Mancano pochi giorni all’uscita di “Avatar: La Via Dell’Acqua“, che potrebbe essere l’ennesima conferma dell’importante grandezza del regista James Cameron e non solo per quanto riguarda il botteghino oppure la corsa dei premi. Ecco che quindi è il momento migliore per stilare una classifica di tutti i suoi capolavori, partendo dal peggiore al migliore!
8) Piraña Paura (1982)
La parola capolavoro è stata utilizzata, ma ecco che si presenta l’unica eccezione: il film d’esordio di James Cameron, di cui lui ha diretto solamente 20 minuti circa (anche se ci sono incertezze su questo, specialmente perché esiste una director’s cut molto rara da trovare), presenta degli elementi interessanti che si possono connettere alla sua filmografia, come la scienziata donna che è la prima a voler rischiare la vita per conoscere la verità e il capitalismo che sottovaluta le cose mettendo in pericolo tutti, ma per il resto si tratta di un modesto animal horror che presenta stereotipi ed ingenuità tipici di quell’epoca. Si ricordano comunque con affetto i pesci carnivori volanti.
7) True Lies (1994)
E si passa subito all’eccellenza massima con questo omaggio alle opere di James Bond che evidenzia con sublime metacinematografia il passaggio di testimone dell’eroe western a quello dell’eroe action che negli anni 90 dominava il mercato. In scene spettacolari che solo Cameron è talmente folle da mettere in scena (una su tutte la sequenza dell’elicottero sul ponte), l’autore destruttura attraverso la comicità la visione del maschio alfa che, anche se mosso da buone intenzioni, mente di continuo ed è ossessionato dalla mania del controllo (che Cameron paragona all’ossessione dei registi per raccontare una storia), ma solo la trasparenza e la parità possono portarlo alla vera perfezione, sempre se la guerra e la forza dell’atomica non lo porteranno prima alla distruzione.
6) Terminator (1984)
Il film che lanciò il regista a tutto il mondo che ha cambiato la nostra percezione di vedere sia i robot che i viaggi nel tempo, attraverso una straordinaria fusione di numerosi generi: il noir con il mistero, lo slasher con la paura del Terminator inarrestabile, la fantascienza con le macchine, l’action con gli spettacolari inseguimenti. Tale fusione ottengono un cocktail perfetto per un’opera che esprime la paura del progresso ed evidenzia la salvezza eterna nella figura cristologica della donna (Sarah Connor), che da semplice cameriera maturerà e combatterà fino in fondo per formare un guerriero che potrà aiutarci, portando un fardello che nessun altro riuscirà a percepire. Con Arnold Schwarzenegger nel ruolo del T-800, nasce una delle icone cinematografiche più potenti di tutti i tempi.
5) Aliens: Scontro Finale (1986)
Con il sequel del capolavoro di Ridley Scott, James Cameron inserisce per la prima volta la figura della donna combattente, che nell’opera si dimostra molto più intelligente e ragionevole dei soldati, i quali rappresentano l’arroganza reaganiana e militarista estremamente presente nel cinema di quegli anni e mai così satirizzata all’epoca. Per la prima volta gli xenomorfi vengono umanizzati, poiché combattono solo per la sopravvivenza della loro razza e sono capaci di colpire con forte risentimento, a differenza degli uomini che si uccidono per il denaro… ed ancora una volta è la donna ad essere fonte di guida, dal momento che non è solo Ripley il punto di riferimento per gli umani, ma è la Regina Madre degli alieni ad essere fonte di autorità e di forza per loro, realizzata con una tecnica sublime invecchiata ancora oggi alla perfezione.
4) The Abyss (1989)
Un vero e proprio ritratto di denuncia alla guerra fredda da parte dell’autore, che mostra la distruzione dei nostri impulsi più violenti, basati sull’istinto e non sull’importanza della conoscenza, la cui mancanza ci spinge ad agire con violenza nei confronti di qualsiasi cosa. Da qui proviene la grandezza del sapere nei confronti dell’ignoto, rappresentato dall’abisso (che può anche essere simbolo di discesa oscura allo stesso tempo), che però deve la sopravvivenza soprattutto all’amore del genere umano che deve essere sempre il primo obiettivo in questo straordinario giubileo che fonde elementi del cinema classico con importantissimi riferimenti a “2001: Odissea Nello Spazio” e “Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo“. Da segnalare la scia d’acqua che muta le forme, uno dei primi miracoli della CGI al cinema.
3) Avatar (2009)
Sarebbe superfluo spiegare perché l’ultima opera del regista ha rappresentato una delle rivoluzioni tecniche più importanti della storia del cinema attraverso una cgi che mai prima di allora era stata così perfetta e dettagliata, ma l’opera non è potente solamente per l’impianto visivo: al di là del rapporto natura e uomo, è straordinaria la critica alla propaganda militarista che distrugge ogni forma di comunicazione, mentre, ancora una volta nel cinema di Cameron, viene lodata l’importanza dell’apprendimento attraverso la delicatezza dell’immedesimazione aiutata da figure femminili che si riconfermano il più grande faro di guida sia dalla parte degli umani che nella parte dei Na’vi, dimostrando quanto raccontare una storia semplice possa comunque raggiungere le più grandi vette della settima arte.
2) Terminator 2: Il Giorno Del Giudizio (1991)
Probabilmente uno dei più grandi sequel di tutti i tempi, il quale ribalta ciò che si è visto nel primo film, mettendo a confronto sia la distruzione delle macchine che la loro salvezza, da cui però dipende solamente la decisione dell’uomo. Con Sarah Connor, l’autore dimostra ancora di più il dolore del fardello e la consapevolezza delle proprie scelte, confrontando continuamente gli istinti più distruttivi con l’importanza della speranza. La nascita di T-1000, con la sua realizzazione in una cgi ancora una volta rivoluzionaria, è un altro dei grandi miracoli di questo cinema sci-fi che non può mai fare a meno di essere contaminato dall’umanità, perché, come viene evidenziato, l’umanità può influenzare qualsiasi cosa, sia nel bene che nel male.
1) Titanic (1997)
Probabilmente il riassunto completo di tutta la poesia di Cameron, questo immortale colossal degli anni 90 mostra quanto il grande spettacolo possa essere messo al servizio della più grande sensibilità, mostrando la povertà d’animo dei ricchi contro lo spirito vitale dei poveri che però vengono sempre martoriati, mentre la ricerca della vitalità trascende ogni ceto sociale esistente ed è simboleggiato dall’amore tra Jack e Rose. In un film dove viene ancora una volta dimostrata l’arroganza dell’uomo che crede di essere immortale grazie al progresso, l’ambizione di James Cameron porta non solo ad un’incredibile messa in scena molto struggente e forte ancora oggi, ma anche ad una consapevolezza dell’umanità che qui viene evidenziata in ogni sfumatura esistente.
