Un Simple Accident e la lezione di cinema di Jafar Panahi

Un Simple Accident costituisce il ritorno dietro la macchina da presa di Jafar Panahi, a seguito della sua incarcerazione da parte del regime iraniano, oltre che un nuovo approdo a Cannes: ma con quale risultato?
La recensione del nuovo film di Jafar Panahi, Un Simple Accident

Articolo pubblicato il 24 Maggio 2025 da Bruno Santini

Presentato in anteprima in concorso al 78esimo Festival di Cannes, Un Simple Accident è il nuovo film scritto e diretto dal regista iraniano Jafar Panahi, per l’occasione presente sulla Croisette, lì dove mancava dal 2018, quando Tre Volti vinse il Prix du Scénario. Si tratta del primo lungometraggio da lui diretto dopo essere stato detenuto nella prigione di Evin dal luglio 2022 al febbraio 2023, oltre al primo da uomo libero dal 2010 visto che il tribunale di Teheran, dopo la scarcerazione, ha fatto decadere sia il bando che gli proibiva di girare film che quello che gli impediva di lasciare il paese. A seguire, trama e recensione di Un Simple Accident.

La trama di Un Simple Accident, diretto da Jafar Panahi

Prima di procedere con la recensione di Un Simple Accident, il nuovo film di Jafar Panahi presentato in anteprima al Festival di Cannes 2025, è molto utile sottolineare innanzitutto la trama del film che ha ottenuto una valutazione molto positiva da parte di tutti gli spettatori e addetti ai lavori. Trattasi della seguente:

Un Simple Accident, il film diretto da Jafar Panahi, prende avvio da un incidente notturno: Rashid (Ebrahim Azizi), in auto con la moglie incinta e la figlia, investe un cane. Si ferma, scende, verifica le condizioni dell’animale e lo abbatte e riparte. Poco dopo, l’auto si guasta. Una sosta presso un’officina lo mette in contatto con Vahid (Vahid Mobasheri), un meccanico che riconosce in lui un dettaglio inquietante: il passo claudicante dell’uomo e il suono metallico della sua protesi. Quel suono lo riporta a un trauma mai elaborato. Anni prima, Vahid era stato incarcerato per aver chiesto di essere pagato. In prigione era stato torturato da un uomo noto come “Gamba di Legno”. Ora, convinto che Rashid sia quel torturatore, Vahid lo segue, lo aggredisce e lo rinchiude nel retro del suo furgoncino. Parte verso il deserto, deciso a seppellirlo vivo. Ma Rashid nega, e i dubbi iniziano a insinuarsi.

La recensione di Un Simple Accident, presentato in anteprima a Cannes78

Ha dichiarato che il carcere gli ha portato ispirazione, che apre una nuova via e consegna agli artisti una mole di materiale su cui lavorare e fare ricerca formidabile. Come dare torto a Jafar Panahi, pluripremiato regista iraniano che al 78esimo Festival di Cannes presenta il sui primo film da uomo libero a distanza di 15 anni dall’ultima volta e dopo essere stato prigioniero dal luglio 2022 al febbraio 2023. Un Simple Accident è il risultato di questo lavoro e la summa non solo del suo pensiero circa la sua condizione, ma di quarant’anni di prigionia dei cittadini iraniani. La maestria di Panahi e la magia del cinema portano però un film così piccolo e particolare a diventare universale, a parlare a tutti e di tutto. Attenzione però a pensare che il lavoro di panahi sia solo politico: Un Simple Accident è una lezione di cinema, un film con tutti i crismi, apparentemente semplice ma che nasconde uno studio su riprese, gesti, pensieri che solo un autore della sua caratura poteva essere in grado di gestire.

La vita è fatta di scelte: quella di Panahi è chiara ormai da tempo, combattere il regime attraverso la propria arte, senza fermarsi mai ma anzi, andando avanti sempre e comunque. Ma è sempre intorno ad una scelta che gira la storia di Un Simple Accident. Un incontro fortuito, il più classico dei MacGuffin porta Vahid a incontrare un uomo. Ha dei dubbi, gli sembra di conoscerlo, poi si rende conto che porta una protesi e capisce subito: si tratta di “gamba di legno”, un ufficiale dei servizi segreti che anni prima lo aveva catturato e torturato in quanto manifestante contro il governo. Vuole vendetta Vahid, gli scava una fossa e ce lo butta dentro, ma le parole dell’uomo gli instillano nuovamente nella testa il dubbio. Andrà così a ricercare una serie di conoscenze che hanno subìto gli stessi soprusi. Da qui, un viaggio lungo una notte fatto di perplessità, di voglia di rivalsa e paura, fino ad un finale straordinario dove la possibile minaccia è fuori campo ed al centro dell’inquadratura si trova l’impersonificazione del popolo iraniano.

In Un Simple Accident, la macchina da presa è come se rappresentasse lo stesso Panahi e ricoprisse il ruolo di uno dei partecipanti a questa sorta di road movie, dove l’obiettivo è occhio che osserva, è il Grande Fratello orwelliano che però, con il suo risvolto finale, non si prende una rivincita sul potere iraniano, ma continua una lotta forse interminabile ma necessaria da portare avanti. Il cinema di Jafar Panahi è legato a doppio filo col governo iraniano, da cui viene ispirato, grazie a cui risulta sempre così vero, reale, potente, portando così al risultato opposto rispetto a quello dal governo stesso desiderato. Questa volta però, Panahi è evidentemente pessimista e quel finale aperto ne è la dimostrazione. Non mollerà di certo, ma il suo è anche un grido di aiuto, in primis verso i suoi colleghi – Saeed Roustaee, che è anch’esso in concorso a Cannes78, è stato attaccato per non essere abbastanza duro nei confronti del governo e sul modo in cui viene riportato il velo nelle donne nei suoi film – perché la lotta è lontana dall’essere terminata.

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La locandina del nuovo film di Jafar Panahi, Un Simple Accident
Un Simple Accident
Un Simple Accident

Presentato in concorso al 78esimo Festival di Cannes, Un Simple Accident è il nuovo film del regista iraniano Jafar Panahi, presente sulla Croisette per l'anteprima mondiale.

Voto del redattore:

8 / 10

Data di rilascio:

21/05/2025

Regia:

Jafar Panahi

Cast:

Vahid Mobasseri, Mariam Afshari, Ebrahim Azizi, Hadis Pakbaten, Majid Panahi, Mohamad Ali Elyasmehr

Genere:

Drammatico

PRO

La sceneggiatura di Jafar Panahi
Le interpretazioni dell’intero cast
Il finale
Nessuno