Attack On Titan: le differenze tra il finale dell’anime e quello del manga

Attack On Titan: le differenze tra il finale dell'anime e quello del manga

Articolo pubblicato il 7 Novembre 2023 da Bruno Santini

Con l’uscita dell’ultimo episodio di Attack On Titan, è stato possibile valutare il finale dell’anime e, soprattutto, di osservare le tanto dibattute differenze tra il finale dell’anime e quello del manga. Hajime Isayama ha più volte dichiarato di essersi pentito di alcune scelte compiute al termine della sua opera, non tanto per il finale in sé, quanto più per un mancato approfondimento che la sua convinzione di terminare il manga con il capitolo 139 non gli ha permesso di effettuare. A suo dire, l’anime ha permesso di correggere tali errori: ma quali sono le principali differenze tra i due finali?

Il dialogo tra Eren e Armin

Il cambiamento più significativo del finale del manga si osserva con il dialogo tra Eren e Armin, che nell’anime viene approfondito maggiormente soprattutto per quanto riguarda le intenzioni dei due personaggi e la psicologia di Eren, oltre che del suo più grande amico. La necessità di terminare con il capitolo 139 aveva portato Isayama a ridurre un passaggio importantissimo in poche battute e, per questo motivo, la semplificazione di una componente psicologica così intensa era stata particolarmente osteggiata da parte dei fan. 

 

 

Nello specifico, uno dei passaggi cruciali dell’opera riguardava il ringraziamento di Armin a Eren, che era stato oggetto delle polemiche: esso racchiudeva sì la valutazione critica di quanto realizzato da Eren, ma anche la consapevolezza di azioni che erano state volte solo ed esclusivamente all’amore per le persone a lui care. Nell’anime questi passaggi vengono approfonditi con un’intera struttura da episodio dedicata al dialogo, in cui si scopre il valore sentimentale che Eren dà alla sua scelta; inoltre, il giudizio critico di Armin viene più marcato, con il personaggio che – pur comprendendo le ragioni del protagonista – afferma di voler condividere con lui all’inferno le pene di quanto creato. La parte più importante dell’approfondimento riguarda, però, Eren che si auto-definisce un idiota che ha ottenuto un grande potere, di fatto spogliando di sacralità gran parte dei gesti compiuti e riportando ad un livello più umano il personaggio. 

La vita di Eren e Mikasa

La vita che Eren e Mikasa non hanno potuto vivere viene approfondita attraverso il discorso dei sentieri, chiarito nel corso della Final Season, in cui possono trascorrere anni in un non-tempo che non corrisponde al tempo della realtà. In questo modo, Eren può comunicare con Mikasa e dedicarsi a quella pace che non ha mai ottenuto in vita, dato il disegno a cui era destinato: anche nell’anime questa componente viene maggiormente approfondita, soprattutto con diverse scene in cui i due personaggi comunicano i loro sentimenti, che permettono anche di spiegare il valore che Eren dà a Mikasa in termini effettivi; ciò permette meglio di spiegare non soltanto la scelta di Eren, che rende Mikasa l’unica che possa convincere Ymir a eliminare il potere dei Giganti da tutti gli eldiani, ma anche la reazione di Mikasa a seguito della morte di Eren. 

La pace di Paradis e la guerra dopo centinaia di anni

Grazie a numerose scene che vengono create ex-novo per l’anime, Attack On Titan approfondisce maggiormente il discorso della pace di Paradis a differenza del manga, in cui la pace dura molto di meno per l’isola. In primo luogo, si può osservare quale sia l’effetto della pace grazie ad alcune scene, come quella di Falco e Gabi che piantano dei semi o quella in cui Levi dona caramelle a dei bambini; quanto al bombardamento di Paradis che collega direttamente alla scena post-credit di Attack On Titan, esso avviene a centinaia di anni di distanza dalla fine degli eventi di Eren, mentre nel manga è molto più immediato. In questo modo, si dà più importanza alle azioni di Eren, per quanto la ciclicità degli eventi non viene eliminata.