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Spiderhead: la questione è la libertà di scelta

Dopo il grande successo al cinema di “Top Gun: Maverick” (film ancora in programmazione), il regista Joseph Kosinski torna dietro la macchina da presa con un nuovo progetto targato Netflix ed intitolato “Spiderhead”. Un thriller dispotico che racconta di un penitenziario all’avanguardia diretto dal geniale e visionario Steve Abnesti (Chris Hemsworth). Qui non esistono sbarre, celle o le classiche divise arancioni, poiché ai vari detenuti viene impiantato chirurgicamente nella schiena un dispositivo che somministra una serie di farmaci, sotto previo consenso dello stesso detenuto, in cambio di uno sconto della pena. All’Aracnotesta, così si chiama questa particolare e tecnologica struttura detentiva, i carcerati sono volontari che vengono lasciati liberi di esprimere la propria personalità. Il tentativo è quello di sperimentare una serie di farmaci capaci di alterare le emozioni  e la mente umana. Tuttavia durante questo trattamento due detenuti, Jeff (Miles Teller) e Lizzy (Jurnee Smollett), cominciano a legare ed instaurare un vero e proprio legame. Questo loro percorso scombina, però, i piani dei vari esperimenti che sembrano varcare sempre di più il cosiddetto “libero arbitrio”. 

“All’Aracnotesta siamo fieri del nostro lavoro. La tua presenza in questa struttura, anche se resta una punizione, è un privilegio.”

“Spiderhead” è tratto da un racconto breve del “New Yorker” di George Saunders intitolato “Escape From Spiderhead” ed è stato scritto e adattato per il piccolo schermo da Rhett Reese e Paul Wernick. Il progetto è stato poi affidato alle mani di Kosinski, il quale ha diretto un thriller senza dargli la giusta impronta che un regista come lui, nonostante non si tratti di un autore, poteva lasciare e sviluppare attraverso un soggetto interessante e ricco di spunti non indifferenti. Proprio come questo suo nuovo film, gli elementi ci sono tutti, ma alla fine sembra non volersi mai addentrare più a fondo nella grande critica politica e sociale che entra in gioco fin dall’inizio. L’atmosfera è quella della fantascienza ed il racconto è ambientato in una sorta di futuro dispotico, caratteristiche che spesso se sfruttate ed utilizzate a dover sono capaci di dar vita a veri e propri capolavori del genere, come ad esempio “Ex_Machina” (2015) diretto da Alex Garland. Questa volta non accade, tecnicamente l’Originale Netflix non eccelle ed il ritmo della narrazione ha troppi  alti e bassi. Non aiuta certo un cast che pare fuori forma: il protagonista interpretato da Hemsworth è troppo sopra le righe e sembra che, proprio come Tom Holland, anche lui paghi il ruolo del supereroe di casa Marvel poiché il suo Steve Abnesti ricorda una copia sbiadita del Thor visto in “Ragnarok”, mentre Miles Teller, che interpreta Jeff, ha dalla sua un personaggio che cerca di raggiungere continuamente quella profondità che lo stesso film tenta di raggiungere senza riuscirci. Manca quindi quel guizzo o quell’originalità che avrebbe dato il giusto slancio ad una storia che gioca su degli stereotipi, ma da cui si poteva tranquillamente trarre un discorso o un messaggio decisamente ben più incisivo e profondo. Anche il lato più introspettivo e psicologico gioca su dettagli microscopici disseminati lungo la pellicola, ma il risultato è un prodotto inconsistente che, nonostante tratti temi d’attualità, non riesce a creare anche solo quel clima di tensione oppure d’inquietudine. Forse il non intraprendere una singola direzione o strada fin da subito ha scombussolato la riuscita completa di un film che, come già sottolineato in precedenza, aveva ed ha tutti gli elementi o caratteristiche per poter ottenere qualcosa di più riflessivo e molto meno superficiale rispetto al risultato finale approdato sulla piattaforma. 

Insomma “Spiderhead” è un film che tenta di raccontare probabilmente qualcosa di già visto a cui manca l’autorialità giusta per potersi elevare e portare sullo schermo un prodotto che risulta, però, una brutta copia di un episodio di “Black Mirror”: procedimenti, racconto e struttura non possono che portare subito alla mente dello spettatore la nota serie tv britannica sviluppata da Charlie Brooker. La filmografia fino ad oggi di Kosinski, visto il già citato incredibile successo mondiale di “Top Gun: Maverick”, può vantare una serie di titoli interessanti e che presagiscono un buon futuro per il regista statunitense, peccato per questo brusco intoppo perché anche oltreoceano il film non ha riscosso recensioni così positive. Spesso Netflix ha abituato il pubblico ad un gran numero di titoli e prodotti che risaltano più la quantità rispetto alla qualità del catalogo, nonostante un comparto tecnico e le possibilità economiche per poter realizzare dei progetti ben più interessanti e coinvolgenti di  “Spiderhead”. Il film è comunque disponibile da oggi 17 Giugno sulla piattaforma streaming statunitense. 

Voto:
2.5/5
Christian D'Avanzo
0/5
Andrea Barone
0/5
Paola Perri
0/5
Giovanni Urgnani
0/5
Paolo Innocenti
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Carlo Iarossi
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Alessio Minorenti
0/5
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