Articolo pubblicato il 25 Dicembre 2023 da Giovanni Urgnani
Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi e britanniche il 15 novembre 2002 mentre in quelle italiane il 6 dicembre dello stesso anno. Tratto dall’omonimo romanzo di J.K. Rowling, diretto da Chris Columbus, scritto da Steve Kloves, prodotto da David Heyman, con colonna sonora composta dal Maestro John Williams. Il cast comprende: Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Kennet Branagh, Jason Isaacs, Robbie Coltrane, Toby Jones, John Cleese, Tom Felton, Shirley Henderson, Alan Rickman, Maggie Smith, Richard Griffiths, Julie Walters, Mark Williams, David Bradley, Fiona Shaw, Miriam Margolyes, Gemma Jones, Christian Coulson e Richard Harris.
La trama di Harry Potter e la camera dei segreti, diretto da Chris Columbus
Harry è costretto a passare l’estate presso la casa degli zii Dursley, totalmente solo e sconfortato dal fatto che i suoi amici non gli abbiamo inviato alcuna lettera. Una sera Harry riceve un’insolita visita da un elfo domestico di nome Dobby, che cerca a ogni costo di convincere Harry a non tornare a Hogwarts, perché un grande pericolo lo attende al suo ritorno, inoltre, Dobby ammette anche di aver preso di nascosto tutte le lettere destinate ad Harry per dissuaderlo dal tornare alla scuola di magia. Vedendo che Harry è determinato a far ritorno a Hogwarts, l’elfo combina un grosso guaio in casa Dursley facendo infuriare lo zio Vernon che, convinto che sia opera di Harry, rinchiude il ragazzo nella sua stanza per impedirgli di ritornare a scuola.
Ron, insieme ai due fratelli gemelli Fred e George, lo aiutano a scappare con l’auto volante del padre. Alla stazione per prendere l’Espresso per Hogwarts, la barriera magica che permette di arrivare al binario 9 ¾ è stranamente bloccata. I due amici, preoccupati all’idea di non poter raggiungere la scuola, utilizzano l’auto volante dei Weasley. Durante l’anno scolastico cominciano a succedere cose molto strane: Harry sente continuamente delle voci inquietanti, fino a quando una sera viene ritrovata la gatta del custode Gazza pietrificata, accanto a una scritta sul muro tracciata con il sangue in cui si annuncia che la camera dei segreti è stata riaperta e che l’erede di Salazar Serpeverde è pronto a mietere vittime. Harry, Ron e Hermione faranno scoperte agghiaccianti su chi si cela nell’oscura camera e saranno pronti ancora una volta ad affrontare ogni pericolo.

La recensione di Harry Potter e la camera dei segreti, con Kenneth Branagh
Dal momento in cui i tasselli più importanti sono stati posizionati e la necessaria introduzione è alle spalle, l’intreccio narrativo fin da subito traina l’interesse del pubblico. Vincente è la struttura della componente del mistero: da quando si inizia ad indagare, la ricerca degli indizi è portata avanti con un ritmo serrato e costante, l’assenza di tempi morti è garanzia d’intrattenimento, la linearità è un punto di forza, il susseguirsi degli indizi e le piste da percorrere permettono di far conoscere nuovi personaggi, nuovi dettagli che ampliano la mitologia del mondo magico, trovando la maniera corretta di spiegare senza risultare pesanti. Tutto all’interno di una cornice tecnica/visiva forte, all’altezza della situazione, in continuità col lavoro precedente: la regia di Columbus si conferma equilibrata, in grado di reggere il dinamismo di alcune sequenze e il rallentamento di altre.
Il lavoro scenografico e di costumi è encomiabile, la realizzazione della “camera dei segreti” è di pregevole fattura, dimostrando grande impegno nel concretizzare in maniera credibile ed efficace l’immaginazione generata dalle pagine dei libri. Un bilanciamento che si riscontra anche nella tonalità, di base il mood generale è molto dark con il pericolo di morte sempre dietro l’angolo, eppure non mancano momenti divertenti, situazioni essenziali per stemperare la tensione generale, messi in scena al momento giusto. Il protagonista di queste parentesi non può non essere Gilderoy Allock, il classico comic relief interpretato magistralmente da Kenneth Branagh, un personaggio che nella sua buffoneria nasconde tanta scaltrezza e infingardaggine.

Le tematiche di Harry Potter e la camera dei segreti, tratto dai racconti di J.K. Rowling
L’asticella della maturità si alza notevolmente grazie alla tematica ideologica e politica: le case di Hogwarts non sono solo semplici sezioni scolastica, ma si prestano ad un chiave di lettura partitica. In particolare, i due acerrimi rivali Serpeverde e Grifondoro: il primo incarna l’ideale dell’estrema destra che fonda il proprio programma sul concetto della razza superiore, della purezza di sangue; il secondo rappresenta il Terzo Stato, la sfera proletaria della società. Ogni partito ha un suo esponente e le due fazioni sono personificate da due nuclei familiari, la famiglia Malfoy, gli aristocratici e la famiglia Weasley, la classe lavoratrice; due ceti differenti per due visioni del mondo nettamente opposte. In secondo luogo, si prende di petto la questione della discriminazione, viene espresso esplicitamente un epiteto razzista e mediante i dialoghi è messo in chiaro come un linguaggio di questo tipo “non sia da gente per bene”, così oltre a caratterizzare i personaggi si educa lo spettatore.
La peculiarità del male che spaventa di qui è la sua capacità di non presentarsi come tale: i tormenti di Harry rispecchiano la complessità del genere umano che fin dalla nascita porta dentro di sé sia la luce che l’oscurità; si rimane increduli di come la malvagità possa mascherarsi così bene e come riesca ad assomigliare a chiunque. Tom Riddle all’apparenza è un ragazzo come tutti: bello, intelligente, addirittura rassicurante, una figura luciferica tanto attraente all’esterno quanto terrificante all’interno. Ma se non è l’esteriorità, né il luogo di appartenenza, né la propria famiglia di origine, cosa determina la bontà e la cattiveria? Dimostrando antimanicheismo, tramite la saggezza di Silente, viene risaltato il valore della scelta individuale, un discorso antropocentrico in cui è esaltato il ruolo di ognuno nella vita, poiché ciascuno è determinante e responsabile nel compiere il proprio destino.