Articolo pubblicato il 3 Novembre 2023 da Bruno Santini
SCHEDA DEL FILM
Titolo del film:
Genere: Horror
Anno: 2023
Durata: 83 minuti
Regia: Anthony DiBlasi
Sceneggiatura: Anthony DiBlasi, Scott Poiley
Cast: Jessica Sula, Eric Olson, Chaney Morrow, Candice Coke
Fotografia: Sean McDaniel
Montaggio: Anthony DiBlasi
Colonna Sonora: Samuel Laflamme
Paese di produzione: USA
Proiettato al FIPILI in prima visione nazionale, la nuova pellicola di DiBlasi desta non poco interesse. Un rimescolamento sapiente di noti elementi, forse mai originale ma sempre puntuale. Una rinuncia del realismo all’insegna del perturbante. Più commerciale che elevated, caretteristica che qui diviene un pregio assoluto. Una discesa negli inferi, tanto nella psiche quanto nella struttura. Sguardi degni di un quadro di Füssli, macchiati dal sangue e che si distinguono dagli sfondi “petroliferi”. Di seguito quindi la recensione di Malum di Antony DiBlasi.
La trama di Malum, diretto da Anthony DiBlasi
Qui di seguito viene proposta la breve sinossi ufficiale di Malum, necessaria al fine della nostra riflessione: “Un agente di polizia alle prime armi si offre volontaria per l’ultimo turno di sorveglianza in una stazione di polizia appena dismessa per cercare di scoprire la misteriosa connessione tra il suicidio di suo padre e un feroce culto”.

La recensione di Malum, il reboot di Last Shift
Il reboot di Last Shift si presenta più forte e consapevole dei suoi mezzi. Perde il fascino dell’underground low budget, e si piega alle logiche della commercialità. Elementi che trovano sfogo negli odiati Jumpscare: presenti, prevedibili, eppure mai invasivi. Ma Malum osa in un’epoca di horror concettuali fini a se stessi. Rischia nel proporre una sceneggiatura e una mise-en-scène diretta. Rifiutando ogni forma di barocchismo, si destreggia fra situazioni più o meno surreali. Forte, forse, di un ottimo montaggio anche nei momenti più farraginosi. Perché è la confusione stessa la sensazione principale percepita. Un totale disorientamento nei corridoi che distorcono la nostra percezione. Una topoestesia di Colombo che incontra i corridoi di Nauman. Rieccheggiano nel vuoto angoscianti sonorità distorte. La melodiosa nenia del culto diventa ancor più disturbante, in una OST dove braams e singers scandiscono il montaggio.
La narrazione si sviluppa come un dedalo. A volte si sceglie la via più semplice, in altre percorsi più contorti e giusto qualche vicolo cieco. La strada lineare è sempre rifiutata, per quanto questo a volte richieda una forte sospensione dell’incredulità. A volte Distretto 13 per la componente urban, a volte Hellraiser nella gestione del mostruoso. Un gioco di scatole cinesi, che arriva al nucleo del perturbante. Immagini inquietanti, che provengono da un passato familiare. Simboli occulti che rimangono impressi nella pellicola e nello sguardo di Jessica Sula. Sicuramente una rielaborazione scarsa di inventiva, ma che riesce in ogni istanza a colpire lo spettatore. Nelle scadenti malebolge comandati dai malebranche Blumhouse, original streaming ed elevated horror la pellicola esplode. Si distingue e non lascia indifferenti nel suo viaggio introspettivo. Un vagabondare nella oscura selva urban, in attesa dell’incontro con il diavolo in persona.