Articolo pubblicato il 22 Giugno 2024 da Christian D’Avanzo
Nella storia del cinema ci sono stati numerosi esempi di prodotti provenienti proprio dal mondo dell’audiovisivo allo scopo di informare gli spettatori, portando alla luce storie personali e collettive catturate in vari angoli del pianeta. I documentari sono erroneamente concepiti dai più come un qualcosa di pedagogico, quasi come se qualcuno volesse per forza indottrinare argomenti di vario genere, eppure si tratta di un modo di fare cinema militante, quindi politicamente e socialmente impegnato. Se si è interessati a recuperare prodotti del genere, di seguito forniamo una lista di 10 documentari da vedere assolutamente.
1. Mr. Death: The Rise and Fall of Fred A. Leuchter, Jr. (1999), di Errol Morris
Il primo documentario consigliato è del 1999 ed è diretto dal documentarista statunitense Errol Morris. Mr. Death: The Rise and Fall of Fred A. Leuchter, Jr. è incentrato sulla vita di quest’ultimo, ossia un tecnico conosciuto per la progettazione di strumenti impiegati poi per le esecuzioni capitali, ma la sua fama è dovuta anche alle controversie circa le affermazioni negazioniste sull’Olocausto da lui rilasciate. Questo prodotto esplora dunque quella che è stata la carriera di Fred Leuchter, lasciando che emergano da sé interrogativi etici e morali, fino ad arrivare al declino del tecnico.

2. Standard Operating Procedure (2008), di Errol Morris
Sempre Errol Morris ha realizzato un documentario cinico e crudo da vedere, intitolato Standard Operating Procedure e risalente al 2008. Si tratta di un prodotto audiovisivo incentrato sugli abusi effettuati ai danni dei prigionieri all’interno del noto carcere di Abu Ghraib ai tempi della guerra in Iraq. Il regista intervista i soldati e ricostruisce le condizioni disumane presenti tramite le foto e le dichiarazioni rilasciate dai diretti interessati, così da mettere in discussione sia la responsabilità individuale che quella istituzionale in un contesto delicato come quello della guerra.

3. Inside Job (2010), di Charles Ferguson
Uno dei 10 documentari da vedere assolutamente è Inside Job di Charles Ferguson, del 2010. Lo scopo del documentarista è quello di analizzare quelle che sono state le cause dietro l’imponente crisi finanziaria del 2008, la quale ha toccato tutto il mondo. La spiegazione fornita è molto dettagliata ed è perfettamente comprensibile per chiunque sia nell’ambito delle pratiche che delle politiche scatenanti il collasso economico: ci sono interviste a numerosi professionisti (economistici, funzionari governativi, politici), e il film arriva in conclusione a denunciare l’avidità e la corruzione del sistema.

4. El sicario – Room 164 (2010), di Gianfranco Rosi
Tra i 10 documentari da vedere assolutamente c’è El Sicario – Room 164 dell’italiano Gianfranco Rosi. Si tratta di un prodotto memorabile perché, con uno stile diretto e minimalista, riesce a enfatizzare la brutalità della vita condotta da un sicario senza però spettacolarizzare nulla, senza porvi alcun accento retorico. Questo documentario si concentra quindi su un killer a pagamento, per conto dei cartelli della droga in Messico, che parla (nell’anonimato) dei suoi compiti, dei metodi di lavoro impiegati e delle condizioni psicologiche che ne derivano.

5. The Act of Killing – L’atto di uccidere (2012), di Joshua Oppenheimer
Documentario assai sconvolgente, nonché brutale, The Act of Killing – L’atto di uccidere diretto da Joshua Oppenheimer si pone l’obiettivo di esplorare il genocidio indonesiano avvenuto tra il 1965 e il 1966. Lo sguardo della macchina da prese segue i passi di chi ha causato le innumerevoli morti, e il documentarista ha fatto sì che i vecchi membri delle squadre della morte ricreassero i loro crimini. Alla luce di quanto descritto, The Act of Killing appare inquietante quanto riflessivo, e la banalità del male emerge con una certa ferocia.

