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I film di John McTiernan: la classifica dal peggiore al migliore

La carriera di John McTiernan, regista newyorkese classe 1951, è da dividere sostanzialmente in due parti: nella prima parte il cineasta ha collezionato successi e clamori da parte di pubblico e critica, nella seconda mandata McTiernan si è perso per strada inanellando un flop dietro l’altro. Fino all’ingloriosa fine avvenuta nel 2007 con l’arresto e la condanna a un anno di carcere per spionaggio industriale. Ecco la classifica dei film di John McTiernan dal peggiore al migliore

11) Rollerball (2002)

Rifacimento dell’omonimo film del 1975 di Norman Jewison con James Caan, Rollerball è a tutti gli effetti il peggior lavoro in assoluto di John McTiernan. Lento, scialbo e sconclusionato: il film con Chris Klein e LL Cool J viene edulcorato dalla violenza visiva e dal messaggio puramente politico della pellicola del ’75 in favore di una messa in scena da videoclip, un prodotto figlio di una gestazione disastrosa causata dai dissapori tra McTiernan e Charles Roven, produttore della pellicola che ha apportato (a detta del regista) numerosi tagli e svariate modifiche in corso d’opera. Il risultato è una paccottiglia di noia senza un briciolo di appeal, non solo il più brutto film di McTiernan ma anche uno dei peggiori remake della storia del cinema.

 

 

 

10) Gioco a due (1999)

McTiernan con i remake non va d’accordo, specialmente se si tratta di film diretti in precedenza da Norman Jewison. Tre anni prima della realizzazione di Rollerball, McTiernan porta in scena il thriller a sfondo romantico Gioco a due, rifacimento di Il caso Thomas Crown (del 1968 con Steve McQueen). Non si raggiungono i livelli di sciatteria di Rollerball ma la pellicola con Pierce Brosnan e Rene Russo non decolla per via di una sceneggiatura scadente che non esalta il talento recitativo dei due protagonisti. Se a questo aggiungiamo una regia non particolarmente ispirata da parte di un McTiernan pigro e indolente, otteniamo un film dimenticabile e di cui se ne poteva fare decisamente a meno.

 

 

 

9) Mato Grosso (1992)

Il primo scivolone nella carriera di McTiernan avviene nel ’92, con un film che cerca di abbracciare tanti argomenti ma che in fin dei conti risulta troppo frammentario e poco intrigante. Nonostante l’ottima performance di un gigante come Sean Connery, Mato Grosso non spicca per originalità. McTiernan ci prova in tutti i modi a tenere in piedi la baracca con una messa in scena sempre ordinata , fotografando in maniera pressoché ottima l’intricata giungla centroamericana. Tuttavia non basta, il film con Connery e l’intollerabile Lorraine Bracco risulta noioso e dimostra (per la prima volta) che il romanticismo non è un tema che McTiernan dovrebbe toccare.

 

 

 

8) Basic (2003)

McTiernan nel suo ultimo lavoro in ordine cronologico torna nel campo dello spy movie militaresco, con un film che ha alla base un intrigo che non sfigurerebbe in un qualsiasi romanzo di Agatha Christie. Se a questo mescoliamo una discreta prova d’attore da parte del cast principale, un ritmo vivace messo in atto da un montaggio alternato semplice ma efficace, si ottiene un film tutto sommato godibile fino al terzo atto, completamente rovinato da una scelta narrativa becera e, tutto sommato, inutile che spezza completamente il climax generale della pellicola. Non un brutto film ma si rimane nel campo della mediocrità.

 

 

 

7) Il 13° Guerriero (1999)

Tratto dal romanzo Mangiatori di morte di Michael Crichton (qui nelle vesti di produttore), il film con Antonio Banderas sfiora le derive del fantasy misto all’horror in una pellicola che intrattiene facendo discretamente il suo dovere. Peccato che i dissidi interni tra McTiernan e Crichton abbiano rovinato la fruibilità di un prodotto che forse poteva spingere di più sul pedale della violenza e del sangue, con l’autore di Jurassic Park decisamente irritato per l’edulcorazione data al prodotto. Ciò nonostante McTiernan confeziona un film d’avventura onesto e senza fronzoli, una pellicola discreta che non pretende nulla di più se non far divertire lo spettatore per due ore scarse di durata.

