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Licantropus: La Recensione del nuovo film diretto da Michael Giacchino

Recensione di Licantropus, il nuovo prodotto dei Marvel Studios disponibile direttamente su Disney+, diretto e musicato da Michael Giacchino.
Recensione Licantropus film di Michael Giacchino su Disney+

Licantropus è un mediometraggio, il primo speciale Marvel (in questo caso realizzato in occasione di Halloween), ed è diretto e musicato da Michael Giacchino, noto compositore. Disponibile dal 7 ottobre direttamente su Disney+, il protagonista è Gael García Bernal (Old, Ema) ad interpretare Jack Russell, Laura Donnelly come Elsa Bloodstone, Harriet Sansom Harris nel ruolo di Verusa. Nuovo tassello per il Marvel Cinematic Universe, si apre anche al mondo dei mostri e lo fa direttamente in streaming, così come per i prodotti seriali. Vediamo allora cosa ha funzionato e cosa no nella recensione di Licantropus su Disney+.

La trama di Licantropus

In una notte buia e cupa, un gruppo segreto di cacciatori di mostri si riunisce nell’inquietante Tempio della Pietra di Sangue dopo la morte del loro leader, Ulysses Bloodstone. In una strana e macabra commemorazione in suo onore, i partecipanti sono coinvolti in una misteriosa e mortale competizione per una potente reliquia da sempre protetta dalla famiglia Bloodstone. Eppure Elsa, figlia di Ulysses, deve battersi a causa della sua assenza decennale che non le permette di ottenerne l’accesso diretto. La contesa consiste in una caccia che alla fine li porterà a confrontarsi con un pericoloso mostro (il Man-Thing dei fumetti Marvel). I protagonisti di Licantropus sono la già citata Elsa, ma soprattutto Jack Russell, il lupo mannaro

Recensione Licantropus

La recensione di Licantropus, a metà tra un omaggio e una piacevole introduzione

Il disegno Marvel Studios in questa fase è chiaro: ampliarsi il più possibile in diversi modi. Già con l’abbondanza delle serie quest’intento era lampante, ma il progetto Licantropus e la conseguente apertura al mondo dei mostri basandosi sempre (ovviamente e giustamente) sui fumetti, ne è un’ulteriore prova. Aggiungiamoci che l’ultimo Doctor Strange diretto da Raimi ha portato delle sfumature horror e il gore  all’interno dell’universo, e che la Zhao con i suoi Eterni ha realizzato un prodotto altamente maturo. L’aria di novità in casa Marvel è dietro l’angolo ultimamente, e che possa ramificarsi ancor di più nell’immaginario collettivo è auspicabile. Per chi scrive, però, la speranza è che ciò venga fatto con una certa qualità che ha contraddistinto Kevin Feige come produttore sin dall’inizio. 

Licantropus si rivolge agli amanti di un certo tipo di horror, quello classico. Allora le strizzate d’occhio e gli omaggi assumono rilevanza ai fini dell’intrattenimento. L’impostazione tecnica gioca proprio su questo senza particolari finalità se non quelle del puro luna park, con una fotografia in bianco e nero, audio ovattato nell’incipit, finte bruciature di pellicola alla Mank, per intenderci, e l’estetica del lupo mannaro è molto simile a quello del classico anni ’40. Insomma si fa di tutto per richiamare quell’epoca lì, anche se con la narrazione ci troviamo in un tempo post Thor: Love and Thunder. L’uso delle lenti anamorfiche è una scelta discreta da parte di Giacchino, siccome è giusto dare spazio alle scenografie e aumentare la tensione con i bordi sfocati che non ci permettono di vedere l’immagine pulita (e a questo già ci pensa il bianco e nero). 

Durante l’arco della storia si comprende che gli altri personaggi non conoscono la vera identità del protagonista, mentre lo spettatore, per forza di cose, si. Nel frattempo si costruisce un background con i dialoghi tra Elsa e Jack, con sprazzi di azione condite da battute ironiche, e la presenza prima inquietante e poi gradevole del mostro. Quest’ultimo, Man-Thing − qui chiamato Ted per il tono più scanzonato, è a metà tra la CGI e l’animatronics, mentre i poteri sono interamente realizzati in computer grafica. L’effetto non è dei migliori, soprattutto per l’estetica che il film vorrebbe ottenere con la messa in scena. Molto convincente invece il trucco del lupo mannaro su Gael Garcìa Bernal, assolutamente in parte e divertito nel ruolo senza cadere in over acting a differenza di Oscar Isaac in Moon Knight. Se in precedenza l’action era anche abbastanza equilibrato con il tono comedy, nella sequenza finale Giacchino si diverte dietro la macchina da presa, va decisamente sopra le righe e ciò aumenta sicuramente il divertimento. In tal senso c’è un uso spropositato di luci zampillanti per un effetto vedo-non vedo, inizialmente carino, poi ridondante. Invece le inquadrature oggettive danno respiro ai movimenti dei personaggi in scena, si accenna al gore con qualche schizzo di sangue con cui si sporca anche la macchina da presa stessa, offrendo uno spettacolo ai limiti del videoludico. L’inizio di questo luna park portato all’estremo è segnato dall’impattante trasformazione di Jack in lupo.

C’è da chiedersi come proseguirà il progetto mostri nel MCU siccome qui non c’è alcun riferimento ad altri film o serie passati, ma tutto sommato Licantropus offre un buon intrattenimento mentre introduce nuovi personaggi all’interno del grande disegno Marvel.

Voto:
3/5
Andrea Barone
4/5
Andrea Boggione
0/5
Paolo Innocenti
3/5
Carmine Marzano
0/5
Alessio Minorenti
0/5
Paola Perri
0/5
Vittorio Pigini
2/5
Giovanni Urgnani
0/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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