Articolo pubblicato il 3 Novembre 2023 da Bruno Santini
SCHEDA DEL FILM
Titolo del film: Sacra Victima
Genere: Thriller, Storico
Anno: 2023
Durata: 18 minuti
Regia: Danilo Greco
Sceneggiatura: Francesco Braschi, Simone Hebara, Danilo Greco
Cast: Samira Barletta, Francesco Braschi, Fabrizio La Monica, David White, Francesca Antonucci, Martina Marino, Giulia De Girolamo
Fotografia: Davide Ceccarelli
Montaggio: Fabrizio Franzini, Simone Hebara, Simone Costamagna, Orlando Bellavista
Colonna Sonora: Boris Riccardo D’Agostino
Paese di produzione: Italia
Non solo lungometraggi. Il cinema è l’arte che trova nel tempo la sua classificazione. Proprio in occasione del FIPILI, sono stati numerosi i cortometraggi. Alcuni con una qualità tale da far rimpiangere i tempi passati del Bosco 1, altri che ci danno uno sguardo al futuro. Fra questi, senza dubbio alcuno, Sacra Victima si è rivelato il migliore su ogni fronte. Un ottimo corto low budget, un thriller in costume che doveva, forse, essere portato alla vostra attenzione. Di seguito quindi la recensione di Sacra Victima, cortometraggio fuori concorso al FIPILI.
La trama di Sacra Victima, diretto da Danilo Greco
Al fine di procedere con la recensione del cortometraggio, viene presentata la sinossi ufficiale fornita dallo stesso regista: Il corto è ambientato nel XVII secolo italiano. Una ragazzina ed un uomo fisicamente provato fuggono nei boschi da un violento cacciatore che vuole ucciderli. Sfruttando un momento di distrazione del cacciatore, la ragazzina riesce a fuggire seguita dall’uomo, ma questo sarà soltanto l’inizio di una caccia senza tregua che porterà ad un inesorabile finale.

La recensione di Sacra Victima, tanto semplice quanto sorprendente
Poco battuto e quasi sconosciuto, questo è il sentiero del folk italiano nel cinema. Territorio di letteratura e leggende locali, di foreste e campagne. Spesso sfocia in film orrorifici, seppur l’aggettivo non sia legato al genere ma alla qualità. A stupire di Sacra Victima è proprio il comparto tecnico. Regia solida, qualche sbavatura nelle sequenze action, ma convincente nell’indagare i personaggi. Montaggio sempre sul pezzo, che si prende i suoi tempi, che rifiuta l’esagerazione. Perché non stiamo parlando di un escape movie, l’azione è ponderata. La fotografia si distingue negli interni, con toni quasi caravaggeschi in contrasto con l’esterno. Desaturata, con colori alla Coubert. Realistica, funzionale, forse poco virtuosa per i più esigenti. L’epoca del barocco qui trova contrasto vivo. Niente orpelli, solo naturalezza. Scelta che ad una visione in sala convince, e non poco.
Il pregio più grande sono gli attori. Calati nel ruolo, seppur con un dialetto arcaico. Scelta audace, messa in scena senza esagerazioni. Volti stanchi e logori, espressivi anche grazie al trucco che esalta una performance suggestiva. Povera di dialoghi, perché nel cinema è meglio che siano le immagini a parlare. Sequenze che trovano origine nel cinema di serie B, quello degli artigiani. Artisti che facevano di necessità virtù, che plasmano la materia nuda come Alberto Burri. Paragoni audaci, probabilmente forti per alcuni, ma l’arte è fatta di azzardi. Era giusto creare un contesto, perché nel contesto ci è possibile guardare al futuro. Con le sue storture e i suoi pregi, Sacra Victima si pone come esempio per molti cortisti. Perché l’umiltà è il primo passo verso la virtù. La modestia di raccontare una storia, ma di farlo bene. Con curiosità guardiamo al futuro, sperando di rivederli in sala.