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Firestarter: quando il fuoco non divampa

“L’incendiaria”, del 1980, è uno dei romanzi più conosciuti di Stephen King. Da esso venne tratta una prima trasposizione cinematografica, dal titolo “Fenomeni paranormali incontrollabili”, nel 1984, diretta da Mark L. Lester, che si ricorda specialmente per l’iconica interpretazione di una giovanissima Drew Barrymore. A distanza di quasi quarant’anni, la “Blumhouse” di Jason Blum, decide di produrre un nuovo adattamento che si intitoli proprio “Firestarter” (nome originale del romanzo), diretto da Keith Thomas. 

Seppur potesse sembrare doveroso avere una degna rappresentazione dell’opera, il tutto risulta poco convincente a partire dalla scelta del cast.

Zac Efron, che anche qua deve sfoggiare e mostrare inutilmente il suo fisico scolpito, non risulta credibile nella parte di un padre cavia degli esperimenti del Governo americano, che una volta sviluppati super poteri, scappi con sua figlia, capace di incendiare con la potenza dello sguardo. Il paragone fra la piccola e brava Ryan Kiera Armstrong e la biondina Barrymore dei tempi, viene spontaneo, facendo uscire sconfitta la prima. 

Ogni personaggio non ha la minima caratterizzazione, ed il tutto risulta raffazzonato dal momento in cui si sceglie di modificare la storia, esplorando dinamiche e situazioni che non portino a niente, se non a darci conferma di quanto la pellicola non decolli mai, seppur tenti di staccarsi dal predecessore, e avere una propria identità, incapace di rivelarsi.

Keith Thomas già con “The Vigil” aveva dimostrato di non avere molta dimestichezza con l’horror, ma qua lo palesa ancor di più, con sequenze che dovrebbero spaventare, ma che in realtà lasciano indifferenti, personaggi abbozzati e stereotipati che ti fan rimpiangere quelli del film del 84′ (che comunque era una pellicola imperfetta) e situazioni paradossali dove i dialoghi ridicoli non aiutano a entrare nel vivo della vicenda. L’idea alla base eppure poteva esser forte, andando anche a criticare con coraggio il Governo americano, parlando di esperimenti andati male da nascondere, con strizzate d’occhio alla “Cia” o reali avvenimenti esistiti. Niente di tutto questo. Si preferisce parlare di “super eroi”, in quanto la bambina sviluppa questi particolari poteri, solo che lo si fa in maniera fredda e inconcludente, quasi come a dire “ehy siamo nell’epoca dei cinefumetti, facciamo riferimenti a caso, tanto il pubblico apprezza”, stimolando invece reazioni opposte. 

La protagonista perde tutto il fascino e la grinta che aveva Drew Barrymore in passato, e si opta per renderla un misto fra “Jean Grey” degli “X Men”, e una moderna “Matilde” di “Freaks Out”, in un film che risulti una copia pallida e sbiadita del precedente, che già di per sé non era ben riuscito, ma che avesse almeno dei momenti rimasti iconici. Tutti così fuori tempo massimo, così anacronistico e tirato via. Inspiegabile il “vietato ai minori di 14 anni”, quando letteralmente non c’è una minima sequenza capace di spaventare, di incutere timore, o di scioccare.  Nell’epoca dei rifacimenti, ecco che “Firestarter” si riduce ad essere l’ennesimo film horror brutto, mal fatto, girato approssimativamente, che dall’America arriva in Italia.


Voto:
1/5
Christian D'Avanzo
0/5
Andrea Barone
0/5
Paola Perri
0/5
Giovanni Urgnani
0/5
Andrea Boggione
0/5
Carlo Iarossi
0.1/5
Alessio Minorenti
1.5/5
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