Recensione – Tutti tranne mio marito, la commedia sui generis di Caroline Vignal

Caroline Vignal dirige un film che racconta il mondo delle app di dating attraverso l’interpretazione, nei panni della protagonista, di Laura Calamy. Quale sarà stato il risultato?
Recensione - Tutti tranne mio marito, la commedia sui generis di Caroline Vignal

Articolo pubblicato il 22 Dicembre 2023 da Bruno Santini

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Iris et les hommes
Genere: Commedia
Anno: 2023
Durata: 97 minuti
Regia: Caroline Vignal
Sceneggiatura: Caroline Vignal, Noemie de Lapparent
Cast: Laura Calamy, Vincent Elbaz, Suzanne De Beacque, Sylvain Katan, Laurent Poitrenaux
Fotografia: Martin Roux
Montaggio: Laurent Ripoll
Colonna Sonora: Benjamin Esdraffo
Paese di produzione: Francia

Nelle sale cinematografiche a partire dal 21 dicembre 2023, Tutti tranne mio marito è una commedia francese diretta da Caroline Vignal e che si avvale delle interpretazioni, nei panni dei protagonisti, di Laura Calamy e Vincent Elbaz. Attraverso il tema delle app di dating, la commedia sui generis parla di poliamore, sessualità e volontà di sentirsi desiderati. Ma qual è il risultato? Di seguito, la trama e la recensione di Tutti tranne mio marito. 

La trama di Tutti tranne mio marito, la commedia di Caroline Vignal

Prima di proseguire con la recensione di Tutti tranne mio marito, si indica innanzitutto la trama della commedia di Caroline Vignal. Iris (Laura Calamy) è una donna sessualmente insoddisfatta che, pur vivendo una vita serena con figlie brave a scuola e un marito (Vincent Elbaz) premuroso, non riesce a trovare quell’appagamento carnale di cui difetta da quattro anni. Per questo motivo, con il consiglio di un’amica si iscrive ad un’app di dating, dove inizierà a sperimentare il mondo del sesso con nuove persone, riscoprendo se stessa. 

La recensione di Tutti tranne mio marito: un lavoro sulla sessualità che contraddice se stesso

Il mondo delle app di dating ha preso piede in maniera netta negli ultimi anni, investendo gran parte della quotidianità di milioni di persone e configurandosi attraverso diverse forme di approccio tra persone. Si passa dalla volontà di costituire una relazione fino a piattaforme che si occupano della realizzazione di incontri fugaci, finalizzati alla formula della one night stand. Il compito di Tutti tranne mio marito è partire da questo presupposto e sviluppare un film che sappia parlare anche di sessualità, apertura a più relazioni, poliamore e non soltanto, per mezzo di un lavoro che rifletta anche sul bisogno di sentirsi desiderati. L’idea di fondo di Iris et les hommes (questo il titolo francese del film) è che l’appagamento, in una condizione familiare, non passi attraverso la solidità di un rapporto e che il sesso sia parte integrante, se non fondamentale, di una vita matrimoniale: a nulla basta avere soddisfazioni nella vita e nel lavoro, se quella componente primaria di un rapporto tra persone – il desiderio carnale di possedersi – viene meno. Al di là di quanto questo pensiero possa essere più o meno condivisibile, si trova alla base di uno sviluppo morale che tende, forse rendendosi conto dei suoi limiti, addirittura a contraddire se stesso.

La sfrenatezza sessuale di Iris è indotta dal bisogno di sentirsi sessualmente desiderata, dal momento che non ha un rapporto da quattro anni: contestualmente, il piacere della scoperta si individua anche attraverso le formule di un amore che le è sempre stato negato, sia in giovane età – a causa di un’educazione sentimentale mancata dei suoi genitori -, sia nell’ambito del matrimonio. C’è, però, un certo approccio confusionario da parte del film, che non può dirsi erroneo nel ribadire e sostenere quanto il sesso sia importante nella vita di coppia ma che, allo stesso tempo, piega a questo elemento le restanti asserzioni sulla positività del poliamore e del sentirsi libere in ambito sessuale (salvo poi tornare sui suoi passi in merito al tema del consenso e dell’importanza di dire no). Nel momento in cui ad essere toccati sono temi più profondi ma, allo stesso tempo, generali il film sembra essere incapace di porre l’accento sulla concretezza di determinate tematiche: si affida alla morale della protagonista il compito di spiegare allo spettatore quale sia il ruolo della donna e quale debba essere quello dell’uomo dinnanzi ad alcune necessità, come quella carnale, mostrando, ad esempio, anche alcune definizioni del bondage; tuttavia, nel momento in cui è Iris a dover rifiutare un rapporto ribadendo l’importanza del consenso, il film sembra quasi dimenticarsi di mostrare quella stessa corresponsabilità uomo-donna, che precedentemente aveva identificato nell’ambito del piacere, dichiarando quasi che debba essere la donna a capire quando dire “no”

Al di à di questi aspetti, il film vive delle interpretazioni dei due attori protagonisti, che non sfigurano e che, anzi, trascinano una sceneggiatura debole (e che esaurisce tutto ciò che ha da dire in pochissimi minuti) fino al suo compimento atteso: intelligente è l’utilizzo delle camere fisse per mostrare porzioni di quotidianità di Iris, quasi in un rapporto antitetico tra ciò che è cristallizzato e fermo e quella viva esplosione che, invece, interessa la sua riscoperta sessuale. C’è, però, poco altro: addirittura quell’intuizione di lasciare il film spento nella sua rumoristica – facendo affidamento solo al rumore della vibrazione dello smartphone – viene meno con una volontà di trasformare necessariamente la scena, pur nella sua dimensione sonora, addirittura affidandosi all’elemento musical con una versione francese di It’s Raining Man. Il finale del film è una volontà di piegare necessariamente tutto all’happy ending: è una commedia, questo è pur certo, ma è anche un film che si propone di insegnare qualcosa a proposito del difficile mondo delle relazioni carnali. Quando Iris va oltre e scopre se stessa, ecco che si ricostituisce – quasi fosse necessariamente reale – il bisogno dell’amore del suo uomo, finalmente pronto a mostrarsi sessualmente vivo. L’augurio di Natale che ci si vuol fare a vicenda, allora, è che il 2024 porti con sé film e tracce artistiche che sappiano parlare di libertà femminile a tutto tondo e non soltanto nel suo aspetto esteriore. 

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