Articolo pubblicato il 3 Agosto 2024 da Bruno Santini
Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di director’s cut, nel mondo del cinema, della televisione e dei videogiochi, soprattutto in virtù di alcuni contributi che si sono moltiplicati soprattutto ad opera di chi può considerarsi il grandissimo promotore di questo sistema, nell’ambito del grande e piccolo schermo: Zack Snyder. A partire dal celebre hashtag che voleva il rilascio della Snyder’s Cut, fino agli esempi piuttosto contestati delle director’s cut di Rebel Moon, il regista statunitense ha portato ad una certa commercializzazione del concetto di director’s cut. Ma che cosa significa? Di seguito, si indica tutto ciò che c’è da sapere a proposito di che cos’è la cosiddetta “versione del regista”, indicando anche a che cosa serve e quali sono alcuni esempi celebri nella storia del cinema.
Che cos’è e che cosa significa director’s cut
Prima di entrare nel merito di quali sono alcuni esempi celebri di director’s cut, è importante sottolineare innanzitutto che cosa sia quest’ultima e che cosa significhi tale espressione, che può essere tradotta letteralmente con “taglio e assemblaggio del regista”; trattasi di una versione o di un montaggio del regista, più propriamente di una versione del film rimontata da parte del regista. Ma che cos’è nei fatti una director’s cut? L’espressione precedentemente citata permette anche di comprendere quale sia il significato di tale termine: si tratta di un’opera aggiuntiva – rispetto al film precedentemente osservato – che presenta una visione autoriale differente da parte del regista e che si esprime, nella maggior parte dei casi, con un montaggio differente, che porta a modificare alcune scelte, aggiungere scene precedentemente escluse, includere elementi tagliati e tanto altro ancora.
A che cosa serve una director’s cut?
La polemica espressa per le director’s cut di Zack Snyder, operate per un’opera come Rebel Moon, riguarda l’effettiva utilità di tali scelte di montaggio, dal momento che il cineasta statunitense sembra aver realizzato opere di questo genere solo ed esclusivamente per un motivo di carattere personale e non tanto per problemi derivanti da Netflix, che ha invece offerto tutta la libertà creativa possibile al cineasta. In effetti, a che cosa serve davvero una director’s cut?
Trattasi essenzialmente del lavoro aggiuntivo di un regista che non ha modo di esprimere tutto se stesso in un’opera precedentemente distribuita e della quale, dunque, non può dirsi davvero soddisfatto: per volere produttivo o per esigenze imposte dalla distribuzione di un’opera, spesso si tende a tagliare scene, sacrificare momenti al montaggio o procedere con scelte narrative che non soddisfano. In questo senso, dunque, la director’s cut è l’esplicitare – da parte di un autore – quello che è il suo pensiero e la sua visione concreta di un’opera, soprattutto a seguito di mancanza di spazio o censura. In alcuni casi, la director’s cut può prevedere anche un’eliminazione di scene che erano state previste dalla produzione di un film ma che, nell’idea del regista, non sono funzionali al messaggio dell’opera.
Esempi celebri di director’s cut nel mondo del cinema
Proprio a proposito di quanto si diceva precedentemente, è possibile indicare anche quali siano alcuni esempi celebri di director’s cut nel mondo del cinema; un regista che ha deciso di eliminare, più che di aggiungere, nella sua versione è Ridley Scott con Blade Runner, che ha optato per la totale eliminazione del lieto fine che era stato imposto nella prima distribuzione dell’opera e che non faceva parte dell’ideologia dell’autore. Esistono, poi, director’s cut che aggiungono numerosi elementi e, relativamente a Ridley Scott, un esempio è quella di Napoleon particolarmente attesa, dalla durata di 4 ore, che aggiungerà numerosi elementi al racconto proposto al cinema.
Tra le director’s cut più note non ci sono soltanto quelle di Zack Snyder, ma anche la Redux di Apocalypse Now, la Special Edition di Aliens, la Donner’s Cut di Superman II, oltre che le Director’s Cut di I Cancelli del Cielo e C’era una volta in America. Di recente, una director’s cut è arrivata anche nel mondo dei videogiochi, per Death Stranding di Hideo Kojima, che ha portato non soltanto all’introduzione di nuovi elementi narrativi (comunque non legati alla trama principale), ma anche al perfezionamento di dettagli grafici, di gameplay e di utilizzabilità del titolo in Next Gen.