6. Louisiana – The Other Side (2015), di Roberto Minervini
Regista italiano molto spesso presente al Festival di Cannes con i suoi lavori, realizzati direttamente all’estero, Roberto Minervini ha dato vita a Louisiana – The Other Side nel 2015. Questo documentario è davvero immersivo e coinvolgente perché permette agli spettatori di sbirciare sulla cruda realtà vissuta dalle persone ai margini della società nella Louisiana rurale. I residenti sono alienati dal mondo, non posseggono quasi nulla e dipendono, in pratica, dalle droghe: si tratta di un prodotto fondamentale in quanto dà voce a coloro che vengono ignorati dai media.

7. Lo and Behold – Internet: il futuro è oggi (2016), di Werner Herzog
Lo and Behold – Internet: il futuro è oggi, diretto da Werner Herzog, esplora quello che è l’impatto di Internet e di tutte le innovazioni tecnologiche che attualmente formano la società contemporanea. Attraverso una serie di interviste a scienziati, ingegneri e vari pionieri, il regista riesce nell’intento di manifestare l’impatto di Internet e delle tecnologie connesse sulla società moderna, evidenziando l’assuefazione che caratterizza la vita degli individui moderni, ponendo interrogativi etici e morali davvero suggestivi.

8. Zero Days (2016), di Alex Gibney
A proposito di informatica e tecnologia, Zero Days è un documentario che esplora quello che è il mondo nascosto della guerra cibernetica, in particolare andando ad analizzare le caratteristiche del virus Stuxnet. Quest’ultimo è considerato al pari di un’arma, solo che in forma digitale, sviluppata dagli Stati Uniti e Israele per colpire il programma nucleare iraniano. Il regista Alex Gibney nel 2016 riesce a far emergere le delicate questioni relative alla sicurezza globale e alla riservatezza delle informazioni.

9. Made in USA – Una fabbrica in Ohio (2019), di Steven Bognar e Julia Reichert
Made in USA – Una fabbrica in Ohio, in originale American Factory (vincitore del premio Oscar), è un documentario recentemente realizzato da Steven Bognar e Julia Reichert basato sulla riapertura di una fabbrica della General Motors abbandonata a Dayton, in Ohio, per l’appunto. Il ripristino è causato dall’intervento di un miliardario cinese, ragion per cui i due documentaristi riescono a far emergere le sfide e i continui tentativi di centrare un complesso equilibrio tra due culture lavorative assai differenti tra loro. Durante il racconto vengono poste domande di ogni tipo, specialmente su quella che è la dignità dei lavoratori, la quale viene messa a dura prova per conseguire gli obiettivi relativi al profitto.

10. Selfie (2019), di Agostino Ferrente
Documentario incredibilmente affascinante e d’impatto è Selfie, di Agostino Ferrente, che si pone come finalità ultima quella di esplorare una realtà afflitta dalla criminalità e dalla povertà come quella del quartiere Traiano a Napoli. Tuttavia, Selfie è molto toccante anche perché riesce a far emergere con grazia i valori dell’amicizia tramite il racconto delle giornate tipo vissute dai protagonisti Alessandro e Pietro, i quali utilizzano uno smartphone per raccontarsi.

Extra: Titicut Follies (1967), di Frederick Wiseman
Un extra dovuto, un undicesimo documentario da citare assolutamente in quanto realizzato da un vero e proprio sociologo quale è Frederick Wiseman. Titicut Follies è un documentario del 1967 che offre uno sguardo sulle condizioni raccapriccianti che vigono all’interno del Bridgewater State Hospital (Massachusetts), ossia una struttura ospedaliera nella quale vivono criminali afflitti da malattie mentali. Il famoso documentarista critica dunque il sistema statunitense in quanto lascia vivere in condizioni disumane e degradanti i pazienti: le immagini parlano in autonomia, non c’è bisogno di alcun commento.
