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Recensione: Gli Anelli del Potere episodio 1×07 (SPOILER)

Gli Anelli del Potere, recensione del finale di stagione

Il settimo episodio di Gli Anelli del Potere inizia a raccogliere tutte le informazioni seminate nel corso della narrazione tra le varie storylines. Stiamo arrivando alla conclusione di questa intensa prima stagione, ed il pathos e il dramma vengono indotti allo spettatore attraverso i dialoghi piuttosto che con l’azione, a differenza dell’episodio precedente. Vediamo allora cosa ha convinto, e cosa non lo ha eventualmente fatto, nella recensione dell’episodio 1×07 de Gli Anelli del Potere su Amazon Prime Video, diretto nuovamente da Charlotte Brändström.

Recensione Gli Anelli del Potere 1x07

Gli Anelli del Potere, la trama dell’episodio

Dopo l’esplosione a Udûn, l’esercito di Numènor e gli Uomini delle Terre del Sud ai piedi del Monte Fato sono stati travolti dall’oscurità. Le vittime sono innumerevoli e la sconfitta è opprimente, l’atmosfera si fa pesante a causa della (quasi) apocalisse. Fumo e fuoco si espandono a pieno ritmo tra le terre, colpendo indirettamente anche i personaggi delle altre sottotrame, tra cui i Pelopiedi.

Nori ed il suo popolo sono arrivati a destinazione. Mentre sono alle prese con i poteri dello Straniero e con le terre bruciate da rocce infiammate, le tre creature viste negli episodi precedenti ricompaiono. Simili a degli Elfi, ma con dei tocchi di nero che non lasciano presagire nulla di buono, nemmeno le loro azioni sono delle migliori quando incontrano la piccola Nori: incendiano la vegetazione per minacciarla. A quest’ultima è stata ridata la vita dallo Straniero, che prima di lasciare i Pelopiedi per incamminarsi alla ricerca di risposte, esercita i suoi poteri su di un albero colpito dall’oscurità, riuscendo a far rinascere il verde oppresso dal Male. Tuttavia nemmeno in questo episodio sapremo la verità definitiva sulla sua identità.

Parallelamente prosegue la diatriba padre-figlio tra Durin ed il re dei Nani, dopo la richiesta di Elrond. Quest’ultimo vorrebbe l’accesso alle miniere di Mithril a salvaguardia dell’esistenza degli Elfi, ma non basta aver convinto l’amico Durin. Lo scontro generazionale mette in risalto ancora una volta la differenza di mentalità e di idee, sia nei confronti del prossimo sia per il bene della propria razza.

Galadriel e Theo si ritrovano tra le ceneri, cercano insieme i superstiti lungo tutto il territorio e riflettono su quanto accaduto, sul senso di colpa, sul saper attendere per non trasformare l’odio in un’inutile vendetta. Il ragazzino nel cuore della notte vorrebbe sguainare la spada, donatagli dall’Elfa, contro un Orco. Saggiamente Galadriel lo ferma e lo induce alla ragione.

Nel frattempo Isildur viene dato per morto, dopo essere stato travolto dal fuoco e dalle macerie nel tentativo di aiutare dei sopravvissuti. Come se non bastasse, in precedenza aveva cercato speranzosamente (ma inutilmente) di tirar fuori il corpo già senza vita dell’amico. Elendil è toccato nel profondo per la presunta scomparsa del figlio dopo aver appreso la notizia dalla regina Mìriel e dal soldato amico di Isildur. La regina stessa ha perso la vista a seguito della violenta esplosione. 

Recensione Gli Anelli del Potere 1x07

Recensione dell’episodio 1×07 de Gli Anelli del Potere su Amazon Prime Video

Oramai la tensione è sempre più alta, in crescita da episodio in episodio. Charlotte Brändström dirige consapevole di dover incrementare la drammaticità degli eventi con una messa in scena fortemente basata sui dialoghi e sulle scenografie. Si presta perfettamente a tale scopo, generando un pathos continuo nei gesti quotidiani dei personaggi, e sfoggiando l’espressività dei suoi attori.

L’insieme di queste scelte porta inevitabilmente all’epicità del dramma, nonostante la staticità data dal continuo parlare di chi è in scena. Ed i dialoghi scritti potevano risultare stucchevoli, ma ciò non avviene mai grazie all’emotività prodotta sullo schermo. Questa serie ha il pregio di lasciar raccontare ad ogni personaggio la sua storia, le proprie emozioni, equilibrandoli nella visione d’insieme.

 

Il mistero è sempre dietro l’angolo, e nonostante qualche scelta didascalica sia interna ai dialoghi che extra diegetica come la mappa (negli episodi precedenti) e la scritta in sovrimpressione finale. A tal proposito, non sarebbe stato più d’impatto se Adar avesse pronunciato “Mordor” a sancirne la nascita post distruzione delle Terre del Sud? E invece si è optato per un cambio di nome e di font.

D’altronde il campo semantico di luce/bene contro oscurità/male continua ad essere presente in qualsiasi meccanismo narrativo. In particolar modo qui hanno importanza i colori: il rosso con cui si apre l’episodio non può che è essere il sangue versato, la fiamma che divampa e brucia tutto. La morte, di un caro, di un amico, di un animale. Indubbiamente il grigio del fumo è simbolo di caduta, concretamente delle ceneri, ma anche degli Uomini e quindi del bene. La perdita in questo caso è anche della vista della regina Mìriel, confessando di vedere tutto grigio, per l’appunto.

 

La strada può essere tortuosa e potrebbe esser persa di vista, Elendil vacilla, Galadriel è in lacrime, Theo serba rancore e odio per ciò che è stato, nella speranza di riabbracciare Bronwyn e Arondir. L’unica ad essere ancora determinata è anche colei che non può più vedere, di fatto: Mìriel, dotata di una forza di spirito mai visto fino ad ora. L’arancione è una via di mezzo: da un lato è il colore del fuoco e può portare distruzione (la fotografia nella foresta lo conferma), dall’altro però è anche sintomo di calore sentimentale. In questo caso non lo vediamo direttamente, è lasciato saggiamente fuori campo. Si parla del ricordo del re dei Nani, con in braccio suo figlio appena nato dopo un parto travagliato, mentre scorge il suo piccolo viso illuminato dal fuoco. 

 

L’eterna guerra del bene contro il male è appena iniziata, così come il viaggio dello spettatore all’interno del mito, abilmente accompagnato dai suoi narratori. Mordor prende vita dalla morte, così come la terribile creatura che sarà presente anche nella trilogia de Il Signore degli Anelli, e che sancisce la chiusura dell’episodio in preparazione ad un caldo finale di stagione.

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