Articolo pubblicato il 2 Novembre 2023 da Bruno Santini
SCHEDA DEL FILM
Titolo del film: La Guerra del Tiburtino III
Genere: Commedia, Sci-Fi
Anno: 2023
Durata: 95 min
Regia: Luna Gualano
Sceneggiatura: Emiliano Rubbi, Luna Gualano
Cast: Antonio Bannò, Sveva Mariani, Francesca Stagni, Federico Majorani, Paolo Calabresi, Paola Minaccioni, Carolina Crescentini, Francesco Pannofino
Montaggio: Luna Gualano
Colonna Sonora: Emiliano Rubbi
Paese di produzione: Italia
“La Guerra Del Tiburtino III” riporta la regista Luna Gualano all’interno delle periferie di Roma mentre queste incontrano il cinema di genere. La recensione in anteprima della sci-fi comedy viene rilasciata dopo le proiezioni fatte alla Festa del Cinema di Roma ed al Fipili Horror Film Festival.
La trama di La Guerra Del Tiburtino III, diretto da Luna Gualano
“La Guerra Del Tiburtino III”, prodotto da Fandango e da Rai Cinema, presenta la seguente trama:
“Al Tiburtino III, nell’estrema periferia romana, un piccolo meteorite cade dal cielo e viene raccolto da Leonardo De Sanctis, il padre di Pinna, uno spacciatore del posto. Nei giorni successivi, quasi tutti gli abitanti del quartiere iniziano a comportarsi in modo strano, alzando delle vere e proprie barricate attorno al loro territorio. Pinna decide di indagare sul fenomeno insieme ai suoi amici e a Lavina Conte, famosa fashion blogger rimasta intrappolata suo malgrado nel quartiere. Gli alieni, partendo dal Tiburtino III, hanno posseduto i corpi dei cittadini e sono intenzionati a conquistare il mondo. A Pinna e al suo improbabile gruppo, il compito di salvarlo.”

La recensione di La Guerra Del Tiburtino III
Dal punto di vista registico, il film presenta delle soluzioni visive intriganti, con dei movimenti di macchina che si intrufolano negli spazzi più stretti del quartiere per mostrare l’energia e la tenacia dei protagonisti. Non altrettanto efficace risulta il montaggio, il quale rallenta dei momenti che risulterebbero più diretti e dinamici a causa della mancanza di tagli (un esempio è la scena delle mogli “che braccano i mariti”). La direzione degli attori è ottima: Antonio Bannò ha dei tempi comici perfetti, mentre Sveva Mariani è esilarante nell’esprimere sguardi lunatici attraverso una performance sopra le righe ma mai eccessiva, evidenziando la sua estraneità dal contesto della periferia con il quale il personaggio non è abituato. Anche Francesca Stagni è carismatica, così come Federico Majorani è divertentissimo nella sua lunaticità. Se gli attori giovani appena citati dimostrano di avere un gran potenziale per continuare ad esprimersi nel cinema italiano, anche il resto del cast già affermato conferma la sua forte professionalità, tra cui soprattutto l’esilarante apparizione di Carolina Crescentini. Molto buono anche il connubio tra effetti speciali pratici ed effetti visivi in CGI che mostrano le caratteristiche fisiche degli alieni.
La caratteristica più riuscita del film riguarda sicuramente le reazioni dei personaggi di fronte all’assurdità degli eventi: Luna Gualano ritrae le abitudini quotidiane stereotipate degli ambienti romani più semplici, ma in modo che queste siano credibili e perfettamente sposate con il contesto fantascientifico (il quale ricorda quello di “L’Invasione Degli Ultracorpi“), ottenendo un contrasto molto divertente. Uno dei momenti più riusciti è quando l’incredulità dell’invasione aliena viene paragonata alle leggende popolari religiose, evidenziando come i cittadini italiani più vecchi tenderanno sempre a credere al secondo elemento con una facilità surreale. Le gag appaiono spontanee e naturali, così come si nota la forte ispirazione alla comicità delle serie animate di Zerocalcare.

Gli influencer combattono gli alieni nelle periferie romane
Tra le varie caratterizzazioni dei ragazzi, la più riuscita è quella di Lavina Conte, della quale viene messo in ridicolo il suo modo di approcciarsi in quanto influencer. La ragazza infatti non è maleducata, ma è ossessionata dall’ottenere uno scoop importante per i suoi post, in modo da ottenere visualizzazioni nonostante, davanti a lei, stia visibilmente succedendo un grosso problema in uno dei quartieri della città. Questo approccio è una satira nei confronti delle tendenze, dimostrando come spesso la gente sia interessata a determinati argomenti solo perché sono tra i più cliccati dei social, non garantendo inoltre che l’approfondimento sulle problematiche sociali sia svolto quando anche gli argomenti seri vengono sbattuti in faccia al pubblico. Tuttavia, dall’altra parte Lavina si affeziona presto ai ragazzi della periferia lontani dal lusso a cui è abituata, così il film evidenzia, in maniera molto sottile, che in Italia tutti possono unirsi e che le differenze tra paletti dettati dalle classi sociali possono essere abolite semplicemente conoscendosi (non è un caso che una delle protagoniste sia nera).
Nonostante l’elemento interessante appena raccontato, la cosa che manca principalmente al film è un approfondimento politico, dal momento che il lungometraggio si presenta citando i problemi legati alla mancanza di assistenza ai cittadini che ne hanno bisogno e che, involontariamente o meno, si sfogano nei confronti delle persone straniere. Tale presentazione, che avrebbe potuto introdurre parallelismi o simbologie importanti, appare infatti solo come un pretesto fine a se stesso. Tuttavia vale la pena andare al cinema a vederla come opera d’intrattenimento: la spontaneità e la credibilità degli adolescenti messi sullo schermo permettono agli spettatori più giovani un’immedesimazione istantanea ed allo stesso tempo gli adulti possono divertirsi con le loro abitudini prese in giro con genuinità, rendendo “La Guerra Del Tiburtino III” una commedia godibile e adatta a tutte le età.