Recensione: 800 Giorni – Il Film Ispirato Al Rapimento Celadon

recensione 800 giorni dennis dellai

Articolo pubblicato il 26 Ottobre 2023 da Bruno Santini

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: 800 giorni
Genere: storico, drammatico
Anno: 2023
Durata: 118 minuti
Regia: Dennis Dellai
Sceneggiatura: Giacomo Turbian, Dennis Dellai
Cast: Marta Dal Santo, Matteo Dal Ponte, Vasco Mirandola, Stefania Gori Bonotto, Marco Volpe, Shamira Benetti, Davide Dolores, Piergiorgio Piccoli, Francesca Tizzano
Fotografia: Renato Dalla Vecchia
Colonna Sonora: Paolo Agostini
Paese di produzione: Italia

La storia italiana del dopoguerra è tanto interessante quanto dimenticata. In anni di colpi di stato, sotterfugi e crimilanità si nascondo avvenimenti al limite del credibile. Fra questi figura il rapimento Celadon, il rapimento più lungo della storia italiana durato ben 831 giorni. Il regista Dellai decide di rievocare quel momento storico, creando un film ispirato a quell’avvenimento. Da Vicentino, lui decide di raccontare quelle sensazioni ed emozioni. Vibrazioni che abbiamo potuto cogliere anche nella proiezione speciale avvenuta proprio al Charlie Chaplin Cinemas di Arzignano. Il regista, il cast tecnico e lo stesso Carlo hanno presenziato alla proiezione raccontandoci alcuni retroscena. Una visione forte della vittoria col leone di vetro a Venezia. Sarà quindi riuscito il film a convincere? Di seguito, la recensione di 800 Giorni, il nuovo film di Dennis Dellai.

La trama di 800 Giorni, diretto da Dennis Dellai

Nel 1988 la vita di Paolo Pierobon sta per cambiare drasticamente. Il figlio di un noto imprenditore del vicentino viene rapito nella sua abitazione e portato in Calabria. Il giovane Paolo è stato rapito dagli uomini dell’Ndrangheta, e verrà liberato solamente dopo il pagamento di un riscatto. Nel frattempo la fidanzata, la famiglia e le forze dell’ordine lottano per salvarlo con tutte le loro forze. Paolo lotta ogni giorno per la vita, vittima dei suoi rapitori e di un periodo storico complesso.

recensione 800 giorni dennis dellai

Una breve introduzione storica

Prima di procedere con la recensione, occorre porre brevemente attenzione sul contesto storico. In particolare, il relazione alla vicenda reale che ha visto come protagonsita Carlo. Negli anni 80 il vicentino vive un vero e proprio fenomeno di rinascita economica. Una delle regioni più povere diventa terreno fertile per il proliferare delle industrie. Rinascita economica che si riflette sugli imprenditori e sugli operai. Carlo, figlio di un imprenditore del luogo, viene sequestrato dalla sua abitazione e portato in Calabria. A seguito di numerosi tentativi di liberazione, verrà rilasciato dai suoi rapitori dopo 831 giorni di prigionia in condizioni disastrose. La tranquillità della campagna veneta era diventata un ricordo, la paura serpeggiava in ogni angolo. Una vicenda tragica, fortunatamente per le vittime oggi dimenticata. Una storia che però forse andava raccontata per le nuove generazioni

La recensione di 800 Giorni, la pellicola ispirata al rapimento Celadon

800 giorni non è un film sul rapimento Celadon, queste sono le premesse iniziali di questa particolare pellicola. Il film non vuole trasporre la storia di questo tragico evento. Al contrario si sceglie un approccio più distante e rispettoso. Si decide di rievocare un preciso momento nella vita dei vicentini, gli anni della paura. Feste e divertimenti, radio e università, tutto viene interrotto dalla paura. Il film decide di concentrarsi sui personaggi che ruotano attorno a Paolo, in un gioco di tensioni continuo. Un film che sicuramente risce ad evidenziare la controversia di quegli anni, semplificandola forse. Ma d’altronde sorge spontanea una riflessione: 800 giorni non è un documentario. Rinunciare al romanzo scegliendo la via del saggio, avrebbe minato la narrazione irrimediabilmente. Al contrario la pellicola sceglie di rimanere sempre ancorata al suolo, senza mai strafare. Per alcuni un difetto, per chi scrive un grandissimo pregio.

Il film vuole essere un racconto per le nuove generazioni, per tramandare una storia importante. Una regia pulita e ben fotografata, anche se a volte la camera a mano libera entra eccessivamente in contrasto con il registro del film. Immagini supportate da musiche intriganti, ben costruite nelle originali ma a volte invadenti nel repertorio per via del montaggio audio. La recitazione generalmente si attesta su un discreto livello, con i suoi alti e i suoi bassi. I personaggi principali rimangono sempre in parte, senza mai scadere in over acting. Consapevoli di un budget stimato di circa 50mila euro, si chiude volentieri un occhio su queste piccolezze. Data anche la natura quasi didattica della pellicola, più intima che colossal. Una sorta di “rievocazione storica” che parte dalla radio e finisce sul grande schermo. Rendendo sempre palese, la sua natura di racconto di finzione.

Considerazioni Finali e Dove Vedere 800 Giorni

L’umiltà è una virtù decisamente sottovalutata nellca cinematografia contemporanea, ma ci sono simpatiche eccezioni. 800 giorni, potrebbe essere proprio una di queste. La pellicola nelle sue quasi 2 ore scorre senza intoppi, e non avrebbe niente da invidiare ad una produzione televisiva di alto livello. Forti del budget limitato infatti, si è scelto di fare continuamente di necessità virtù. Questo gioco di equilibri, nel bene o nel male, riesce sempre. Un pregio del progetto è che rifiuta la scelta più facile, ri ripudia il melodramma. Al contrario ciò che emerge è il rispetto per una storia decisamente toccante, il rifiuto della becera strumentalizzazione. Forse proprio per questo si è scelto di non concentrarsi sul rapito ma sulle figure attorno a lui. Perché più che sulla la pena e pietà, lo spettatore viene invitato a riflettere sul clima dell’epoca. Questo in una recensione di 800 giorni è fondamentale.

Come ci ha recentemente insegnato Scorsese nel suo ultimo film, a volte la memoria è più importante del mero spettacolo. Ironicamente, 800 giorni sceglie proprio per questa strada con tutti i pro e i contro dell’operazione. Starà al pubblico decidere come accogliere la umile natura del progetto, se vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. A prescendere dal gradimento, emerge un grande cuore e una buona padronanza del mezzo cinematografico. Una fioritura di idee che si dinstingue dagli altri prodotti del circuito ristretto. In attesa dell’arrivo di questa storia su Prime Video si vuole porre una limitata riflessione. Il cinema è uno strumento che permette alla memoria di sopravvivere, sta a noi scegliere quanto spettacolarizzare le tragedie. Forse una storia del genere, andava raccontata senza una messa in scena barocca. Un film semplice all’esterno, ma vivido nel suo cuore.

Voto:
4/5
1,0
1,0 out of 5 stars (based on 1 review)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

PRO