Gasoline Rainbow è un insolito viaggio generazionale

La recensione di Gasoline Rainbow, film di Bill Ross e Turner Ross presentato in anteprima alla 80esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Recensione film Gasoline Rainbow, su MUBI dal 31 maggio 2024

Articolo pubblicato il 13 Maggio 2024 da Christian D’Avanzo

Gasoline Rainbow è un film che è stato presentato in anteprima mondiale all’80esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, nella sezione Orizzonti. I registi Bill Ross e Turner Ross hanno dichiarato di essersi lasciati guidare dalla personalità di cinque attori adolescenti alle prime armi, per cui la loro opera rappresenta un bilanciato mix tra il linguaggio documentaristico e quello appartenente al cinema di finzione. Di seguito, la trama e la recensione di Gasoline Rainbow, disponibile dal 31 maggio 2024 sulla piattaforma streaming di MUBI.

La trama di Gasoline Rainbow: di cosa parla il film di Bill Ross e Turner Ross?

Presentato in anteprima al Festival di Venezia nel 2023, Gasoline Rainbow è un film che ha destato stupore nella sezione Orizzonti. Ma di cosa parla il film di Bill Ross e Turner Ross? La trama:

Con il liceo alle spalle, cinque adolescenti della provincia dell’Oregon decidono di imbarcarsi in un’ultima avventura. Saliti a bordo di un van con un fanale posteriore fuori uso, la loro missione è quella di raggiungere un luogo dove non sono mai stati: la costa del Pacifico, a cinquecento miglia di distanza. Il loro piano, nella sua essenza: “Fanculo”. In furgone, in barca, in treno e a piedi, la loro odissea improvvisata li condurrà attraverso la natura selvaggia del deserto, le zone industriali periferiche e le strade urbane. Lungo il tragitto, incontrano alcuni outsider ai margini dell’Ovest americano e scoprono che i contorni delle loro vite saranno delineati dai sentieri che loro stessi avranno tracciato. Sebbene siano ragazzi dimenticati di una città dimenticata, hanno la loro libertà e hanno l’un l’altro, lanciati verso un futuro inconoscibile. E verso La Festa alla Fine del Mondo.

La recensione di Gasoline Rainbow, film tra il documentario e la finzione: un insolito viaggio generazionale

Spesso si sente parlare di quanto le nuove generazioni siano allo sbando, ingabbiate tra un presente irrequieto e un futuro incerto. La possibilità di essere stimolati su più fronte certamente rappresenta un’attrattiva costante e probabilmente fin troppo abbondante, tant’è che delle volte le persone sono così prese da una serie di eventi e situazioni da non riuscire nemmeno a godersi l’attimo, a dedicarsi a quella sana esplorazione spensierata. Da questo punto di vista appare coraggioso l’intento dei registi Bill Ross e Turner Ross di affidarsi a cinque attori adolescenti che tramite questo film hanno potuto esprimere se stessi nella loro vera essenza, guidando loro la macchina da presa da un punto all’altro dei molteplici paesaggi statunitensi qui ripresi. Ciò a cui si assiste è un’avventura che riesce perfettamente a ritrarre l’approccio alla vita della nuova generazione, un racconto cinematograficamente maturo in quanto si pone esattamente nel mezzo tra il linguaggio documentaristico e quello di finzione. In un certo senso si potrebbe parlare di Gasoline Rainbow come un prodotto vicino all’idea del cinéma vérité e il direct cinema, poiché l’obiettivo della cinepresa è un occhio a tratti neutrale che attende il manifestarsi dei fenomeni, a tratti interviene per scaturire emozioni genuine, intime. Per altri versi il film riesce persino a riportare alla mente l’approccio che ha fatto la fortuna della New Hollywood, proponendo un Easy Rider ambientato negli Stati Uniti nel contesto socio-politico contemporaneo.

Appassionante il riuscito tentativo della coppia di cineasti, i quali hanno deciso di pedinare i cinque adolescenti passando da uno scenario americano all’altro, creando un contrasto a suo modo unico e travolgente in grado di portare alla luce i cambiamenti di un’intera nazione. Infatti, parallelamente all’avvicinarsi della macchina da presa ci si immerge in ampi spazi da vera e propria epopea western, il quale è storicamente il genere con cui gli spettatori hanno potuto apprendere le trasformazioni sociali, passando dai campi lunghi dei deserti a quelli degli ambienti industriali che ne hanno intaccato per sempre l’assetto naturale, selvaggio. Per inciso, non è fortuito che la bandiera americana venga inquadrata in un paio di occasioni. Così in Gasoline Rainbow cambiano i trasporti – il minivan, il treno, lo skateboard, la barca – ed i paesaggi, ma quanto traspare è il lucido ritratto di una generazione formata da ragazzi che non hanno altro che loro stessi, nonché un invadente e al contempo pacifico senso di libertà.

