Resurrection e il racconto di questi tempi selvaggi

Presentato in anteprima in concorso al 78esimo Festival di Cannes, Resurrection segna il ritorno alla regia del regista cinese Bi Gan a distanza di sette anni dall’ultima volta. Ma avrà atteso le aspettative di pubblico e critica?
La recensione del nuovo film di Bi Gan, Resurrection

Articolo pubblicato il 24 Maggio 2025 da Bruno Santini

Forse il suo nome non dirà molto ai più, ma Bi Gan è ormai da anni uno degli autori più importanti del panorama cinematografico mondiale. Giunto al successo con Un Lungo Viaggio nella Notte, il regista cinese di etnia Hmong torna alla regia dopo ben 7 anni dall’ultima volta con Resurrection, titolo aggiunto al concorso ufficiale del 78esimo Festival di Cannes quasi sul gong per via di problemi con la censura cinese che lo ha esaminato. A seguire, trama e recensione del film.

La trama di Resurrection, diretto da Bi Gan

Di ritorno alla regia dopo sette anni dal precedente Un Lungo Viaggio nella Notte, Bi Gan entra a far parte del concorso ufficiale del 78esimo Festival di Cannes con Resurrection. Prima di passare all’analisi e recensione del film però, è bene spendere due parole sulla sua complessa trama, così da dare un minimo di contesto:

“Il film racconta la storia di una donna la cui coscienza cade nella “zona del tempo eterno” durante un intervento chirurgico. Intrappolata in una moltitudine di sogni, trova il cadavere di un cosiddetto Fantasmer e cerca di svegliarlo raccontandogli delle storie. Egli vaga all’interno delle stesse e i suoi sensi si risvegliano gradualmente”.

La recensione di Resurrection, presentato in anteprima a Cannes78

Sta tutto lì, in quel prologo che fonde ombre cinesi ed espressionismo tedesco, live action e stop motion, come anche in quel finale, dove lo spettatore di cera si scioglie davanti al grande schermo di un cinema. L’essenza della settima arte, quanto di più alto si possa realizzare con una macchina da presa. Nel mezzo, un lungo viaggio nella notte, il racconto di questi tempi selvaggi propri del titolo stesso del film, che traducendo dal mandarino non significa resurrection, nonostante abbia comunque un senso all’interno della narrazione. Qui, non sognare ti permette di vivere in eterno, eppure c’è chi si ostina a farlo, accettando così la propria mortalità. Si fanno chiamare Fantasmer e, proprio come suggerito dal nome, sono come fantasmi che si muovo all’interno di un mondo fatto di uomini che non si rendono conto della loro presenza. Morire piuttosto che abbandonare la possibilità di sognare, un sogno onirico ed una preghiera nei confronti degli spettatori per far sì che il cinema, quello si, non ci abbandoni mai.

Resurrection è l’opera più radicale del 78esimo Festival di Cannes, un film con cui il regista Bi Gan alza vertiginosamente l’asticella, in cui razionalità e follia si incontrano, dove realtà e finzione si fondono e dove si va a creare una vera e propria epopea che attraversa tutto il Novecento e che, se racconta la vita, non può non trattare anche e soprattutto il cinema, partendo proprio dal periodo del muto. Attraverso i suoi cinque capitoli, bi gan non ha il minimo interesse nel ricercare una linearità e continuità di narrazione e non tenta in alcun modo di indorsrebla pillola o far mettere a proprio agio il pubblico, cui si chiede invece uno sforzo non indifferente nel seguire la proiezione di un film di 160 minuti, a tratti muto, allucinato e che rimanda ad autori come Tsai Ming-liang, Wong Kar-wai e Hou Hsiao-hsien.

Fantasmi, ma anche vampiri, come esplicitato nella magnifica sequenza finale. Resurrezione che è propria dei vampiri, così come del cinema stesso, sempre in grado di rinascere dalle proprie ceneri, mutare e resistere alla prova del tempo. Questo però, secondo l’autore, è stato messo a rischio dalla pandemia ed è proprio in quel periodo che ha cominciato a scrivere questo suo nuovo progetto insieme a Zhai Xiaohui. Ecco dunque che tornano i tempi selvaggi citati poc’anzi l’instabilità, La paura che però va affrontata di petto e Bi gan, in quanto regista e artista, lo fa nell’unico modo da lui conosciuto, ovvero realizzando un film che possa salvare i film. Nonostante questo però, resurrection e tutt’altro che pretenzioso o moralista ma segue quasi più un concetto di arte per l’arte, capace però di parlare a tutti coloro che vi si affacciano. Si tratta dunque di un patto tra autore e spettatore, per poter tornare a sognare tutti quanti.

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La locandina ufficiale del nuovo film di Bi Gan, Resurrection
Resurrection
Resurrection

Presentato in anteprima in concorso al 78esimo Festival di Cannes, Resurrection segna il ritorno alla regia del cinese Bi Gan a sette anni di distanza dal precedente Un Lungo Viaggio nella Notte.

Voto del redattore:

10 / 10

Data di rilascio:

22/05/2025

Regia:

Bi Gan

Cast:

Jackson Yee, Shu Qi, Mark Chao, Li Gengxi, Huang Jue, Chen Yongzhong, Zhang Zhijian, Chloe Maayan, Yan Dan, Guo Mucheng

Genere:

Detective, Fantascienza

PRO

Prologo e finale
L’idea di cinema di Bi Gan
Lo spaventoso livello tecnico
Il lavoro di sound design di Li Dongfeng
Nessuno