K.O. (2025) e MMA: Maschilismo, Male gaze, Azione stereotipata

Su Netflix è giunto un nuovo film d’azione francese, con Ciryl Gane protagonista e parzialmente basato sulle esperienze MMA: ma qual è il risultato di K.O.?
K.O. (2025) e MMA: Maschilismo, Male gaze, Azione stereotipata | Recensione del film Netflix

Articolo pubblicato il 7 Giugno 2025 da Bruno Santini

In un febbrile mese di giugno e in un ancor più affollato giorno del 6 giugno 2025, che ha visto Netflix accogliere numerosi prodotti in piattaforma, anche il film francese K.O. è stato introdotto in streaming; con Ciryl Gane – artista marziale misto e, a questo punto, attore francese – protagonista, il nuovo film d’azione promette tanti pugni e la salvezza di un giovane ragazzo, seguendo dei meccanismi molto tradizionali del cinema post-ring che interessa (purtroppo o per fortuna) tantissimi artisti e sportivi. Ma qual è il risultato di K.O.? Di seguito, proviamo a comprendere maggiormente tutto ciò che c’è da sapere in merito attraverso la recensione del film.

Il più classico dei film d’azione? No, peggio

Nel prendere in considerazione la recensione di K.O., è sicuramente molto interessante notare – innanzitutto – di che cosa parla il film francese diretto da Antoine Blossier, che gestisce un novero di attori tutt’altro che ispirati, guidati da Ciryl Gane nei panni del protagonista. Il cinema d’azione contemporaneo vede, tra le sue fila, una grandissima quantità di ex-lottatori, ex-wrestler, ex-boxer e, in ultimo, ex-artisti marziali misti. Dopo Connor McGregor, che ha prestato il volto ad un criminale (e chi, sennò?) presente in Road House con Jake Gyllenhaal protagonista, è ora il turno di Gane, a cui però si affida una componente morale e sociale completamente differente.

Il buon Bastien, infatti, dopo aver inavvertitamente ucciso un suo rivale sul ring, si ritrova ad avere dei contatti con Emma e Léo, rispettivamente moglie e figlio sull’uomo che non sembrano essere in grado di perdonarlo. Il ragazzo, però, finisce nei guai per aver assistito a un omicidio da parte di una gang criminale marsigliese e rischia la vita: starà a Bastien difenderlo. Dicevamo del cinema post-ring, tanto muscolare quanto stereotipato, che di solito porta volti e pettorali a diventare protagonisti di una tipologia di rappresentazione sicuramente molto stantia, che sfrutti le componenti fisiche (ed è giustissimo che sia così) e che proponga trame sicuramente non molto elaborate in termini di originalità, volte alla sublimazione di quei corpi tanto esposti, in genere anche nudi, nella loro espressione più bellica. In questo, K.O. è perfettamente ascrivibile al genere dell’azione, o meglio a quel sotto-genere ancor più specifico che coinvolge personaggi mai davvero al di fuori della propria condotta sul ring, che continuano a combattere o, addirittura, a vestire i panni di se stessi, come in una sorta di costante mockumentary o addirittura di un’autobiografia distorta, che ne esponga le componenti più organiche.

Un’immagine di Ciryl Gane in K.O. su Netflix

La recensione di K.O.: se le tre lettere della sigla MMA possono diventare qualcos’altro

Prodotti come K.O. sono molto più comuni e semplici di quanto si possa pensare, nel bene e nel male: intrattenimento spicciolo, facile realizzazione, riuso di setting particolarmente banali dal punto di vista strutturale e una narrazione basica in cui orientare l’azione del protagonista; tutti questi sono gli ingredienti perfetti del racconto che si vuole creare, e per una serie come Mercy for None (dunque neanche qualcosa di lontano nel tempo) si diceva – in effetti – che non è nelle scazzottate e nella violenza il problema o la mancanza di virtù, bensì nella cornice e nella concezione totale di prodotto. Per K.O., che in effetti il tema della MMA lo tratta anche visivamente, allora, proponiamo due spunti: il primo è che i lottatori stessi – prima McGregor, poi lo stesso Gane – non riescono a fuoriuscire da una logica estremamente punitiva e lesiva dello stesso sport che, al di là di qualsiasi valutazione, esiste, ha un rigore e un suo regolamento.

Il secondo spunto è nella riqualificazione di quella sigla (arti marziali miste), che proponiamo seguendo a pieno merito ciò che si osserva all’interno del film: le due M assumono allora il valore di maschilismo e male gaze. Senza intraprendere un prolungato discorso che ci permetta di comprendere le ragioni di tale associazione, ci basterà pensare che la proposta di violenza, estetizzata nelle sue forme, sublimata dal trattamento costante della figura femminile e ancor più interiorizzata nelle forme di interrelazione uomo-donna, segue a pieno merito quello sguardo maschile costantemente maschilista, pur in latenza e pur senza essere (se non a tratti) esplicito. K.O., allora, non è soltanto un prodotto muscolare, ma anche un film estremamente etero-normativo, che sfrutta quei modi di porsi e di atteggiarsi (oltre che di estetizzare il suo racconto) che appartengono, e non può essere che così, ad una visione estremamente chiusa e patriarcale, che anche in forma inconsapevole glorifica l’uomo pur se in errore e perdona lo sbaglio, rendendolo un insegnamento possibile, addirittura legittimando la violenza.

E poi c’è lo stereotipo, che ascriviamo a quella A, relativa tanto alle azioni quanto alla messa in scena: le interpretazioni sono ridicole, così come la proposta narrativa e tutti gli elementi tipici della struttura filmica; K.O. è un film assolutamente vuoto, vecchio, già superato e dimenticato nonostante pochissime ore di vita dalla sua prima distribuzione in streaming, che sacrifica ogni possibile cura – la tecnica è assente, la regia è pigra, la gestione degli attori è fuor di logica – per regalare bicipiti e pettorali, glorificando dei muscoli perché tali e prendendosi anche troppo sul serio. Per favore, anche basta.

5,0
5,0 out of 5 stars (based on 1 review)
K.O.
K.O.

Nuovo film d'azione su Netflix con Ciryl Gane protagonista, K.O. è un prodotto francese piuttosto classico con il lottatore MMA.

Voto del redattore:

2 / 10

Data di rilascio:

06/06/2025

Regia:

Antoine Blossier

Cast:

Ciryl Gane, Alice Belaidi, Maleaume Paquin, Foued Nabba, Anne Azoulay

Genere:

Azione

PRO

Nessuno
La stereotipizzazione del prodotto
Le interpretazioni
Il costante e latente maschilismo del film