La presentazione dei personaggi avviene tramite le loro carte d’identità liceali, così da lasciare anche intendere che ormai il loro percorso di studi è terminato e comincia una nuova fase di vita. Si va subito incontro all’evasione e alla volontà di guidare per andare via da tutto dirigendosi verso una meta mai vista prima, che poi sarebbe l’equivalente di un’esperienza non ancora vissuta, quella fase subito dopo la fine della scuola, il futuro che incombe con tutta la sua pressante incertezza. Contrapposto c’è però il candore di un gruppo di amici che accidentalmente si illude, perciò i ragazzi prima credono che la terra del deserto sia ghiaccio, poi si fidano di un estraneo e prendono parte – ingenuamente – ad una festa popolata da loro coetanei. Subito dopo si interrogano se sono stati gli effetti della droga e dell’alcol a creare una specie di sogno collettivo, o se invece si è trattato di uno sprazzo di realtà seducente. Parallelamente le canzoni selezionate servono proprio a trasmettere quanto lasciano supporre le immagini, e le sequenze assumono quindi una tridimensionalità maggiormente evocativa (“Be Happy”, no?) e che varia tra i generi quasi a voler realizzare anche in ambito musicale una sorta di ricostruzione storica.

Gasoline Rainbow è un’opera densa di emozioni, empatica, gioiosamente intima

A proposito della colonna sonora, invece, le note musicali trasmettono quella dolcezza infantile e sognante, ma in fondo ascoltando si avverte un qualche tocco di malinconia, e le parole dei protagonisti scorrono mentre sono immersi nei vari panorami del film, raccontano le varie situazioni difficoltose tratteggiando la loro personalità a turno. C’è chi ha genitori afflitti da problemi quali alcolismo e depressione, chi si sente solo in quanto non si rispecchia nella sua cultura, chi non viene compreso. Gli outsider incontrati lungo il percorso scatenano delle reazioni alquanto peculiari, e molto spesso si evidenzia la distanza tra la vecchia e la nuova generazione, distanza dalla quale emergere la paura di crescere giacché da piccoli si temono i propri genitori, ma crescendo non è più così; di cosa bisogna aver paura allora? Nessuno è responsabile per gli adulti, nessuno vigila su di loro per fungere da guida a differenza di quando si è bambini, adolescenti. Gli argomenti vengono tirati in ballo ciclicamente, e d’altronde la ripetitività è pur sempre una costante dell’umanità.

Sulle note riprese dal film Disney Oceania cantate a squarciagola da uno dei protagonisti mentre corre sulla spiaggia, la fosforescenza marina, il falò e l’alba sono gli ultimi meravigliosi attimi di un’opera densa di emozioni, empatica, gioiosamente intima. I ragazzi guardano in camera dopo essersi confidati, perché la loro casa, in fondo, è ovunque, e pur non sapendo cosa li aspetta alla fine della loro avventura non smettono di sorridere perdendosi tra le braccia dell’altro. L’ultimo scorcio scelto e mostrato dai registi con uno zoom ad uscire è un semaforo la cui luce cambia intensità, prima si smorza e poi si espande; dopo tutto, in queste immagini risiede il senso stesso dell’affascinante affresco esistenziale che è Gasoline Rainbow.


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Gasoline Rainbow locandina recensione film
Gasoline Rainbow
Gasoline Rainbow

Ambientato negli Stati Uniti, cinque adolescenti intraprendono un viaggio all'insegna del senso di avventura, della libertà e della manifestazione più intima delle proprie emozioni.

Voto del redattore:

8.5 / 10

Data di rilascio:

31/05/2024

Regia:

Bill Ross, Turner Ross

Cast:

Tony Abuerto, Micah Bunch, Nichole Dukes, Nathaly Garcia, Makai Garza

Genere:

Avventura

PRO

L’approccio cinematografico, a metà tra il documentario e la finzione
Il lucido ritratto della nuova generazione
Il senso di libertà ed i cambiamenti dettati dai diversi scenari proposti
Le canzoni scelte e la colonna sonora “sognante” e al contempo malinconica
Nessuno