Recensione – Un Gentiluomo a Mosca: la serie tv con Ewan McGregor

Dal 17 maggio è disponibile su Paramount+ la miniserie “Un Gentiluomo a Mosca” creata da Ben Vanstone e con protagonista Ewan McGregor.
Un Gentiluomo a Mosca creata da Ben Vanstone

Articolo pubblicato il 7 Giugno 2024 da Andrea Boggione

Un Gentiluomo a Mosca” è la nuova miniserie disponibile sul servizio streaming Paramount+, ideata da Ben Vanstone e tratta liberamente dall’omonimo romanzo del 2016 di Amor Towles. Otto puntate che ruotano attorno alle vicissitudini del conte Aleksandr Il’ič Rostov, interpretato da Ewan McGregor, costretto, dopo la famosa Rivoluzione d’ottobre, a vivere rinchiuso tra i confini del Grand Hotel Metropol. Di seguito la trama e la recensione della nuova serie tv disponibile dal 17 maggio su Paramount+. 

La trama di “Un Gentiluomo a Mosca” 

Negli anni ’20, dopo la famosa Rivoluzione Russa (1917-1921), il conte Aleksandr Il’ič Rostov viene condannato da un tribunale bolscevico agli arresti domiciliari, una punizione che dovrà scontare presso il Grand Hotel Metropol, la struttura alberghiera dove l’uomo vive già da molto tempo. Nonostante il conte possa utilizzare ancora tutti i servizi dell’hotel, in realtà l’unica regola è quella di non poter oltrepassare il cancello dell’albergo, un luogo dove vengono ospitate persone considerate traditori per il Paese

Un Gentiluomo a Mosca creata da Ben Vanstone

La recensione di Un Gentiluomo a Mosca, la nuova serie tv di Paramount+ 

La miniserie “Un Gentiluomo a Mosca” ruota principalmente attorno al suo protagonista: il conte Alexander Rostov, un uomo elegante e affascinante che, una volta tornato da Parigi nella sua patria, viene recluso in un maestoso albergo per colpa di una sua poesia. Un esilio a quattro stelle per un uomo che passa in un attimo dalla spensieratezza di vivere nella bambagia ad una vita da recluso nella mansarda di un hotel. Fortunatamente la sua travolgente simpatia ed il suo pregevole carisma gli permettono di farsi nuovi amici e confrontarsi con differenti personalità tra i vari e diversi ospiti del Metropol. 

Ewan McGregor riesce a calarsi perfettamente nel suo personaggio, risulta fin dal primo istante l’unico pilastro di un prodotto televisivo nel complesso zoppicante, ma l’attore britannico riesce a districarsi tra le pieghe ed i difetti di una storia che tenta di lanciare un messaggio di libertà. L’obiettivo della miniserie è mostrare come una serie fortuita di incontri tra Rostov ed i clienti dell’hotel riescano, chi più chi meno, a dare vita ad un qualcosa di nuovo che può scatenare una certa curiosità nello spettatore. Un risultato che, però, non sempre prende forma, ma che risulta la vera e propria linfa vitale dell’intero racconto. 

Se da un lato c’è un’ottima performance di un grande attore, dall’altro lato il pubblico si ritrova ad avere a che fare con un prodotto segnato da un ritmo altalenante, una continuità narrativa quasi sempre interrotta da flashback oppure da lunghi ed estenuanti dialoghi che, più di una volta, finiscono per risultare ininfluenti ai fini narrativi, ma semplicemente una riproposizione delle caratteristiche di un protagonista ampiamente caratterizzato ed approfondito già nei primi due/tre episodi della serie. Le otto puntate restano un inutile allungamento del brodo, a discapito di tutto quello che ruota intorno ad un’epoca come quella del post Rivoluzione d’ottobre che viene spesso lasciata semplicemente sullo sfondo. 

