Articolo pubblicato il 21 Agosto 2023 da Bruno Santini
SCHEDA DEL FILM
Titolo del film: Newton Boys (The Newton Boys)
Genere: Azione, Commedia e Drammatico
Anno: 1998
Durata: 122′
Regia: Richard Linklater
Sceneggiatura: Richard Linklater e Clark Walker
Cast: Matthew McConaughey, Skeet Ulrich, Ethan Hawke e Vincent D’Onofrio
Fotografia: Peter James
Montaggio: Sandra Adair
Colonna Sonora: Edward D. Barnes
Paese di produzione: Stati Uniti d’America
“Newton Boys” è un western poliziesco co-scritto e diretto da Richard Linklater, il secondo adattamento cinematografico dell’autore che porta sul grande schermo l’omonimo romanzo di Claude Stanush, il quale riveste il ruolo anche di co-sceneggiatore del film. Un’operazione simile a quella di “SubUrbia” (1996), il precedente capitolo della retrospettiva dedicata all’autore texano. Un genere tutto nuovo per il regista statunitense che fa un salto nel passato, lasciando un po’ in secondo piano la sua filosofia per far spazio ad un biopic quasi considerabile fuori luogo rispetto al resto della sua filmografia. Di seguito la sinossi e la recensione del sesto film di Linklater.
La trama di Newton Boys, il sesto film di Linklater
Tra il 1919 ed il 1924 i Newton Boys, una banda di rapinatori, hanno derubato più di ottanta banche tra lo stato del Texas ed il Canada. Quattro fratelli, Willis, Joe, Jess e Dock Newton, interpretati rispettivamente da Matthew McConaughey, Skeet Ulrich, Ethan Hawke e Vincent D’Onofrio, che sono diventati, grazie alle loro incredibili gesta, tra i fuorilegge più famosi d’America. Nonostante il successo, decidono di tentare un colpo multimiliardario svaligiando un treno ricolmo di ricchezze. Riuscirà la famiglia Newton a realizzare questa grande rapina?

La recensione di “Newton Boys” (1998)
Dopo una prima parte di carriera più che convincente, a tratti straordinaria, con “SubUrbia” e “Newton Boys” Richard Linklater realizza due film poco coinvolgenti che finiscono per risultare entrambi tra i progetti meno riusciti di un autore tanto interessante quanto sottovalutato. Se, però, nel film del 1996 il regista americano riesce nell’intento di proseguire un discorso, seppur diverso, che approfondisce la sua poetica, questa volta dirige un lungometraggio un po’ fuori dagli schemi. Non è una sorpresa che tra i più appassionati del suo cinema questo titolo sia tra i meno ricordati ed amati. Nonostante la presenza di un cast considerabile ad oggi stellare e composto da future star come Matthew McConaughey e Ethan Hawke, già visti in precedenti film del cineasta, sia il genere selezionato sia la stessa filosofia dell’autore finiscono per accantonare tutte quelle caratteristiche e sfaccettature che hanno reso straordinari titoli del calibro di “La Vita è un Sogno” (1993) oppure “Prima dell’Alba” (1995). Successivamente Linklater, fortunatamente più di un volta, raggiungerà di nuovo l’apice con più di qualche progetto, ma con questo western dalle sfumature poliziesche effettua una divagazione forse fin troppo eccessiva.
“Newton Boys” unisce al suo interno più generi, non mancano anche i classici toni da commedia, ma alla fine questa risulta una scelta contrastante che porta lo spettatore a chiedersi come mai un autore del genere, con una determinata e consolidata poetica e riflessioni sul mondo giovanile, debba prendere una strada completamente diversa che non rientra nella filosofia del suo stesso creatore. Il film, ovviamente, non ha stupito anche la critica ed al botteghino, seppur con un incasso da circa 10 milioni, anche questo è risultato un discreto flop. Finiscono per non bastare delle buone interpretazioni ed un’altrettanta ottima direzione di questi attori perché, alla fine, quello che rimane è una recitazioni convincente all’interno di un contesto sconnesso ed allo stesso tempo quasi fuori luogo. La storia è senz’altro godibile, le due ore circa di durata scorrono, ma quello che risulta poco funzionale sono: il messaggio di fondo e la direzione che intraprende il regista nell’effettuare questo nuovo adattamento cinematografico. E’ incredibile come in un film di Linklater riesca a mancare quella straordinaria energia protagonista dei suoi precedenti lavori, come quella lungimiranza nella scrittura e più che gradito approfondimento dei personaggi che, in “Newton Boys”, paiono realizzati uno identico all’altro. Se “SubUrbia” aveva ed ha tutte le caratteristiche per essere considerato un piccolo passo falso all’interno di un’ottima filmografia nel complesso, anche questo film del 1998 non è da meno. Tecnicamente resta un film valido, non si notano strafalcioni in una messa in scena pulita e molto semplice, come la stessa linearità di un racconto che in fin dei conti intrattiene, ma senza dare quel qualcosa in più a cui il regista ha abituato il suo pubblico.

Un Linklater inaspettato ed un salto nel western
“Newton Boys” è il classico film in cui a volte capita di incappare spulciando la filmografia di regista ed anche di quelli annoverati tra i grandi autori. Un Linklater inaspettato ed un salto nel western ancora oggi poco chiaro, lasciando in secondo piano i temi a lui più cari e fondamentali delle sue opere precedenti. Quella sperimentazione viene completamente abbandonata, proprio come lo sguardo sulla libertà ed i turbamenti giovanili, per far spazio a qualcosa di fin troppo diverso. Una storia vera che non riesce a restituire lo stesso fascino al cinema, inoltre, nonostante del buon intrattenimento, il film risulta spesso ripetitivo ed a tratti decisamente spiazzante per tutti coloro che sono rimasti folgorati dalla visione unica di un autore della caratura di Richard Linklater. Non si tratta di un brutto film, ma di un’operazione completamente fuori contesto per il tipo di cinema che ha proposto fin qui il cineasta e che riproporrà, fortunatamente, in seguito.