 

 

6) Nomads (1986)

L’esordio alla regia per McTiernan ha il sapore di un esperimento ben riuscito, Nomads nella sua acerbità riesce a spiccare grazie all’idea alla base del film. L’opera prima di un regista che farà dell’action il suo marchio di fabbrica, porta lo spettatore a seguire le vicende di un giovane Pierce Brosnan ossessionato da un incubo delirante. Un debutto non del tutto maturo da parte del cineasta newyorkese ma che metteva in chiaro tutto il potenziale di un regista che, per un decennio abbondante, sapeva come mettere la macchina da presa per regalare la giusta tensione agli spettatori.

 

 

 

 

 

5) Last Action Hero (1993)

In un’epoca dove il multiverso era un concetto di cui si sapeva spaventosamente poco, McTiernan confeziona un action movie divenuto cult negli anni a venire. Arnold Schwarzenegger, protagonista del film, si diverte e si prende in giro grazie all’autoironia che da sempre contraddistingue la carriera della Quercia Austriaca: Last Action Hero gioca con i cliché del cinema muscolare anni ’80 nella sua natura citazionista e metacinematografica, riuscendo ad essere un prodotto divertente e talvolta sopra le righe.  Peccato che la fretta dei produttori mise McTiernan nelle condizioni di far uscire il film esattamente com’è stato girato, una sorta di workprint che fece flop al botteghino a causa della concorrenza spietata di Jurassic Park, uscito una settimana prima.

 

 

4) Caccia a Ottobre Rosso (1990)

Il debutto cinematografico dell’analista della CIA Jack Ryan (qui interpretato da Alec Baldwin) in un thriller militaresco ad alta tensione con Sean Connery in stato di grazia. McTiernan, nel periodo migliore della sua carriera, incarta un film dalla tipica tensione Hitchcockiana sullo sfondo della Guerra Fredda in un periodo dove la minaccia nucleare era dietro l’angolo. Un grande cast al servizio di una grande storia, basterebbe questo per definire Caccia a Ottobre Rosso un cult degli anni ’90 e, probabilmente, il miglior film sui sottomarini di tutti i tempi.

 

 

 

3) Die Hard – Trappola di cristallo  (1988)

Uno sbirro in vacanza, un grattacielo pieno di terroristi, un sacco di ostaggi da salvare, cosa potrebbe andare storto? Bruce Willis negli anni ’80 era considerato un buon commediante e niente più, McTiernan in Die Hard lo trasforma in un vero e proprio action hero facendo ricredere i detrattori e consegnando ai posteri uno dei personaggi più iconici del cinema d’azione. Primo film di un franchise di cinque capitoli, Die Hard (Trappola di cristallo da noi) è un action teso e nervoso, dove il protagonista viene schiacciato dal senso del dovere in una classica situazione da “posto sbagliato nel momento sbagliato”. Un classico del cinema d’azione che farà scuola per i moderni action movie che devono parecchi ringraziamenti a McTiernan e al suo tenente John McClane.

 

 

2) Die Hard – Duri a morire (1995)

Dopo il discreto secondo film 58 minuti per morire di Renny Harlin, McTiernan torna nella saga di Die Hard con il terzo capitolo che estremizza il concetto visto nel primo film della saga in maniera esponenziale. Duri a morire ha il sapore del buddy movie in pieno stile Arma Letale ma non si dimentica delle sue radici: ritmo forsennato, grande villain (l’ottimo Jeremy Irons) e una coppia esplosiva  (formata da Bruce Willis e Samuel L. Jackson) che buca letteralmente lo schermo. Un sequel convincente sotto tutti i punti di vista che rimette in pista uno sfinito tenente McClane diretto sapientemente da un McTiernan in stato di grazia.


1) Predator (1987)

Semplicemente uno dei film più iconici degli anni ’80, basterebbe questo biglietto da visita per etichettare questo prodotto. Tuttavia sarebbe ingiusto definire Predator come un semplice action movie muscolare figlio dei suoi tempi, McTiernan gioca con la tensione provocata nello spettatore mettendo al centro della vicenda un gruppo di mercenari super pompati, ribaltando la situazione trasformando lentamente il film da semplice action movie a fanta-horror. Un cambio di passo che giova alla fruizione del prodotto spiazzando di netto le aspettative, Predator è violento, brutale e cinico: i cacciatori diventano prede in una lunga discesa negli inferi, diretta magistralmente da un regista che consegna ai posteri non solo una delle creature fantascientifiche più belle di sempre, ma anche una delle pellicole più influenti del panorama sci-fi degli anni ’80.