ma raccolte le sue forze riesce definitivamente a oltrepassare l’ostacolo, la sua crescita si compie definitivamente liberandosi da questo peso, infatti, non ha solamente contribuito alla distruzione di Voldemort, si è liberato dalle catene che lo tenevano imprigionato a sé stesso, aprendo i suoi occhi alla verità: è stato voluto dai suoi genitori, è dotato di grandi capacità ed è corrisposto dalla ragazza che ama.
Se la pellicola risalta nei momenti più riflessivi, al contrario perde clamorosamente nelle fasi d’azione: appena la situazione accelera di ritmo, la qualità tecnica difetta nel saper adattarsi al dinamismo, le sequenze d’inseguimento sono sgradevoli alla vista; quantomeno il comparto estetico è giovato dal cambio del direttore della fotografia e l’utilizzo della tecnica animata per mettere in scena il racconto dei tre fratelli è funzionale alla sua fruizione. Vengono sprecate le occasioni per esaltare lo spettacolo di eventuali duelli magici, opportunità presentatasi più volte. Una mancanza da tenere conto poiché è venuta meno la capacità di sfruttare al massimo il potenziale offerto dal contesto.