A fornire nuova linfa vitale al conte sono, come già sottolineato, alcuni degli ospiti dell’hotel come ad esempio l’agente Osip Glebnikov (Johnny Harris), colui che si occupa della custodia di Alexander, la piccola Nina Kulikova (Alexa Goodall), la figlia di un dipendente dell’hotel, Nikolai Petrov (Paul Ready), un principe ed amico di lunga data del conte, ed, infine, Anna Urbanova (Mary Elizabeth Winstead), una famosa attrice del cinema muto. Una serie di relazioni e legami che permettono a Rostov di andare avanti nonostante gli “arresti domiciliari”, mentre nel frattempo osserva da semplice spettatore inerme il cambiamento di un intero Paese. 

L’ultimo aspetto di una certa rilevanza è sicuramente il reparto costumi e le fantastiche scenografie: se il montaggio spezza fin troppo la narrazione, manca una messa in scena più incisiva ed il solo McGregor regala una performance di un certo livello, tra gli elementi più positivi non possono mancare le incredibili ambientazioni, talmente curate ed avvolgenti da catapultare il pubblico tra le mura di questo affascinante quanto misterioso albergo. Si percepisce, infatti, un’estrema cura per i dettagli e, nonostante decisamente tanti e troppi difetti nel complesso, gli abiti restituiscono quel fascino da dramma di genere storico. 

Un Gentiluomo a Mosca creata da Ben Vanstone

La vita di un aristocratico dopo la Rivoluzione d’ottobre

Un Gentiluomo a Mosca” è una miniserie che vive attraverso la forza e la determinazione del suo assoluto protagonista che, grazie ad Ewan McGregor, funziona ed il pubblico ci si può facilmente immedesimare. La serie racconta di una serie di relazioni e legami tra personaggi che affrontano determinate difficoltà e avventure, mentre sullo sfondo un Paese sta affrontando un momento di grande e profondo cambiamento, anche se viene a mancare quell’analisi storica che avrebbe potuto incorniciare alla perfezione questo prodotto televisivo targato Paramount+

La serie è lo specchio della vita di un aristocratico dopo la Rivoluzione d’ottobre, un uomo che scopre, grazie al suo esilio forzato tra le mure di un affascinante albergo, che la vera libertà si nasconde dentro ogni essere umano. Nonostante le innumerevoli difficoltà, c’è sempre tempo per ritagliarsi un momento oppure un attimo di pura felicità, la chiave per vivere una vita scevra da qualsivoglia restrizione o impedimento. Con qualche episodio in meno ed una maggior fluidità di ritmo, “Un Gentiluomo a Mosca” avrebbe potuto sfruttare appieno le potenzialità di un racconto ed una storia a tratti travolgente, ma che finisce spesso per perdersi in inutili e prolissi dialoghi e situazioni senza capo né coda. 

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Un Gentiluomo a Mosca creata da Ben Vanstone
Un Gentiluomo a Mosca
Un Gentiluomo a Mosca

Dopo la famosa rivoluzione russa, il conte Aleksandr Il'ič Rostov finisce agli arresti domiciliari in un Grand Hotel di Mosca. Mentre il regime sovietico sprofonda nella tirannia, l’aristocratico e affascinante conte scopre il valore dell’amore, del coraggio e della comunità.

Voto del redattore:

6 / 10

Data di rilascio:

17/05/2024

Regia:

Sam Miller e Sarah O'Gorman

Cast:

Ewan McGregor, Mary Elizabeth Winstead, Fehinti Balogun, Daniel Cerqueria, Björn Hlynur Haraldsson, Johnny Harris e Leah Balmforth

Genere:

Drammatico, Storico

PRO

L’interpretazione del solo Ewan McGregor che incarna un perfetto gentiluomo e affascinante aristocratico.
Gli accurati costumi e le incredibili scenografie molto suggestive.
Un ritmo fin troppo altalenante per via degli innumerevoli dialoghi inutilmente prolissi.
La mancanza di una messa in scena più incisiva ed il resto del cast che offre prove abbastanza incolore.