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#40TFF Recensione – EO: una poetica favola d’empatia

Il vincitore del Premio della Giuria a Cannes 75, “EO” il nuovo film di Jerzy Skolimowski, è una tragicomica epopea di un asino che si imbatte in un profondo confronto con l’umanità. Un altro titolo che, dopo il passaggio al Palais des Festivals et des Congrès, arriva anche in Italia presentato in anteprima Fuori Concorso al Torino Film Festival, alla sua 40° edizione, per poi approdare nelle sale il 22 Dicembre 2022. Di seguito il racconto e l’analisi del film. 

La trama del nuovo film di Skolimowski

Eo, un asino dallo sguardo profondamente malinconico e dall’animo curioso, fa parte delle attrazioni di un circo itinerante. Un giorno, dopo uno spettacolo, viene strappato dal mondo in cui è cresciuto e vissuto. Viene, quindi, costretto ad affrontare un incredibile viaggio dove si imbatterà in una serie di incontri con diversi personaggi, sperimentato crudeltà e gentilezza, rabbia e conforto. Un percorso tortuoso e particolare attraverso la campagna polacca ed italiana trovandosi ad osservare impassibile le follie ed i successi dell’umanità che lo circondano. 

“Eo, ti auguro che tutti i tuoi sogni diventino realtà.”

La recensione di EO, Premio della Giuria a Cannes

L’asinello Eo è il protagonista indiscusso dell’intera pellicola, tutti i personaggi umani restano di contorno e fungono da elementi di raccordo tra una situazione e quella successiva affrontata dal povero animale. Si parte dal circo, passando per l’aperta campagna ed un allevamento di cavalli, ma anche tra i festeggiamenti di una partita di calcio e per la magione di una contessa, quest’ultima interpretata da un piacevole cameo di Isabelle Huppert. Un viaggio senza fine che mostra, come già detto, i lati migliori e peggiori della società odierna. Un’opera esteticamente di un certo impatto, ma che non si limita a mettere in mostra il talento del regista. Forse, l’unico difetto del film lo si può riscontrare nel montaggio: a volte i passaggi tra una situazione o un luogo ed un altro risulta più scorrevole, mentre a volte più forzato. 


Probabilmente su questo grava il lavoro di co-produzione e lo stacco tra Polonia e Italia si sente parecchio. Tutto il resto, però, funziona eccome: una messa in scena straordinaria che attraverso lo sguardo di un semplice asinello, che poi così semplice non è. L’animale fin dal primo momento che viene mostrato sullo schermo risulta inconfondibile e lo spettatore non può che empatizzare subito con il protagonista. Il percorso che affronta incuriosisce e non è mai banale, ogni incontro mostra qualcosa che fa riflettere il pubblico: il suo rapporto e legame con la sua prima padrona Kasandra (Sandra Drzymalska), con cui condivide inizialmente il palcoscenico circense, si protrae per tutta la pellicola, mentre successivamente vengono proposti uno dopo l’altro incontri più casuali, i quali pare che lascino impassibile l’animale di fronte all’estrema gentilezza e alle oscenità. Quello che il regista tenta di trasporre al suo pubblico è osservare il mondo attraverso gli occhi senza nessun tipo di pregiudizio di un asino. Un altro tassello incredibile della filmografia di un grande autore. 

“Vuoi venire a casa mia?”

La reinterpretazione di “Au hasard Balthazar” di Bresson

Jerzy Skolimowski con il suo “EO” non realizza un classico remake, ma una vera e propria reinterpretazione di “Au hasard Balthazar”, film del 1966 di Robert Bresson. Un’operazione per nulla semplice vista la portata del materiale originale. Il cineasta polacco riesce, però, nell’intento di confezionare un ottimo prodotto audiovisivo riproponendo alcuni elementi e significati utilizzati dal maestro francese, senza scadere nella retorica o nella superficialità. Visivamente potente, ossessivo, pungente e che gioca su una serie di paradossi che vengono affrontati uno dopo l’altro dal malcapitato asinello. Caratteristiche che sono valse al film parecchi riconoscimenti in ambito internazionale. Inoltre, come se non bastasse, il film è stato inserito proprio oggi al quarto posto della classifica dei dieci migliori film dell’anno stilata dalla prestigiosa rivista francese “Cahiers du Cinéma” (I Migliori 10 Film Del 2022). Insomma un’opera cinematografica commovente e surreale che regala al pubblico una visione unica ed indimenticabile. Un film che gioca sul mero esercizio di stile per poi evolversi in qualcosa di più grande e decisamente ipnotico dando vita ad una poetica favola sull’empatia. Uno dei migliori film passati in questa edizione del Torino Film Festival ed anche tra i migliori dell’intera annata. 

Voto:
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Christian D'Avanzo
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